Per entrare a far parte di Metro-Polis non si richiede alcuna appartenenza politica o confessione religiosa, così come non è richiesta nessuna adesione a correnti di pensiero o credo ideologici.
L’unico invito che rivolgiamo a chi vuol diventare nostro socio, è quello di portarci in dono cinque titoli: possono essere titoli di libri, di film, di articoli di giornali, di canzoni, di poesie, di telefilm, di interviste, etc… L’importante è che questi titoli riflettano l’identità di chi li porta con sé in dote, in modo da poter costruire insieme l’identità collettiva di Metro-Polis.
In questa rubrica potrete trovare, mese per mese, i Titoli in Dote che i nostri soci hanno deciso di condividere.
LE CITTÀ INVISIBILI – ITALO CALVINO (1972)
In particolare Berenice:
«Anziché dirti di Berenice, città ingiusta, […] dovrei parlarti della Berenice nascosta, la città dei giusti […] […] nel seme della città dei giusti sta nascosta a sua volta una semenza maligna; la certezza e l’orgoglio di essere nel giusto […] fermentano in rancori rivalità ripicchi, e il naturale desiderio di rivalsa sugli ingiusti si tinge della smania di essere al loro posto».
E infine il dialogo finale tra Marco Polo e il Gran Kan:
«Chiese a Marco Kublai: – Tu che esplori intorno e vedi i segni, saprai dirmi verso quale di questi futuri ci spingono i venti propizi. […] – […] Alle volte mi basta uno scorcio che si apre nel bel mezzo di un paesaggio incongruo, un affiorare di luci nella nebbia, il dialogo di due passanti che s’incontrano nel viavai, per pensare che partendo di lì metterò assieme pezzo a pezzo la città perfetta, fatta di frammenti mescolati col resto, d’istanti separati da intervalli, di segnali che uno manda e non sa chi li raccoglie […]
[…] il Gran Kan […] Dice: – Tutto è inutile, se l’ultimo approdo non può essere che la città infernale […] E Polo: – L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.» – R. G.