L’ESPERIENZA E L’OPERA DI VITTORIO VIALLI

NEL RACCONTO DEL NIPOTE ANDREA A METRO-POLIS

di Andrea Vialli

8 settembre 1943. In quello che rimane dell’Europa la voce del maresciallo Badoglio risuona in tutte le radio. L’armistizio della potenza più debole dell’Asse, l’Italia, è reso ufficiale, ma all’esercito italiano non vengono consegnate istruzioni precise su come comportarsi con i nazisti, gli alleati di poche ore prima. È il caos. Del regio esercito circa un milione di soldati si dà alla macchia, un altro milione è catturato con la promessa, subito disattesa, di un ritorno sicuro in patria. Pochissime le adesioni alla Wehrmacht, eroiche le resistenze di alcune divisioni (a Cefalonia, per ricordarne una delle più celebri), moltissimi i soldati e gli ufficiali italiani che saranno deportati nei campi di concentramento. Sarà loro negata la definizione di prigionieri di guerra e gli sarà cucita addosso una dicitura che sfugge alla Convenzione di Ginevra (e anche all’assistenza della Croce Rossa): IMI, ovvero Internati Militari Italiani.

Continue reading