Quarto appuntamento: FOCUS
Pregiatissimo popolo di Metro-Polis, in questo viaggio musicale andremo alla scoperta di una band olandese, FOCUS, che non a tutti risulterà conosciuta.
I Focus si formarono nel 1969 grazie a due grandi musicisti, il tastierista, flautista e cantante Thijs Van Leer e il chitarrista Jan Akkerman.
La formazione originale comprendeva, oltre ai già citati musicisti, anche il bassista Martin Dresden e il batterista Hans Cleuver.
La loro musica era un Progressive Rock con risvolti classicheggianti, lasciando ampi spazi ai fraseggi della chitarra di Akkerman, alle sezioni flautistiche di Van Leer, che usava il flauto con uno stile che ricordava da vicino Ian Anderson dei Jethro Tull, ricorrenti assolo di batteria; inoltre lo stesso Van Leer faceva spesso uso di un cantato insolito, con gorgheggi, con tecniche di falsetto e con lo jodel austro-bavarese.
I testi erano nonsense, cioè si trattava di una musica, non certo popolare, dove le voci si fondevano con gli stessi strumenti, battendo nuove esperienze musicali, che non sempre hanno trovato i favori della critica. Indubbiamente, però, i Focus erano e resteranno un modello unico e difficile da imitare e per la complessità della loro musica e, soprattutto, per gli aspetti poco commerciali del loro genere.
Nel 1970 fu pubblicato il primo album, In and out of focus, che purtroppo non riuscì a sconfinare oltre i confini olandesi e che ebbe un modesto successo commerciale.
Molti musicisti daranno vita a nuove formazioni e dopo la fuoriuscita del cofondatore Jan Akkerman, che tenterà una carriera da solista, l’unica anima della band resterà Thijs Van Leer.
Nel 1973 il bassista Havermans viene sostituito da Bert Ruiter e viene pubblicato Focus 3, che vanta pezzi altrettanto noti come Sylvia e Answers? Questions! Questions? Answers!, i brani, secondo me, tra i più belli prodotti della band insieme a Focus e a House of the King.
Seguirà un album dal vivo come documento della storia del gruppo nel loro periodo classico: Live at the Rainbow.
Nel 1974 Van der Liden viene sostituito da Colin Allen e il gruppo pubblica Hamburger in Concert, un tentativo ben riuscito di fusione tra musica rock e musica classica e questa sarà la grande caratteristica della band. Spesso i Focus furono accostati ai grandi Genesis per la musica Fusion innovativa ma, in realtà, le due band erano molto lontane come generi musicali e la creatività e le magiche armonie di Peter Gabriel & Company erano inarrivabili e inimitabili.
Ha qui inizio il lento declino del gruppo anche a causa del tramonto delle tendenze progressive e all’esaurirsi della vena artistiche di Thijs Van Leer, orfano ben presto di Jan Akkerman: nel 1975 esce l’album in studio Mother Focus con il nuovo batterista David Kemper, che avvicina la band a uno stile jazz-rock. L’anno seguente Jan Akkerman, deluso dalle nuove tendenze del gruppo, abbandona e viene sostituito velocemente dal chitarrista jazz/fusion Philip Catherine. La Sire Records, l’etichetta del gruppo pubblica Ship of Memories, che contiene registrazioni degli anni 1970-1975 scartate dagli album precedenti, dopo di che il gruppo si scioglie. Thijs Van Leer avrà in seguito delle collaborazioni sporadiche con Jan Akkerman, e darà vita a nuove formazioni, sempre con il nome Focus, fino ai primi decenni del 2000.
Brani da ricordare:
- Sylvia,love remembered (1973);
- Answers? Questions! Questions? Answers! (1973)
- Focus (1970)
- House of the King (1971)
- Anonymus Two (1973)
- Hocus Pocus (1993)
- Father Bach (1974)
- Harem Scarem (1974)
- Le Clochard (1975)
- Am I losing you (solo Jan Akkerman)