ALTRI MONDI: SAGITTARIO – AVVENTURE SU MARTE

di Rosalba Granata

Quando pensiamo al Sagittario immediatamente richiamiamo alcuni contenuti: i viaggi, gli ampi spazi di conoscenza, la ricerca di nuovi mondi e di nuovi orizzonti.

E molti tra i più significativi scrittori o registi di fantascienza sono di questo segno:

Philip Dick e Ridley Scott (il regista di Blade Ranner e l’autore del racconto da cui è tratto il film), Steven Spielberg (con la sua poetica dello stupore, della meraviglia, dell’infanzia) Arthur Charles Clarke (autore di tanti famosi racconti tra i quali La sentinella, che diede la prima idea a Kubrick per 2001 Odissea nello spazio).

Ma per me è Leigh Brackett(1) la più adatta per rappresentare il segno, mi sembra infatti che interpreti al meglio lo spirito del Sagittario: senso di avventura e scoperta (in questo caso mentale) di nuovi mondi.

Negli anni 40-50 veniva considerata regina del planetary romance, basato su magnifiche avventure ambientate su esotici pianeti. Ha avuto influenza sullo stesso Bradbury, che con lei scrisse una delle sue prime opere.
Il suo ciclo di maggior successo è quello ambientato sul Marte, pianeta inaridito e morente, cosparso di rovine di antiche città misteriose. Tra le opere più popolari Il segreto di Sinharat (1949) e II popolo del talismano (1951)

Marte nella fantascienza

Marte è stato, con la suggestione della sua rete di canali e il suo vivo colore rosso, il maggior protagonista delle avventure di fantascienza fino almeno alla seconda metà del Novecento(2).
Le storie ambientate su Marte offrivano diverse possibilità: il fascino dell’ignoto, i rischi di viaggi straordinari, l’incontro con gli alieni, e anche l’immaginazione di società utopiche o distopiche. Negli anni 50 autori molto noti vi ambientarono almeno un’opera.
Tra questi Arthur Clarke nel 1951 pubblica Le sabbie di Marte nel quale due piccole comunità di coloni vivevano in città protette da una cupola.
Nel 1952 Isaac Asimov ambienta su Marte l’avventura di Lucky Starr, Il vagabondo dello spazio. Il protagonista scopre sul pianeta una civiltà antica estremamente evoluta, dal punto di vista mentale, che vive in immense caverne scavate sotto la superficie.
È invece una satira dei racconti di invasioni aliene quella che presenta nel 1955 Fredric Brown con Marziani, andate a casa!. Maleducati omini verdi dilagano sulla Terra, sbeffeggiano gli umani, rivelano informazioni segrete, sono impossibili da scacciare.
Sempre negli anni 50 Bradbury pubblica il capolavoro Cronache marziane, costituito da una serie di racconti legati dal filo della colonizzazione di Marte. Gli umani si insediano sul pianeta senza alcuna considerazione per gli indigeni che vengono sterminati dalle malattie portate dalla Terra. Non è certamente un libro di fantascienza avventurosa ma piuttosto coinvolge per la una vena romantica e malinconica che pervade tutta la narrazione.

Il Marte di Leigh Brackett

Anche il Marte della Brackett è caratterizzato da città antichissime in rovina nel fondo di mari prosciugati. Non c’è però in lei il rimpianto malinconico del tempo perduto, ma piuttosto lo slancio verso l’avventura e il fascino dell’esplorazione di un mondo misterioso nel quale si scoprono i resti di un passato di antichi poteri tra magia e avanzatissima scienza. È un mondo dove diverse etnie si combattono sia con antiche spade sia con pistole laser. Si fondono elementi del genere fantastico, fatto di miti e leggende con di quello fantascientifico.
Il Senso del meraviglioso si accentua con evocazioni paesaggistiche di forza straordinaria. La prosa è pervasa da suggestioni romantiche e da una vena crepuscolare che danno un certo spessore alla narrativa di genere un po’ ingenua dell’epoca.
Il Marte della Brackett
«Cessa di essere semplice sfondo e diventa mito: un mondo morente, in piena decadenza da un passato splendido, ritratto con trasporto elegiaco che rimane nella mente» (Lanfranco Fabriani)

Eric Stark, personaggio ricorrente della scrittrice, è eroe veramente appropriato per questo contesto. È infatti valoroso, generoso e anche spietato. È nato su Mercurio da genitori terrestri uccisi dai barbari e brutali abitanti del pianeta che lo adottano e lo crescono. Riassume quindi in sé la duplice natura di umano e selvaggio. La scrittrice appare affascinata da questo suo personaggio, vera forza della natura, in cui convivono uomo e bestia (quindi appare in piena sintonia con lo stesso segno del Sagittario, rappresentato come ben sappiamo dalla figura mitologica del centauro).
Quando Stark arriva su Marte trova l’ambiente ideale per esprimere la sua passione per l’azione e il pericolo.

Ed Eric Stark, Quando Marte era un pianeta fiorente di citta misteriose solcate da rossi, cupi canali; quando la vita era una grande e crudele avventura, il terrestre Eric John Stark sbarcò tra le metropoli delle dune per vendere cara la pelle. Stark è un personaggio indimenticabile per tutti i lettori di fantascienza, la quintessenza dell’eroe di domani. E “Il segreto di Sinharat” e “IIlo troviamo ancora protagonista delle avventure che la Brackett pubblica negli anni 70 dopo un ventennio di silenzio(3).

La scrittrice abbandona il sistema solare e porta il suo eroe preferito su un immaginario pianeta extrasolare nel quale ambienta la Trilogia di Skaith.

Skaith è un pianeta seducente con scenari indimenticabili, mescolanza di razze, popoli e creature mitiche.

C’è ancora nella scrittrice il piacere del narrare, il gusto dell’avventura immersa in una atmosfera al crepuscolo. È ancora uno dei capolavori della Fantascienza epico-avventurosa.

Nota

  1. Leigh Brackett è stata una scrittrice e sceneggiatrice statunitense. Ha scritto numerosi romanzi fantasy e di fantascienza e ha collaborato collaborato con registi importanti, come per esempio Altman, per sceneggiature di celebri film, tra cui Il grande sonno, Un dollaro d’onore, Il lungo addio e la prima stesura de L’Impero colpisce ancora.
  2. Poi l’accrescersi delle conoscenze scientifiche e lo stesso atterraggio di sonde interplanetarie fece abbandonare le speranze di possibilità di vita sul Marte e diminuì l’interesse per il pianeta.
  3. Dagli anni 50 si è occupata quasi esclusivamente di sceneggiature di film famosi collaborando con registi importanti. Del resto affermava che non avrebbe potuto portare avanti entrambe le attività in quanto scrivere di fantascienza richiede una «concentrazione totale, capacità di immedesimarsi e vivere in un mondo diverso e alieno».  

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