L’ASTROLOGIA DI METRO-POLIS: ARIETE E MITO

Perché i Miti? E soprattutto perché collegati all’Astrologia? 

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Astrologia e Miti sono uniti dall’antichità. L’uomo guardava il cielo, e lo popolava di dei ed eroi…
E oggi? Credo che i Miti risuonino ancora dentro di noi, ci parlino.
Raccontarli, comprenderli ci mette a contatto con una parte interiore di noi stessi

E l’Astrologia ci dà una chiave interpretativa, non l’unica, mai definitiva, sempre problematica.

IL VIAGGIO di  FRISSO
E di quel Frisso alla città d’Eeta
Che sopra asceso d’un monton venisse
A cui Mercurio fè la pelle d’oro
(Apollonio Rodio)

Giasone parte con la favolosa nave Argo e i più valorosi tra gli eroi greci e si dirige verso la Colchide per recuperare il vello d’oro. Sono con lui Castore, Polluce, Orfeo e perfino Eracle. È una grande impresa che inizia. Ma come era finito il vello d’oro in una terra così lontana e barbara? Dobbiamo fare un passo indietro perché il Preambolo all’impresa degli Argonauti è sicuramente interessante.

Dalle nozze di Nefele, dea delle Nubi, con il re Atamante della Beozia nascono due figli, Frisso, “la pioggia che scroscia”, ed Elle, “la luminosa”. Ma Nefele è sempre lontana, nell’Olimpo tra gli dei, tra le nubi del cielo.
E Atamante finisce per risposarsi con la bellissima e crudele Ino. Questa, dopo le nozze, presa da gelosia, comincia a tramare per liberarsi dei figli del marito. Si rivolge all’oracolo per chiedere come affrontare la carestia e con l’inganno fa credere che il responso sia la necessità del sacrificio dei due giovani.
Frisso scopre i piani della matrigna e ne è terrorizzato, invoca la amata madre, e questa gli fa dono di un ariete dal vello d’oro che porti in salvo i suoi figli.

Forse era primavera, anzi era certamente primavera, Frisso impaziente non aspetta un attimo. Ed eccoli i due fratelli nel cielo, veloci nel vento verso l’oriente. Ma Elle è stanca e cade, precipita in quel mare che divide l’Europa dall’Asia e che da lei prende il nome “Ellesponto”.

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Nell’immagine vediamo il ricciuto Frisso protendersi verso di lei, la bocca aperta in un grido, le braccia e le mani che si sfiorano. Elle gli tende la mano, ma il mare la sta già inghiottendo. Frisso è disperato, alcuni dicono che l’ariete gli abbia parlato per confortarlo e per spingerlo ad andare avanti.
Arriva infine in una terra lontana, sconosciuta, selvaggia. È la Colchide. Sperando di porre fine alle sue sventure Frisso sacrifica a Giove l’Ariete e viene accolto dal re Eete, figlio del Sole, che gli dà in moglie una delle figlie.
E il vello d’oro? Viene appeso ad una quercia in un bosco sacro ad Ares sotto la guardia di un drago feroce…  È proprio il luogo dove anni dopo lo troverà Giasone…

Potremmo continuare, tutto il ciclo degli Argonauti ci parla dell’Ariete, altre imprese audaci; ma per ora soffermiamoci su Frisso, perché lì è il nodo, lì è quello che l’Ariete deve affrontare: se stesso.

3_frissoL’ARIETE  e FRISSO 

È Primavera. L’Ariete è il Primo segno dello Zodiaco. È energia indifferenziata, violenta, esplosiva.
È segno maschile, il pianeta dell’Ariete è Marte. È quindi coraggioso e sa combattere.
È segno di fuoco. Ogni esperienza viene vissuta impetuosamente. È costante la sua ricerca della sensazione forte sia nella gioia che nelle difficoltà.
Frisso è sicuramente espressione dell’Ariete. È istintivo, irruento, coraggioso.
Ma di fronte alla difficoltà emotiva, rappresentata dalla la Matrigna, la Madre cattiva, istintivamente fugge.
E la fuga del nostro eroe è una fuga dispersiva, dettata dal panico, dalla spontaneità istintuale, senza un obiettivo sicuro, senza una meta. Le reazioni impulsive lo possono portare a perdere Elle, la sua parte femminile, la sua Anima1.

Bellissimo il nome Elle, la luce, la luminosa. Forse talvolta ci dimentichiamo di questo personaggio del Mito. Ci dimentichiamo del forte legame tra i due fratelli, la disperazione di Frisso però non lascia dubbi sull’importanza che ha per lui. Ed Elle viene addirittura ricordata con il nome del mare Ellesponto. Il suo sacrificio non può essere dimenticato. Dice Sicuteri «Frisso si salva ma perde la propria anima, la componente femminile, per cui si inflaziona il tratto maschile, egoico (del segno Ariete)»2.

Nell’Ariete-Frisso è evidente quindi «la dicotomia tra Audacia-Coraggio e Paura-Angoscia…» (Sicuteri).
E per superare questa contraddizione occorre il Sacrificio, la rinuncia ai facili sentieri. Nel mito vediamo che solo dopo il dolore per la perdita di Elle e il sacrificio dell’ariete a Zeus Frisso raggiunge la maturità affettiva e può ricominciare una nuova vita con la figlia di Eete, la nipote del Sole. «Se l’individuo Ariete vuole conservare un equilibrio totale in una sintesi armoniosa, deve necessariamente passare attraverso dei sacrifici»3.

Quali indicazioni dà il Mito di Frisso all’Ariete? 

Innanzi tutto lo invita a non lasciarsi andare all’impazienza, agli istinti, ma imparare ad incanalare la propria esuberante energia. Deve quindi saper individuare un obiettivo per cui valga la pena lottare, allora riuscirà a dare il meglio di sé, e deve anche tenere presente che talvolta è necessario superare prove faticose per ottenere quello che si sta perseguendo.

Il 2015 è un anno di cambiamenti, segnati dall’irruenza di Urano. Cambiamenti che non vanno contrastati ma affrontati con consapevolezza, abbandonando rigidità e abitudini consolidate. Per questo il transito benefico di Saturno può aiutarvi a nuove modalità per affrontare la vita.

4_medea_4 Miti nella letteratura, Miti nel tempo. MEDEA
C’è un personaggio dell’impresa degli Argonauti che attraversa il tempo e giunge fino a noi. Sto pensando a Medea. Ne ho già scritto recentemente in relazione al romanzo di Christa Wolf4.
Selvaggia, maga, innamorata, appassionata, gelosa fino alla follia e, almeno nella tragedia di Euripide, infanticida per vendetta nei confronti di chi l’ha tradita.
Vorrei tornare ad alcune rappresentazioni poetiche classiche di questo personaggio. Troviamo nelle Argonautiche Medea colpita dalla freccia di Eros, smarrita e confusa perché si rende conto che sta perdendo il controllo su se stessa.

Intanto giunse Eros per l’aria chiara, invisibile,
violento, […]
tese il suo arco e prese una freccia intatta,
apportatrice di pene. Poi, senza farsi vedere, […]
scagliò il dardo contro Medea:
un muto stupore le prese l’anima.
[…] la freccia ardeva profonda nel cuore della fanciulla
come una fiamma; e lei sempre gettava il lampo degli occhi
in fronte al figlio di Esone, e il cuore, pur saggio,
le usciva per l’affanno dal petto; non ricordava nient’altro
e consumava il suo animo nel dolore dolcissimo.
[…] il terribile Eros, insinuatosi dentro il cuore,
ardeva in segreto; e,
smarrita la mente,
le morbide guance diventavano pallide e rosse.

Bellissimo è anche il lacerante dialogo con se stessa nelle Metamorfosi di Ovidio. Un monologo interiore che a me pare modernissimo e che mette a nudo le contraddizioni del suo animo e la forza irresistibile da cui è travolta.

Fu allora che un gran fuoco divampò nella figlia di Eèta,
a lungo lei cercò di contrastarlo, ma quando con la ragione
vide di non poterne vincere la furia: “Invano ti ribelli,
Medea, certo, un dio deve opporsi; se ciò che chiamano amore
questo non fosse, o qualcosa di simile, stupita ne sarei.
Perché mai troverei così duri gli ordini di mio padre allora?
E duri lo sono davvero! Perché mai temo che muoia un uomo
incontrato in questo istante? Quale la causa di tanto timore?
Scaccia dal tuo petto di vergine la fiamma che vi infuria,
se ci riesci, infelice! Se ci riuscissi, sarei più saggia.
Ma un impulso inaudito mio malgrado mi trascina; la passione
mi consiglia una cosa, la mente un’altra. Vedo il bene, l’approvo,
e seguo il male. Perché, principessa, bruci per uno straniero
e fantastichi nozze con chi non appartiene al tuo mondo?

Dicevo che il Mito di Medea attraversa il tempo e arriva fino a noi. Il romanzo di Christa Wolf ribalta il mito e ci propone una Medea completamente diversa da quella della tradizione. Del resto, come dice Calasso5, i personaggi del mito, al contrario di quelli del romanzo vivono molte vite e molte morti.

La Wolf, capovolge l’archetipo “Madre cattiva” e crea un personaggio totalmente positivo.
Nadia Nesi, psicologa junghiana, dopo avere affermato che quella della scrittrice è una operazione legittima e credibile perché la logica dei Miti è la logica degli opposti, aggiunge: «Certo c’è un eccesso di buonismo. Ad una figura tutta negativa si contrappone un’immagine tutta positiva. Ma era Jung stesso a dirlo: difficilmente riusciamo a sopportare la tensione degli opposti»6.

Penso che sarebbe interessante leggere la storia di Medea raccontata da una scrittrice più passionale, magari dell’Ariete!
5_medea_11Vorrei infine segnalare il film di Pasolini Medea per la potenza delle immagini che raccontano il conflitto tra il mondo arcaico dominato dalle emozioni e quello moderno dominato dalla razionalità.
La barbara Colchide dei sacrifici umani, per ottenere la fertilità della terra e la copiosità dei raccolti, viene ricostruita nel paesaggio arido, desertico della Cappadocia in cui si esprime con potenza la grandiosità della Natura. A questa si contrappone la “civile” Corinto con i suoi marmi bianchi ambientata nella Piazza dei Miracoli di Pisa. È all’interno di questo conflitto inconciliabile che si dipana la passione distruttiva tra Medea e Giasone.
E Medea solo alla fine, quando viene avvolta dalle fiamme del suo avo, il Sole, si riappropria della sua identità e le viene restituita la dimensione magica e terribile di cui si era privata tradendo e abbandonando la sua terra per amore.

Rosalba Granata

NOTE

  1. “Anima” per Jung è la personificazione di tutte le tendenze psicologiche femminili della psiche dell’uomo. (Jung, L’uomo e i suoi simboli)
  2. Sicuteri: Astrologia e Mito
  3. Barbault: Belier
  4. Rubrica Astrologica: Pesci (parte 2)
  5. Calasso Le nozze di Cadmo e Armonia
  6. Nadia Nesi intervista a Repubblica

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