IN VIAGGIO – ITINERARIO DELL’AMORE SPIRITUALE

di Rosalba Granata

Rossetti, Il saluto di Beatrice, 1859-1863, National Gallery of Canada.

«In quella parte del libro della mia memoria dinanzi alla quale poco si potrebbe leggere, si trova una rubrica la quale dice: Incipit vita nova».

Così inizia la Vita Nova di Dante, opera originalissima in cui il poeta racconta il suo itinerario di evoluzione spirituale attraverso l’amore per Beatrice. I testi poetici sono ordinati secondo un filo narrativo e collegati con brani in prosa. Questo porta a una sorta di “romanzo di formazione”, il cui percorso comincia dai primi incontri, all’età di nove anni e poi nove anni dopo(1), e termina con le conseguenze nel suo animo provocate dalla morte di Beatrice.

Gli eventi sono minimi (l’incontro, il saluto, la contemplazione della donna amata), ma carichi di significato simbolico e di risonanza interiore.

Rileggiamo il sonetto più noto della Vita Nova e forse di tutta la letteratura italiana, Tanto gentile e tanto onesta pare:

Tanto gentile e tanto onesta pare(2)
la donna mia quand’ella altrui saluta,
ch’ogne lingua deven tremando muta,
e li occhi no l’ardiscon di guardare.
Ella si va, sentendosi laudare,
benignamente d’umiltà vestuta;
e par che sia una cosa venuta
da cielo in terra a miracol mostrare.
Mostrasi sì piacente a chi la mira,
che dà per li occhi una dolcezza al core,
che ‘intender no la può chi no la prova:
e par che de le sua labbia si mova
uno spirto soave pien d’amore,
che va dicendo a l’anima: sospira

È la Lode della donna amata, creatura angelica che porta benefici effetti su coloro ai quali dona il saluto.

Leggiamo la poesia e immediatamente ci rapisce con la sua perfezione.

La lettura ad alta voce ci restituisce tutto l’incanto del componimento. Il ritmo è lento, reso sinuoso dagli enjambement(3).

La donna diviene una creatura di luce spirituale, nessun sostantivo richiama una realtà concreta e fisica.

Dante è arrivato al punto del suo percorso in cui comprende che il suo amore per Beatrice deve essere assolutamente disinteressato, non deve aspettarsi nulla, è esperienza spirituale e forma di conoscenza.

La Lode disinteressata segna un punto di svolta, il poeta si distacca dall’influsso di Cavalcanti che era stato importante nella fase precedente.

Rossetti, Morte di Beatrice.

La morte di Beatrice provoca nel poeta una crisi dolorosa e pensa di trovare conforto in una “donna pietosa”, ma la sua apparizione in sogno lo riporta all’amore per lei.

Nel sonetto Oltre la spera che più tarda gira, ultima poesia della Vita Nova, Dante sale idealmente in cielo per contemplare la donna amata. È un viaggio mistico della mente: lo spirito si distacca dal corpo e arriva all’Empireo ove vede Beatrice.

Oltre la spera che più larga gira
passa ’l sospiro ch’esce del mio core:
intelligenza nova, che l’Amore
piangendo mette in lui, pur su lo tira.
Quand’elli è giunto là dove disira,
vede una donna, che riceve onore,
e luce sì, che per lo suo splendore
lo peregrino spirito la mira.
Vedela tal, che quando ’l mi ridice,
io no lo intendo, sì parla sottile
al cor dolente, che lo fa parlare.
So io che parla di quella gentile,
però che spesso ricorda Beatrice,
sì ch’io ’ntendo ben, donne mie care.

È Amore che spinge il suo spirito oltre il Primo Mobile (la spera più tarda) verso l’Empireo dove sono le anime beate.

Quando lo spirito pellegrino vi giunge vede una donna splendente di tale luce che la contempla incantato.

Quando lo spirito ritorna parla di Beatrice al suo cuore dolente con parole ineffabili al di sopra della comprensione umana.

A questo punto l’autore conclude l’opera proponendosi di non scrivere più di Beatrice finché non potrà farlo «più degnamente».

Rossetti, Beata Beatrix, ca. 1864-1870, olio su tela, Londra, Tate Gallery. È l’ultimo quadro con la moglie Elizabeth Siddal.

La Vita Nova è l’opera in cui rileviamo con chiarezza l’appartenenza di Dante, al Dolce Stil Novo. Siamo alla fine del Duecento e, come abbiamo già accennato nella prima puntata di In Viaggio, Dante fa parte di una cerchia esclusiva di giovani poeti legati da rapporti di amicizia che perseguono l’ideale di una nuova poesia, dolce e raffinata.

Dante stesso l’ha definita «Dolce stile novo».

Destinatario è un pubblico ristretto, composto da coloro che hanno il “cuore gentile”, un’aristocrazia non di sangue ma di cultura. Si afferma quindi una nuova idea di nobiltà, non più legata al lignaggio, come nel mondo feudale, ma espressione della nuova civiltà e cultura dei comuni italiani.

I temi riguardano esclusivamente l’amore, una vera fenomenologia dell’amore che indaga gli effetti prodotti dalla donna amata con una sottolineatura del suo carattere nobilitante e in Dante marcatamente spirituali.

La novità non si esaurisce però sul piano tematico. È a livello stilistico che lo Stilnovo segna una frattura netta con la lirica precedente. La sintassi piana e lineare, il lessico privo di asprezze e ricco di musicalità portano ad un affinamento della forma espressiva. È quindi una lingua delicata, limpida e sensibile che determina quella dolcezza cui fa riferimento Dante.

SFONDAMENTO CRONOLOGICO

Evelyn Morgan, Clizia, 1887.

Nelle poesie di Montale dedicate alla donna che chiama Clizia(4) sono ben evidenti e riconoscibili i riferimenti alla donna stilnovistica.

È la donna angelicata che mantiene viva la speranza di una possibile salvezza dalle ombre del presente. Ombre nella vita personale del poeta, ombre in quella dell’umanità intera lacerata da fascismo, nazismo e guerra.

Ti libero la fronte dai ghiaccioli
che raccogliesti traversando l’alte
nebulose; hai le penne lacerate
dai cicloni, ti desti a soprassalti.
Mezzodì: allunga nel riquadro il nespolo
l’ombra nera, s’ostina in cielo un sole
freddoloso; e l’alte ombre che scantonano
nel vicolo non sanno che sei qui.

La donna amata è giunta da lontano, il suo viaggio stressante le ha lacerato le ali, il poeta mentre la guarda dormire le libera i capelli dai ghiaccioli che sono rimasti sulla sua fronte. L’ombra nera incombe, altre ombre umane si aggirano senza consapevolezza. Può Clizia portare la salvezza?

Del rapporto di Montale con le donne e in particolare con Clizia (Irma Brandeis) ho parlato in Astri-Coppie.

Irma Brandeis, la donna alla quale Montale si rivolge chiamandola Clizia.

Per illustrare la parte dedicata alla Vita Nova ho utilizzato immagini dei dipinti di Dante Gabriel Rossetti della Confraternita dei Preraffaelliti, movimento della seconda metà dell’Ottocento che rifiutava la tradizione accademica prendendo come modello la pittura precedente rispetto a Raffaello. I temi di questi artisti erano tratti soprattutto da miti e opere letterarie. Rossetti, in particolare, era particolarmente affascinato dalla poesia stilnovista e ha rappresentato spesso nelle sue opere vari episodi della Vita Nova di Dante utilizzando quasi sempre come modella la bellissima e fragile moglie Elizabeth Siddal.

Note

  1. Notare il carattere simbolico mistico del numero 9.
  2. “Pare” non ha il significato attuale di sembra ma sta per appare. Così come “gentile” indica la nobiltà (morale) di Beatrice.
  3. Enjambement: quando la fine del verso non coincide con la fine di una frase. (v 1/2; v 7/8; v 12/13).
  4. Clizia nel mito era innamorata di Apollo e quando fu da lui abbandonata fu trasformata in girasole.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.