di Angelo Errani

È solo letteratura? È – quello di Primo Levi – solo il ricordo di un passato impossibile da riproporsi? Il 25 Aprile 1995, ad un simposio organizzato alla Columbia University per celebrare la liberazione dell’Europa, Umberto Eco offrì un contributo che aveva per titolo Il fascismo eterno. Ne propongo alcune righe:
Sarebbe così confortevole, per noi, se qualcuno si affacciasse sulla scena del mondo e dicesse: “Voglio riaprire Auschwitz, voglio che le camicie nere sfilino ancora in parata sulle piazze italiane!” Ahimè, la vita non è così facile. Il fascismo eterno può ancora tornare sotto le spoglie più innocenti. Il nostro dovere è di smascherarlo e di puntare l’indice su ognuna delle sue nuove forme, ogni giorno, in ogni parte del mondo.
Non iniziò con le camere a gas
Non iniziò con i forni crematori,
Non iniziò con i campi di
concentramento e di sterminio,
[…] iniziò con i discorsi di odio e di
intolleranza, nelle piazze e
attraverso i mezzi di
comunicazione […]
iniziò quando la gente smise di preoccuparsene, quando la
gente divenne insensibile,
obbediente e cieca, con la
convinzione che tutto questo
fosse “normale”.
Primo Levi