di Francesco Colombrita
Come fosse calata un’altra rete
una griglia di passi da seguire
stiam sospesi sperando di guarire
sia noi che l’altro e il mondo e quella sete
d’amore di contatto e d’inconsuete
creature nelle notti qui a morire
abbandonate sorelle che guaire
lasciamo sole, sogni in riva al Lete.
L’oblio che sta sul fondo d’un bicchiere
vuoto, sul piano assente d’una stanza
che accoglie in quattro mura nelle spire
del vento forte fuori la speranza
d’un tocco una carezza senza mire
genuina acqua, chiare rive nere.