di Ottorino Tonelli

In giorni di epidemia strisciante a tutto si pensa e tutto si rimugina, pressati da divieti e consigli. Sfugge che, messi al bando sputi, abbracci e baci, le cose e gli oggetti più contaminati e contaminanti, sono quelli più usati, quelli più a portata di mano, usati e manipolati quotidianamente quali il lavandino e la ciambella del cesso. Peggio ancora il telecomando, il telefono, il computer, il denaro.
Ma, quando andate a fare spesa (avete notato?) il macellaio porta i guanti, ma li usa sia per tagliare il salume, il pollo e la braciola; la incarta, ve la porge e, sempre con i medesimi guanti, prende il vostro denaro, scrive sulla tastiera della cassa, prende altro denaro manipolato da chissà quanti altri e vi porge il resto, sempre con i medesimi guanti. Le sue mani sono rimaste indenni da tutti i batteri, ma la vostra fettina di salame, la vostra braciola e il denaro di resto, no.
Per combattere l’evasione fiscale s’è inventata la «moneta elettronica», il cui vantaggio è sicuramente di non dover contare le monete da dare né quelle di resto, ovviando al dubbio che non facendolo, una volta a casa ci venga il sospetto che ci abbiano gabbato nel resto perché «non è possibile che oggi abbia speso così tanti soldi».
Ancora, almeno nei piccoli paesi, c’è qualcuno che preferisce farsi accreditare la pensione in posta al fine di andare il primo del mese a ritirarla tutta intera e vedere e soppesare quant’è, per poi parcellizzarla quotidianamente. Il contante ha il vero fascino dei soldi, perché quelli e non altro sono i soldi. La moneta contante rende il senso di quello che si ha: di conseguenza il quanto ci manca per l’oggi e il domani. Perché chi ama il contante ha senza dubbio l’atavica concezione della previdenza, il sapere amministrare l’oggi ed essere al contempo preparato al domani.
«S’è speso tutto quello che s’aveva» mi disse una volta mia zia a seguito di varie incombenze, e io incredulo dicevo tutto-tutto? «ma ovviamente ci sa’ quarcosa da parte, perché ‘un si sa mai…».
Si, è vero che la moneta elettronica è semplice e pratica, ormai l’accettano tutti, si può andare dove si vuole e pagare qualsiasi cosa. Del resto, ormai ci obbligano a usarla anche per comperare un deambulatore e una carrozzella per poter poi avere lo sconto sulle tasse. (Mi è sempre sembrato più semplice far pagare la carrozzella e le medicine un po’ meno care ed evitare tutto quell’ambaradan per avere il rimborso. Forse però le banche ci guadagnerebbero poco, e così sia).
I soldi.
I soldi credo che siano per le persone un problema. Innanzitutto per quelli che veramente non ne hanno è un vero problema, non dimentichiamolo. Ma lo è anche per quelli che non sanno fare niente se non per denaro: hanno l’ossessione di monetizzare il loro tempo e il loro fare, determinando il loro vivere in binomi strettissimi tempo-denaro/oggetto-denaro, stupendosi e non capendo se tu, per il puro piacere, per te stesso o per altri, fai una cosa senza monetizzarla.
Insomma, il denaro, sia esso contante o elettronico, ha i suoi risvolti negativi, sia psicologici che igienici: pensate a quante dita semi pulite e zozze hanno pigiato sui bottoni del bancomat, dove anche voi mettete le vostre!
Solo una volta m’è capitato di assistere a una transazione economica dove l’etica, la morale e il buonsenso (dell’igiene meno) andavano d’amore e d’accordo.
Nella sede di un circolo politico si presenta un individuo di età da pensionato, ben vestito, atteggiamento disinvolto e cordiale ed esordisce:
– «Finalmente vi trovo. Ho sperato tanto di potervi vedere, perché mi interessa molto il vostro pensiero, la vostra ideologia.
Sono praticamente scappato di casa per venire qui.
Mio figlio mi ha portato in villeggiatura ma io mi annoio, mi sento in galera.
Avete dei libri da leggere, da comperare e portare a casa?»
Il Circolo era ben fornito e gli fu mostrato tutto quello che c’era.
Il signore cominciò a dire:
– «Questo lo prendo, questo mi piace, questo è interessante, bello lo voglio leggere…»
Visto il pacco di libri che aumentava, e se pur a prezzo politico, il conto rischiava di essere salato, gli fu detto: guardi che se li prende tutti rischia di dover pagare parecchio.
– «Non importa: non pago mica io!»
– «Pagano i soldi».
E non volle il resto.