PRIDE: COLORATE E RUMOROSE SEMPRE

Il blog di Metro-Polis si è assunto il compito di configurarsi come piattaforma programmatica e virtuale piazza dialogica dell’associazione, ma si è parimenti assunto l’onere di farsi strumento civico per soci e lettori. È in questa prospettiva che abbiamo pubblicato ‹‹2 agosto, la strage alla stazione di Bologna›› di Danila Faenza o la serie di articoli di Beatrice Collina incentrati sulla fenomeno della Resistenza nel bolognese (‹‹L’eccidio di Casalecchio di Reno›› e ‹‹Notte e nebbia: Sabbiuno 1944››). Vogliamo farci memoria e testimonianza, senza rinunciare ad essere pungolo di riflessione critica per questa società che ci troviamo ad abitare. Vogliamo così essere presenti, per come possiamo, nelle date importanti della nostra Bologna.
È in questo senso e in quest’ottica che ospitiamo, oggi, un articolo incentrato sul Bologna Pride: la manifestazione più importante per le rivendicazioni delle persone LGBTI della nostra città. A scriverlo è Irene Pasini, amica della prima ora di Metro-Polis e vicepresidentessa del Cassero lgbt center.
Non mi resta che augurarvi buona lettura e invitarvi a fare vostro lo slogan di questo Bologna Pride 2016: “Pride libera tutt*”!

Mattia Macchiavelli

Giugno è il mese dell’orgoglio LGBT e Queer, il mese dei Pride, delle manifestazioni e dei cortei colorati e rumorosi che avvolgono le città in giro per il mondo chiedendo diritti e uguaglianza per le persone lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, asessuali, intersessuali e tutte quelle caratteristiche identitarie riguardanti genere e orientamento sessuale per le quali le persone di tutto il mondo vengono discriminate.

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LA ZONA “T” DELLA TELEVISIONE

IMG_3960In principio erano travestiti, o addirittura omosessuali semplicemente molto effeminati. Poi ci furono Brandon Teena di Boys don’t cry, ruolo per il quale Hilary Swank vinse l’oscar e, a distanza di qualche anno, la Bree Osbourne di Transamerica. Ora, da Laverne Cox, prima transessuale ad essere premiata agli Emmy Awards, per il suo ruolo di Orange is the new black, alla coppia di trans del Grande Fratello,  la T domina la televisione, persino quella italiana.
Il passaggio culturale che sta avvenendo nell’ambito delle questioni LGBT è piuttosto evidente: dalla politica ai mass media (ma soprattutto dai mass media alla politica) il tema è diventato martellante, soprattutto nei paesi, come l’Italia, che ancora non riescono ad adeguare la propria legislazione a quelli del restante mondo occidentale.

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