EDITORIALE – CENTRALE DI TRANSITO

immagine-1Spesso in Metro-Polis abbiamo incontrato la poesia ma sempre in maniera più o meno tangenziale, quasi un incontro fortuito, di quelli inaspettati e meravigliosi. Sono state le scarpette rosse di Joyce Lussu, ad esempio, lette con voce emozionata ed evocativa in occasione della giornata della memoria; oppure i versi di poeti e poetesse dedicati al tema del viaggio, protagonisti di un Aperitivo a Tema in pieno stile Metro-Polis di qualche estate fa; o, ancora, citazioni di Emily Dickinson che divengono voce del proprio sé e il ‹‹Fiore di poesia›› di Alda Merini come titolo in dote. Incontri ricchi, rapidi, in cui con la poesia si è conversato e in cui dalla poesia ci si è fatti toccare.
Proprio questa esigenza è stata raccolta nell’organizzare l’Aperitivo a Tema dello scorso ottobre: il farsi toccare ancora una volta dalla poesia, la volontà di sprofondare in questo terreno preciso e misterioso, anche solo per il gusto di inabissarvisi ancora un po’. Così, il 21 ottobre, sempre grazie alla generosa disponibilità del Centro Socio Ricreativo Culturale Stella, si è data vita a ‹‹Centrale di transito››, incontro che prende il nome dall’omonima non-antologia pubblicata da Giulio Perrone Editore e curata da Alessandro Brusa, Martina Campi e Valerio Grutt. Sono stati nostri ospiti lo stesso Alessandro Brusa, Valentina Pinza, Francesca Del Moro, Rodolfo Cernilogar ed Eva Laudace: poeti e poetesse presenti con i loro contributi all’interno della raccolta, le cui voci hanno letto durane il corso della serata versi propri e di altri.

immagine-2Centrale di transito (ceci n’est pas une anthologie) è un vero luogo d’incontro, quasi un’antica piazza in cui è possibile scambiarsi parole, toccarsi e vivere l’esperienza dell’altro. Un libro che si da nell’apertura, anzi, nelle molteplici aperture che la poesia è in grado di fornire. Vi è il dialogo tra voci diverse: il polimorfismo stilistico, i differenti approcci all’esistente, i molteplici modi d’impastare i versi nell’atto concreto del fare poesia. Vi è la narrazione dei contributi critici, ancora una volta eterogenea per il vissuto professionale di chi scrive, per le molteplici categorie dell’analisi, per il taglio sempre altro rispetto a quello del testo precedente. Un’apertura inesausta verso il continuo venire a essere di esperienze umane e letterarie. Non un’antologia, quindi. Non un testo redatto per conservare una linea poetica comune e non una raccolta fatta per escludere ciò che non è simile. Al contrario, Centrale di transito gioca magrittianamente con la propria identità proprio per restituire una fotografia disomogenea della contemporaneità poetica bolognese: uno scatto capace di mostrare le diversità in un continuo sforzo d’inclusione.
Si legge nella prefazione: ‹‹Centrale di transito è come Alberto Bertoni ha definito la città nel suo libro La poesia contemporanea (Il Mulino, 2012), riferendosi alla forza aggregativa dei suoi luoghi storici come dei suoi spazi abitati. Una città che, se nella sua storia non si è mai potuta o voluta dire capitale, continua ad essere un luogo necessario nella storia poetica di questo nostro paese››. Bologna è il convitato di pietra della raccolta, la protagonista silenziosa, giusto accennata tra i versi ma nel cui ventre scorrono ispirazioni, immaginari e continui serbatoi esperenziali per poetesse e poeti. A Bologna si rimane, da Bologna si scappa, a Bologna si arriva o si torna: un luogo di passaggio e di contaminazione, in cui l’io e l’altro giocano continuamente, scambiandosi le parti in commedia. Ancora un’apertura, dunque, quella alla città, a una Bologna che si fa al contempo teatro e attore, quinta e copione; una Bologna viva.

immagine-3Nel ringraziare Valentina Pinza, Eva Laudace, Francesca Del Moro, Rodolfo Cernilogar e Alessandro Brusa per la generosità con cui hanno messo a disposizione di Metro-Polis il loro tempo e la loro arte, non mi rimane che consigliarvi la lettura di questa ricca non-antologia.  Quella di Centrale di transito è l’immagine di un processo ancora in atto: lo sforzo della costruzione di un ponte tra realtà diverse ma non inconciliabili, la testimonianza attiva di un dialogo poetico fecondo. Vivono, in questo libro, quelle istanze che guidano anche l’azione di Metro-Polis: la ricerca dell’incontro, la ricchezza dell’altro da sé, lo scambio come parte costitutiva dell’identità più profonda.

Mattia Macchiavelli

Fotografie di Filippo Costa

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