A GRAZ

di Ottorino Tonelli

«Fu un viaggio di nessuna difficoltà materiale, senza mari o frontiere da superare, attraverso regioni poco accidentate anche se deserte per collocazione geografica. Restarono a casa loro, Mercier e Camier, ebbero questa inestimabile occasione. Non dovettero cimentarsi, con maggiore o minor fortuna, con modi di vita stranieri, con una lingua, un codice, un clima e una cucina bizzarri, in ambienti che avessero, dal punto di vista della somiglianza, un sia pur minimo rapporto con quello a cui l’infanzia prima e l’età matura poi li avevano abituati. Il clima, anche se a volte inclemente (ma c’erano avvezzi), non superò mai i limiti del temperato, vale a dire di ciò che un uomo del loro paese, convenientemente vestito e calzato, può sopportare».

(S. Beckett, Mercier e Camier)

«Me ne mancano due, poi me le sono fatte tutte le capitali europee», mi disse Tizio con rammarico e con l’intento di raggiungere l’obiettivo: se San Pietroburgo, Leningrado, Pietroburgo o Mosca, Torino, Firenze o Roma… vai a sapere cosa gli mancava. Continue reading