di Rosalba Granata

«Dunque, ho quindici anni e mezzo.

Un traghetto attraversa il Mekong.

L’immagine dura per tutto

l’attraversamento del fiume»

(Duras- L’amante– pag 12)

Un’immagine è stampata nella sua memoria. Impressa come se fosse una fotografia mai scattata. Aveva quindici anni, una giovanissima francese nell’Indocina degli anni Trenta. È sul traghetto per raggiungere la scuola, guarda il fiume.

Un rossetto rosso ciliegia ha dipinto le sue labbra, indossa un vecchio vestito di seta di sua madre adattato alla sua esilissima figura, scarpe di lamé dorate col tacco alto e, sopra trecce da bambina, un cappello. Un cappello da uomo. Nessun’altra si veste così e nessun’altra porta un cappello da uomo. Quando si è guardata allo specchio ha compreso che la trasforma, non intende abbandonarlo più.

Sul traghetto una grossa limousine nera. Un elegante cinese la guarda con desiderio: inizia quel giorno una storia di passione con quest’uomo ricchissimo. Lui è pazzo di lei. La ama con totale abbandono. Una passione folle, un amore smisurato e impossibile per la bambina bianca.

Lei non sa, non vuole precisare quello che prova. Certamente si compiace della sensazione di potere che avverte. E poi c’è la scoperta del forte piacere sessuale di cui non si sente mai sazia.

E altri spezzoni di ricordi si intrecciano con questa storia d’amore. Immagini. Talvolta fotografie. In primo piano la famiglia, la madre, soprattutto, caduta nell’indigenza, amata in modo straziante e conflittuale. E il violento fratello maggiore e l’amato fratello minore al quale si sente fortemente legata.

Ricordi ricordi che si accavallano. I pregiudizi razziali che separano i due giovani amanti. La miseria della casa di famiglia. E poi salti temporali e tanti altri ricordi della vita. È un racconto autobiografico in prima persona. Ma non aspettatevi una narrazione lineare, è un flusso di sensazioni, stati d’animo. La scrittura è nitida, procede per immagini come vere e proprie fotografie. Le frasi sono brevi e incantatorie. L’erotismo di esplicita delicatezza.

La donna Ariete è «un’amazzone coraggiosa, battagliera, appassionata»⁽¹⁾. Il tema di nascita di Margherite Duras è molto conflittuale, può bene rappresentare la complessità e l’inquietudine della scrittrice. Il Sole e Venere sono in Ariete e la Luna in Cancro. Mi pare che questo aspetto disarmonico sia quello più significativo del suo oroscopo, mostra due bisogni che faticano a convivere, quello dell’esplosivo, passionale Ariete che vuole imporsi e conquistare e quello di sicurezza e di tenerezza del Cancro. Disarmonia che si esprime in tanti modi.

Pensiamo alla sua inquieta femminilità, nella quale si scontra il virile Ariete con il Cancro, segno tra i più femminili dello zodiaco. Pesatori ipotizza che questo la porti a una ambiguità androgina che si esprime con evidenza nel suo stesso abbigliamento. Le labbra dipinte, l’abito di seta della madre, il cappello da uomo sulle trecce da bambina nella protagonista del romanzo rispecchiano questa ambiguità che non esclude, anzi sottolinea, la forte sensualità.

Pensiamo anche al rapporto intenso e conflittuale con la madre. È assetata d’amore materno, ma questo bisogno così forte, potremmo dire spropositato, non trova soddisfazione.

Persino il ricordo è così lacerante che continua a ferirla anche nella maturità e segna fortemente la sua scrittura, tanto da aver portato Lacan, e altri psicanalisti, a interessarsi a lei e a innamorarsi della sua opera.

Il fuoco dell’Ariete, unito all’Ascendente, che è probabilmente Acquario, ben rappresenta l’anticonformismo non solo dei suoi personaggi femminili, ma anche della sua vita ribelle e spericolata. Sono leggendarie le sue rabbie e furori e l’impeto ardente dei suoi ideali politici. Era una donna difficile, eccessiva nei sentimenti, aggressiva e generosa.

«Ha cercato sempre l’incandescenza fregandosene se finiva per bruciare tutto»⁽²⁾

NOTE:

1. Pesatori “Astrologia delle donne”
2. Sandra Petrignani, autrice di Marguerite biografia-romanzo sulla Duras