ASTRI E PITTRICI – GEMELLI

VANESSA STEPHEN BELL, APE REGINA DI BLOOMSBURY

di Rosalba Granata

Natura morta sull’angolo della mensola del camino, 1914, Londra – Tate Gallery

Molte sono le pittrici che attualmente vengono riscoperte e rivalutate. Tra queste c’è anche Vanessa Stephen Bell, una delle figure più moderne e affascinanti dell’Inghilterra del primo novecento.

Era un’artista innovativa, fu in prima fila a recepire l’arte di avanguardia che arrivava dalla Francia e, con il coraggio della sperimentatrice, a mettere a punto un linguaggio artistico nuovo rispetto al passato accademico inglese. Nel 2017 le è stata dedicata a Londra, alla Dulwich Picture Gallery, la prima retrospettiva per fare conoscere e apprezzare i suoi lavori.

Anche la sua vita è stata controcorrente rispetto alla rigida morale vittoriana dell’epoca. Una vita lunga e intensa. Gli amici, gli amori, i figli e l’arte, tutto vi ebbe un ruolo importante.

Vanessa

Ma se è poco conosciuta come pittrice lo è certamente di più come la bellissima sorella maggiore di Virginia Woolf.

Basta leggere la biografia, le lettere, il diario della famosa scrittrice e immediatamente la incontriamo. La sua figura sembra anche talvolta affiorare nei personaggi femminili delle opere di Virginia. A lei è dedicato Notte e giorno, uno dei suoi primi romanzi. È in parte ispirata a lei, nel romanzo Al Faro, la pittrice Lily Briscoe con le sue inquietudini artistiche.1

Una delle due lettere che la Woolf scrive prima del suicidio è indirizzata alla sorella. È un messaggio pieno di affetto.

Se potessi dire cosa avete significato per me tu e i bambini… ma credo che tu già lo sappia”

Effettivamente la loro vita è strettamente intrecciata. Il loro è stato un rapporto profondamente affettivo, di ammirazione reciproca, di forte condivisione e complicità.

Fin da bambine passavano le giornate nella stessa stanza, Virginia a scrivere e Vanessa a disegnare e dipingere.

«Non riesco a ricordarmi di un tempo della nostra vita in cui Virginia non abbia voluto fare la scrittrice e io la pittrice. Così ognuna se ne sarebbe andata per la propria strada e comunque sarebbe venuto meno un motivo di rivalità». Scrive Vanessa

Ed essendo così intenso il loro legame, ma diversi i caratteri e i destini, sono affiorate talvolta conflittualità e gelosie. Ma sono sempre state punto di riferimento l’una per l’altra.

Erano cresciute in una tipica famiglia colta e agiata della borghesia londinese. Avevano parentele e amicizie influenti, per esempio la sorella della madre era la pionieristica fotografa Julia Margaret Cameron, il padrino di Virginia era l’ambasciatore americano in Inghilterra. Abitavano in una elegante casa al numero 22 di Hyde Park Gate, nei pressi del famoso parco.

Alla morte prematura della madre erano ricadute sulla diciottenne Vanessa molte delle responsabilità della famiglia, dalla gestione quotidiana alla cura del padre anziano e malato e della fragile sorella Virginia. Pur essendo molto giovane Vanessa tendeva già ad ispirarsi al modello materno di abnegazione per gli altri.

Nel 1904 con la morte del padre avviene la svolta della loro vita.

Vanessa ha venticinque anni, è la sorella maggiore ed è lei che prende, nonostante le critiche di amici e parenti, l’importante decisione di lasciare la grande e buia casa di famiglia e di andare ad abitare con Virginia ed i fratelli, Thoby e Adrian, in un quartiere periferico come Bloomsbury, più economico e considerato in quegli anni poco adatto per la borghesia.

I fratelli e le sorelle Stephen sono poco più che ventenni e si apre per loro una nuova vita. Condividono la sensazione entusiasmante di uscire finalmente all’aperto, liberi di costruire con nuovi valori e desideri le proprie esistenze.

“La luce e l’aria, dopo la ricca penombra rossa di Hyde Park Gate, furono una rivelazione… Ma la cosa più esaltante era lo spazio. Qui Vanessa e io avevamo ciascuna un salottino; e poi c’era l’ampio salotto di due vani; e uno studio al piano terreno. A rendere tutto più nuovo e più fresco la casa era stata completamente ridipinta … dappertutto chintz bianco e verde.… Eravamo piene di esperimenti e innovazioni. … Avremmo dipinto; avremmo scritto; e dopo pranzo, alle nove, avremmo bevuto caffè e non tè. Tutto sarebbe stato nuovo; tutto sarebbe stato diverso. Avremmo provato tutto.” (Virginia Woolf)

Il fratello Thoby comincia a organizzare nella loro casa incontri con suoi amici e ex compagni di Cambridge per discutere con entusiasmo di nuove idee, di arte, politica, letteratura e di libero amore.

Vanessa ricorda che parlavano “di qualunque cosa ci passasse per la testa… e fino alle ore piccole… senza adulti a cui rendere conto di azioni o idee”

A partire dall’agosto del 1905 si incontrano con regolarità ogni giovedì sera dando vita a quello che è conosciuto come “Bloomsbury Group” del quale facevano parte, tra gli altri, lo scrittore E.M. Forster, il critico d’arte Clive Bell, il biografo Lytton Strachey, l’economista John Maynard Keynes, Leonard Woolf, e successivamente anche Roger Fry. Intellettuali che avranno un grande ruolo nella cultura del Novecento.

Era sicuramente un gruppo anticonformista e le loro erano, per l’epoca, idee rivoluzionarie, teorizzavano l’uguaglianza, il femminismo, l’accettazione dell’omosessualità e della bisessualità, il pacifismo. All’inizio era un gruppo di soli uomini legati dal gusto della speculazione intellettuale, ma poi a poco a poco si inserirono e cominciarono ad essere accettate anche le sorelle Stephen. Forse in un primo momento la loro presenza era vista con un po’ di perplessità ed erano tutt’al più accettate come padrone di casa, ma ben presto il loro punto di vista femminile divenne determinante e diede un’impronta completamente originale e fertile alle loro conversazioni. E questo è uno degli aspetti che rende il gruppo di Bloomsbury un movimento di avanguardia diverso da tutti gli altri del ‘900, nei quali, invece, le donne hanno avuto vita difficile e scarso riconoscimento.

Vanessa Bell, Conversation

Gli scritti della Bell raccolti nel libro La nostra Bloomsbury2 ci offrono una testimonianza di quel mondo e ce ne fanno comprendere la particolarità. Nella prefazione la figlia Angelica afferma che “Sono come frammenti di una autobiografia mai scritta”.

Vanessa scrive in modo semplice, diretto e ironico. Si rivolge ad un pubblico di amici intimi, non aspira ad alcun riconoscimento letterario. Ironicamente afferma che è l’unica della famiglia Stephen a non saper tenere la penna in mano. Ma sono testi sinceri ed efficaci.

Quando parla del gruppo Bloomsbury non percepiamo la volontà di costruire un mito. Anzi sottolinea sempre il carattere disinvolto dei loro incontri, nei quali si mescolavano riflessioni serie e profonde con temi più futili e divertenti. Si consideravano infatti non un movimento ma un gruppo di amici e amiche. I rapporti interpersonali e i sentimenti erano al centro della loro attenzione, per loro l’amicizia e l’amore erano legami profondi al di là dei convenzionali ruoli sessuali. La loro vita era concepita all’insegna dell’anticonformismo e della completa libertà di pensiero e di espressione. L’arte e la letteratura costituivano un arricchimento, uno scambio continuo che si esprimeva con la gioia della condivisione.

Lia Giachero nella sua biografia di Vanessa Bell la definisce L’ape regina di Bloomsbury” dandole quindi un ruolo di primo piano per il suo talento nell’animare il salotto di Bloomsbury.

Criticatissimo dai contemporanei, il gruppo Bloomsbury provocava ostilità e scandalo per idee e modi di vita considerati inaccettabili dalla società ipocrita e convenzionale dell’epoca. Oggi, invece, affascina, desta interesse e curiosità per la profondità delle idee, ma soprattutto per la genialità dei componenti e per i legami particolari e sinceri che avevano instaurato. Abbondano saggi, film, romanzi, mostre in cui sono protagonisti gli eccentrici e geniali uomini e donne che ci hanno lasciato tanto. I capolavori di Virginia Woolf, romanzi, dipinti, i testi economici di Keynes. Opere fondamentali per la cultura nei suoi vari aspetti.

Il mondo di Bloomsbury,” scrive Nadia Fusini “era soffuso di splendore e di illusione. C’erano intrighi e gelosie, amori nascevano e si disfacevano, c’era vitalità, c’era allegria”3 .

Un’altra stanza

Il primo periodo di Bloomsbury, ricco di vitalità ed entusiasmo, viene sconvolto dalla morte imprevista dell’amato fratello Thoby.4

Un anno dopo, il matrimonio di Vanessa con il critico d’arte Clive Bell provoca un terremoto emotivo in Virginia che, abituata a un rapporto simbiotico con la sorella, si sente abbandonata. Quella tra Clive e Vanessa è stata, come veniva anche teorizzato dal loro gruppo, una coppia aperta ma il loro legame di amicizia e affetto si protrasse per tutta la vita tanto da non separarsi mai ufficialmente.

Dopo la nascita del secondo figlio, Quentin, Vanessa inizia una relazione con l’influente critico d’arte Roger Fry, che di lei si innamora perdutamente. Quello con Roger Fry mi pare sia il rapporto d’amore di Vanessa di cui si parla meno. Eppure a me sembra fondamentale sia sul piano affettivo sia su quello artistico.

Vanessa ricorda il primo incontro con Fry, avvenuto attorno al 1905 ad una cena da Desmond MacCarthy, quando a tavola si è trovata vicina a lui. Roger era già un critico affermato. Vanessa è inizialmente diffidente, conosce bene l’atteggiamento di superiorità che assumono gli intellettuali nei confronti delle donne, per di più giovani e pittrici.

Nella mia mente lo associavo a figure terrificanti degli intellettuali progressisti nel campo dell’arte che sembravano detenere il segreto dell’universo Arte, segreto che non potevi essere in grado di scoprire, specialmente se eri una creatura incredibilmente inferiore come una pittrice. È un altro di loro, pensai.”

Ma Roger la stupisce. È facile parlare con lui, e la ascolta, la ascolta davvero. Sente apprezzato il suo pensiero anche quando non sono d’accordo sui giudizi nei confronti di alcuni pittori famosi, come per esempio su Sargent che lei ammira.

Cominciano a frequentarsi più assiduamente nel 1910 durante l’effervescente periodo della Mostra sui post-impressionisti. Si trovano a condividere emozioni e per Vanessa è fondamentale per la svolta della sua pittura, è lui che la fa crescere, le fa assumere una dimensione di artista.

Ho imparato a vedere moltissime cose, guardandole con lui, ritengo di poter davvero affermare di aver imparato a vedere

Ma l’amore nasce l’anno dopo durante il viaggio in Turchia con Clive ed un suo amico. Tra Vanessa e Roger c’è una grande intesa, condividono la gioia del dipingere insieme in luoghi lontani da quelli a cui sono abituati, persone e paesaggi diversi. Poi però Vanessa ha un crollo fisico dovuto ad un aborto spontaneo. Il marito non è in grado di sopportare la malattia, ed è Fry ad occuparsi di lei, giorno e notte. Le è vicino anche nei mesi successivi durante la convalescenza. Ed è felice. È felice di sentirsi indispensabile. Vanessa parla di “sentimenti reciproci e intensi”.

Mi ha molto colpito il loro rapporto proprio perché è solitamente Vanessa che si occupa degli altri, lo abbiamo visto fin da giovanissima. Roger è il primo, e certamente l’unico tra gli uomini della sua vita, che si prende cura di lei. Anche al termine della loro relazione rimangono amici per tutta la vita, costantemente in contatto. Roger c’è sempre per lei e per tutto il loro gruppo. Va e viene, parte e ritorna.

Soprannominato con affetto “il cavaliere bianco”5 era amato e apprezzato da tutti non solo per il suo spessore culturale ma anche per la sua generosità e calore umano.6

Durante la Prima guerra mondialeVanessa si trasferisce in campagna nel Sussex, con il nuovo compagno Duncan Grant. Vanessa era innamoratissima ed anche spaventata dalla forza delle sue emozioni.7

È stata probabilmente l’unica donna per l’affascinante Duncan, ma alle relazioni con molti uomini non intendeva rinunciare. Dal loro rapporto è nata la figlia Angelica.

La relazione si è trasformata ben presto in profonda e affettuosa amicizia, ma è stato per lei il compagno di tutta la vita con cui ha condiviso la casa, il lavoro, i viaggi, le amicizie.

In una lettera a Julian del 1937 così parla di Duncan.

È così incredibilmente pieno di fascino, il suo genio come artista sembra traboccare così nella sua vita ed è così divertente, strano e inspiegabile che molte persone, credo, non capiscano chiaramente quale per me è la sua qualità più adorabile – la sua onestà – disinteresse assoluta sincerità e semplicità di carattere che mi fanno dipendere da lui sempre (lettera di Vanessa a Julian 1937)

La fattoria di Charleston viene arredata con mobili e dipinti decorati dai pittori del gruppo e diviene un ritrovo degli amici. In questi anni Vanessa si dedica intensamente al lavoro, ai figli e ai viaggi.8

È il 1937 quando la sua vita viene sconvolta da un terribile lutto. Il figlio maggiore Julian, andato in Spagna per combattere contro i franchisti, muore mentre è alla guida di un’ambulanza. Qualche anno dopo un altro duro colpo sarà il suicidio della sorella. Da questi due eventi non si riprenderà mai completamente.

Vanessa muore circa vent’anni dopo a ottantuno anni. La sua è stata una vita intensa con un grande spazio per l’amore per figli, nipoti, amanti e amici e con un ruolo importante dell’arte.

L’esistenza di questa donna affascinante e anticonformista è così coinvolgente da attirare interesse e attenzione tanto che si rischia quasi sempre di far passare in secondo piano la sua arte.

Ma cerchiamo di rimediare… ( 1° puntata – continua )

  1. Ho affermato che nel romanzo Al faro (1927) Lily Briscoe è solo in parte ispirata a Vanessa in quanto sicuramente è anche alter ego della stessa scrittrice. Il romanzo, del 1927, è uno dei capolavori di Virginia Woolf. Al centro la figura della madre, ricreata nel ricordo. ↩︎
  2. Vanessa BellLa nostra Bloomsbury: io, mia sorella Virginia e gli altri
    Il libro è diviso in tre parti. La presentazione della figlia Angelica Garnett, gli interventi di Vanessa Bell al Memorial Club. La postfazione della curatrice storica dell’arte Lia Giachero, focalizzata sulla esperienza artistica.
    Vanessa, al contrario di altre pittrici, per esempio Frida Khalo, ha parlato poco di sé, non ha lasciato diari, è stata riservata anche sulla sua arte. Restano solo le lettere e quello che scrisse per Il Memorial Club. Il Club era stato ideato da Molly MacCarty e fondato nel 1920. Era composto dalle vecchie amicizie del gruppo Bloomsbury e per essere ammessi i nuovi soci dovevano ottenerne il parere unanime. Angelica Garnett racconta che erano incontri conviviali piacevoli durante i quali alcuni soci leggevano un loro testo, prevalentemente autobiografico. “La nostra Bloomsbury” raccoglie appunto cinque testi di Vanessa scritti per essere letti al Club. ↩︎
  3. Nel 2022 si è tenuta a Roma la mostra “Virginia Woolf e Bloomsbury. Inventing life” curata da Nadia Fusini. Intenzione della mostra è stato raccontare non solo la grande scrittrice, ma lo spirito del gruppo di Bloomsbury “il senso della rivoluzione creativa di cui questi giovani sono i protagonisti. Uscendo come da un incubo dall’epoca vittoriana” . Quindi la scelta di mettere Inventing Life nel titolo della mostra. ↩︎
  4. Su Thoby Virginia Woolf ha basato il personaggio centrale del suo romanzo La stanza di Giacobbe del 1922 nel quale per la prima volta Virginia si allontana in modo deciso dalle forme tradizionali del romanzo. La vita di Jacob è infatti raccontata tramite momenti e percezioni con un flusso continuo di pensieri, memorie, emozioni provate da chi lo conosce o da chi lo incontra per caso, in treno, ai ricevimenti o per strada.
    È un libro meraviglioso, con pagine di incredibile bellezza, a tratti una poesia in prosa. ↩︎
  5. Il Cavaliere Bianco è un personaggio di “Alice attraverso lo specchio” ↩︎
  6. A Fry e al rapporto con Vanessa è dedicato un intero capitolo di La nostra Bloomsbury, scritto nel 1934, pochi mesi dopo la morte di Roger.
    Virginia Woolf, dopo la morte di Roger Fry scrive su di lui una intensa biografia, dalla quale si percepisce quanto il suo modo di “vedere” l’arte abbia influito sulla sua scrittura. Una Biografia che è una vera opera d’arte. “Sì è lui, dice Vanessa, lo hai ricreato” ↩︎
  7. E’ quanto riferisce la figlia Angelica nella prefazione a La nostra Bloomsbury ↩︎
  8. La casa di Charleston, nel Sussex, è divenuta un museo aperto al pubblico. Charleston ospita anche una serie di eventi speciali durante tutto l’anno, in particolare il Charleston Festival, che si tiene ogni maggio ↩︎

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