APPETIZER BOOKS: IL SOLCO – VALÈRIE MANTEAU

di Francesco Colombrita

 

«Posso vedere me stesso nell’inquietudine psicologica di una colomba, ma so che in questo paese gli uomini non toccano le colombe. Le colombe conducono la loro vita fin nel cuore della città, tra le folle umane. Sì, con un po’ di paura, ma con quale libertà.»

Hrant Dink

Edito L’orma editore, 2019, 224 pp

Una città si affaccia da secoli sul Bosforo, è moltitudine, più strati di storia e di vita e di splendore e di intenti. È un labirinto che accoglie viaggiatori dispersi. Anime incerte. Valèrie Manteau è una di quelle colombe raminghe. Redattrice di Charlie Hebdo fino al 2013, si trasferisce a Istanbul nel 2014 e, tra collettivi di resistenza e manifestazioni anti governative, inciampa su una storia che cambierà la sua vita. Quella di Hrant Dink, giornalista armeno più volte processato dal governo per aver dato vita a un giornale bilingue turco-armeno. Osteggiato dal potere per aver dato voce alle minoranze oppresse, per non essersi risparmiato di agire la sua influenza per cambiare le cose. Tutto questo fino al giorno in cui, per strada, un diciassettenne nazionalista decise di sparargli tre colpi di arma da fuoco alla gola. Le ultime parole del giornalista pare siano state «ragazzo non fare una cosa del genere». 

 

Questa storia scuoterà tanto Valèrie da spingerla a voler scrivere un libro sulla storia di Dink. Quello che emerge però è un continuum di una coscienza che si esprime con quel «presente intimo» che per Annie Ernaux è «l’approccio migliore all’identità collettiva». Sono, queste pagine, la storia dell’autrice in quegli anni sospesi, ma anche di Istanbul e del governo, e di Dink e dei giornalisti, e di cimiteri sparsi nel cuore di una città che concentra a ogni angolo infinita resilienza. 

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