RUBRICA ASTROLOGICA – BILANCIA (parte 3)

BILANCIA E LA POLITICA

Con la Bilancia, settimo segno dello Zodiaco, l’uomo esce dal proprio io e “scopre la polis”1.

La Bilancia è segno di pace, di armonia, di giustizia.

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Il personaggio che ne incarna gli aspetti più positivi penso che sia Gandhi, ispiratore e apostolo della non violenza.

«Credo che la non-violenza sia infinitamente superiore alla violenza… Non sono un utopista: sostengo di essere un idealista pratico. La religione della non violenza non è solo per i Rishis2 e per i santi. È anche per la gente comune. La non-violenza è la legge della nostra specie come la violenza è la legge dei bruti… La non violenza non vuol dire umile sottomissione alla volontà del malfattore, ma significa impegnare tutta la propria anima contro la volontà del tiranno». (Gandhi – da Autobiografia, Feltrinelli)

Con i metodi della resistenza pacifica e della non-violenza ha portato l’India alla liberazione dall’occupazione britannica, fino all’indipendenza.
Nel suo oroscopo i valori della giustizia, della pace, della non violenza tipici della Bilancia sono molto evidenziati, infatti sia il Sole che l’Ascendente si trovano in questo segno. 
Particolarmente evidente nel suo tema di nascita è anche l’aspetto della spiritualità: Sole in casa 12 e il bellissimo trigono tra la Luna (in Leone) Nettuno e Saturno.
Ma per la  realizzazione del suo progetto sono state indispensabili sicuramente anche forza e perseveranza e queste caratteristiche gli possono sicuramente venire dal tenace Marte in Scorpione, nobilitato e ingentilito dalla congiunzione con Venere.

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RUBRICA ASTROLOGICA – BILANCIA (parte 2)

LA DONNA DELLA BILANCIA: URSULA  LE  GUIN

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Per un pò di anni le mie letture più distensive sono state quasi esclusivamente di fantascienza: Asimov, la trilogia galattica, astronavi, robot, avventure…

Poi ho scoperto le donne e soprattutto Ursula le Guin. Concordo con Rossella Simone che afferma:
«C’era una volta Ursula Le Guin. Dopo il suo The left hand of darkness, uscito negli Stati Uniti nel 1970, la fantascienza mondiale non fu più la stessa…» 1

La Le Guin utilizza per la  fantascienza il meccanismo dello straniamento, la presa di distanza dalla realtà per poterla vedere meglio. «Tutte le storie della Le Guin sono metafore di un’unica vicenda umana; tutti i pianeti inventati sono il nostro, sotto mentite storie». (Margaret Atwood)

Ursula Le Guin2, che si definisce femminista e anarchica, fin dall’infanzia si è nutrita dei miti e delle storie del padre antropologo. Poi nella sua formazione sono stati determinanti l’incontro con il taoismo e con la psicanalisi del profondo di Jung.
Due titoli costituiscono, a mio avviso, l’apice della sua opera: I reietti dell’altro pianeta e La mano sinistra delle tenebre. Continue reading

RUBRICA ASTROLOGICA – BILANCIA (parte 1)

BILANCIA

  1. Calvino e la piuma leggera della Bilancia
  2. Donne Bilancia. Ursula Le Guin
  3. Bilancia e politica. Gandhi

«maat3La precisione per gli antichi Egizi era simboleggiata da una piuma che serviva da peso sul piatto della bilancia dove si pesano le anime. Quella piuma leggera aveva nome Maat, dea della bilancia. Il geroglifico di Maat indica anche l’unità di lunghezza, i 33 centimetri del mattone unitario, e anche il tono fondamentale del flauto. Queste notizie provengono da una conferenza di Giorgio de Santillana sulla precisione degli antichi nell’osservare i fenomeni celesti: una conferenza che ascoltai in Italia nel 1963 e che ebbe una profonda influenza su di me. Da quando sono qui ripenso spesso a Santillana, perché fu lui a farmi da guida nel Massachussetts al tempo della mia prima visita in questo paese nel 1960. In memoria della sua amicizia, apro questa conferenza sull’esattezza in letteratura col nome di Maat, dea della bilancia. Tanto più che la Bilancia è il mio segno zodiacale.» (Calvino: Lezioni americane) Così comincia Calvino nelle Lezioni americane l’intervento sull’esattezza. Mi conquista di Calvino la leggerezza con cui fa riferimento al suo segno zodiacale nella stesura di un importante ciclo di conferenze che era stato invitato a tenere in una prestigiosa Università americana. Anche Pesatori1 sottolinea come Calvino sia «un esempio di grande scrittore che non tratta l’astrologico con sospetto». Caso piuttosto raro, direi. E mi conquista anche il suo stile lucido e discorsivo così diverso dalla supponenza di tanti intellettuali che sembrano usare il linguaggio più per affermare la propria superiorità che non per comunicare. E comunicare, come è caratteristica dei segni d’aria, era intento prioritario per Calvino. Pensiamo anche a quello che si proponeva con le Lezioni americane: i valori letterari da salvare e “portare” nel nuovo Millennio. Leggerezza, Rapidità, Esattezza, Visibilità, Molteplicità. Sembrano quasi una definizione dei segni d’aria e soprattutto della Bilancia. Continue reading

RUBRICA ASTROLOGICA – VERGINE (parte 3)

3.  UN PERSONAGGIO DELLA VERGINE: Roberto Saviano Quale personaggio scegliere per la Vergine? Un politico come Niki Vendola o come Cuperlo? Oppure un esemplare personaggio del mondo della cultura e dell’impegno? Non ho avuto dubbi, ho scelto la seconda opzione e ho deciso di presentare Roberto Saviano. saviano_gomorra2 «Il potere dei clan rimaneva il potere del cemento. Era sui cantieri che sentivo fisicamente, nelle budella, tutta la loro potenza. Fu quando morì Francesco Iacomino però che compresi sino in fondo i meccanismi dell’edilizia. Aveva trentatré anni quando lo trovarono con la tuta da lavoro sul selciato, all’incrocio tra via Quattro Orologi e via Gabriele D’Annunzio a Ercolano. Era caduto da un’impalcatura. Dopo l’incidente erano scappati tutti, geometra compreso. Nessuno ha chiamato l’autoambulanza, temendo potesse arrivare prima della loro fuga… Quest’ennesima notizia di morte, uno dei trecento edili che crepavano ogni anno nei cantieri in Italia si era come ficcata in qualche parte del mio corpo. Con la morte di Iacomino mi si innescò una rabbia…appena entrai nella crisi asmatica di rabbia mi rimbombò nelle orecchie l’lo so di Pasolini come un jingle musicale che si ripeteva sino all’assillo. E così sono andato a Casarsa, sulla tomba di Pasolini…
…non per un omaggio, neanche per una celebrazione… Mi andava di trovare un posto. Un posto dove fosse ancora possibile riflettere senza vergogna sulla possibilità della parola. La possibilità di scrivere dei meccanismi del potere, al di là delle storie, oltre i dettagli. Riflettere se era ancora possibile fare i nomi, a uno a uno, indicare i visi… Se era ancora possibile inseguire come porci da tartufo le dinamiche del reale, l’affermazione dei poteri, senza metafore, senza mediazioni, con la sola lama della scrittura. Presi il treno da Napoli per Pordenone, un treno lentissimo dal nome assai eloquente sulla distanza che doveva percorrere: Marco Polo. Una distanza enorme sembra separare il Friuli dalla Campania… e vidi la tomba. “Pier Paolo Pasolini (1922-1975)”. Al fianco, poco più in là, quella della madre. Mi sembrò d’essere meno solo, e li iniziai a biascicare la mia rabbia, con i pugni stretti sino a far entrare le unghie nella carne del palmo. Iniziai a articolare il mio io so, l’io so del mio tempo. Io so e ho le prove. Io so come hanno origine le economie e dove prendono l’odore. L’odore dell’affermazione e della vittoria. Io so cosa trasuda il profitto. Io so. E la verità della parola non fa prigionieri perché tutto divora e di tutto fa prova. Io so e ho le prove. E quindi racconto. Di queste verità.»  (Saviano, Gomorra) 
Il brano pieno di forza che ho riportato è naturalmente tratto da Gomorra, il libro che lo ha reso famoso. Come citazione è certamente lunga, ma avrei voluto addirittura continuare tanto mi appassiona questa parte.

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RUBRICA ASTROLOGICA – VERGINE (parte 2)

2.    DONNE DELLA VERGINE. ELIZABETH VON ARNIM. Leggera e ironica scrittrice del primo Novecento

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Sottile e graffiante è anche l’ironia di Elizabeth von Arnim.

Ho conosciuto questa scrittrice circa quattro  anni fa, attraverso il suo romanzo forse più bello (Amore) che mi aveva prestato un’amica. Da quel momento ho letto tutto quello che sono riuscita a trovare di questa autrice.

 

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Ma chi è e Elizabeth von Arnim?

Nata in Australia da una famiglia inglese nel 1891 sposò un conte tedesco e visse per circa quindici anni in Pomerania. Rimasta vedova (aveva già pubblicato con grandissimo successo Il giardino di Elizabeth) si trasferì a Londra, visse tra questa città, la Costa Azzurra, gli Stati Uniti.
Ebbe vari amanti tra cui B. Rassel, nel 1916 ne sposò il fratello più giovane, ma non fu un matrimonio felice.
E’ descritta come  donna elegante, spiritosa, di straordinaria intelligenza.
Scrittrice brillante e anticonformista, mostra una feroce ironia nel descrivere la società boriosa e maschilista dell’Inghilterra degli anni ’30. Una società dominata dalla finzione e dai pregiudizi.
Forse il suo romanzo che mi è più caro è Un incantevole aprile: un gruppo di donne inglesi ingrigite da rapporti frustranti con i loro uomini, si ritrova per una vacanza in una spendente Liguria…
È una favola lieve e deliziosa e della vacanza, del corpo e dello spirito, fa respirare l’aria e anzi suscita il desiderio di trovare il proprio luogo dell’anima in cui recuperare le nostre parti migliori. Leggendo ti diverti e senti una forte condivisione con una donna profonda con leggerezza.

«Anna, in fondo al giardino, guardava oltre la bassa siepe che la separava dal terreno paludoso e dal mare, e pensava di non aver mai visto prima un luogo in cui sarebbe stato tanto facile essere buoni.» (Un incantevole aprile)

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