15 MINUTI CON METRO-POLIS: FINESTRA

di Valentina Bonzagni

Raccontare Metro-Polis in pochi minuti è la sfida che noi del Direttivo ci siamo lanciati ad affrontare. Ognuno di noi ci racconterà un aspetto di questa grande casa che è l’associazione partendo da una parola chiave.

Apro le danze io stasera con la parola “finestra”.

Pensate un attimo a quante finestre possono esistere. A quello che possono mostrare o nascondere. Alle finestre che stanno sempre chiuse, perché sono stanche di quello che c’è fuori; a quelle che stanno sempre aperte, perché non si sa mai cosa sta succedendo fuori. Ci sono finestre grandi che si aprono su terrazze piene di fiori, e i finestrini delle cantine, che devono solo far passare l’aria e un po’ di luce.

Dalle finestre però passa sempre qualcosa, spesso non si sa prima che cos’è. Si aprono al mattino per sentire com’è l’aria, se per caso è già arrivato l’odore di primavera. Oppure si tengono chiuse, se si sente la voce di qualcuno con cui proprio non si vuole avere a che fare.

C’è la finestra di Caravaggio, da cui entra potente la luce della rivelazione a San Matteo, quella coraggiosa e disperata dell’illuso di De Andrè che guarda chiudersi il balcone in Via del Campo. C’è il finestrino di Guccini che guarda, triste e sognante, «le luci nel buio di case intraviste da un treno»; o la finestra della nostalgia attraverso cui Leopardi ricorda l’età verde alle vaghe stelle dell’Orsa.

Attraverso la dolcissima finestrella a Marechiaro passano il rumore delle onde e le note della serenata; a quella spensierata e allegra di Jovanotti si spera si affacci la morosa.

E poi c’è la finestra di Silvestro Lega, nel suo dipinto Curiosità. È un pomeriggio caldo, le persiane sono chiuse perché devono tenere fuori il sole dalla stanza, ma la finestra è aperta per far girare l’aria. Una donna si avvicina furtiva e scosta di poco le persiane per spiare. Non sapremo mai cosa stia cercando di sapere, possiamo immaginare quello che vogliamo, ma è il gesto di guardare attraverso la finestra per vedere altro che ci è familiare.

Tutto questo è Metro-Polis, cerca cose belle e interessanti attorno a sé e le prepara, le mette a punto perché siano e diventino di tutti. Guardare dalla finestra è una scelta, è decidere di scoprire e mettersi in gioco ogni volta.

Finestra fu la parola che scelsi durante uno dei miei primi Aperitivi a Tema, come parola chiave per Metro-Polis. Pensai, senza sapere molto ancora, che l’intento fosse quello, aprire una finestra ogni volta su una realtà che spesso ci è vicina ma non si conosce.

Da allora Metro-Polis mi ha aperto tantissime finestre, svelando associazioni, eventi, programmi teatrali, musicali, e decine di altre attività sul territorio che altrimenti sarebbe stato molto meno facile conoscere.

Mi ha dato modo di conoscere persone preziose e appassionate e di affrontare con loro temi carichi di intensità, penso ad esempio all’Aperitivo del 25 aprile scorso.

Ci ha dato modo di scoprire il cibo buono, in tutti i sensi, dell’emporio Camilla, e il cibo incantevole e immenso delle opere di Wolfango.

E questi sono solo alcuni esempi…

Insomma Metro-Polis è di tutti e ognuno dei soci la vive a modo suo, ma sono sicura che la sua capacità di avvicinarci con impegno e leggerezza alle realtà che abbiamo intorno sia per tutti uno dei suoi grandi punti di forza.

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