ASTRI E ARTE – ARIETE, I COLORI DI VAN GOGH

Il 21 marzo, equinozio di primavera, inizia un nuovo ciclo stagionale. Anche noi iniziamo un nuovo ciclo con l’Astrologia di Metro-Polis e proponiamo un viaggio nell’Arte. Le nostre rubriche di astrologia intendono essere un momento di piacere, di gioco e, se volete, un pretesto per incontri di personaggi, libri, miti e, in questo caso, pittori.  Magari ognuno di noi potrà scoprire di sentirsi vicino a qualche opera d’arte che con la sua bellezza sarà una fonte di benessere.
È l’inizio della Primavera. È il risveglio della Natura. L’ardore del sole fa fondere i ghiaccicanta un antico inno all’Ariete.

Ariete è il primo segno di Fuoco,  la sua energia è indifferenziata, violenta, esplosiva. Marte è il suo pianeta governatore e il Sole è in esaltazione. Ogni esperienza viene vissuta impetuosamente. È costante la sua ricerca della sensazione forte sia nella gioia che nelle difficoltà.
E queste caratteristiche mi pare si evidenzino molto bene in VAN GOGH che ha in Ariete Sole e Mercurio; la Luna è in Sagittario, altro segno di fuoco. E con Van Gogh la passione diventa arte.

“Io sento in me una forza, un fuoco, che non posso comprendere” (Van Gogh).

Era un uomo dal carattere istintivo, dai sentimenti forti, spesso violenti. Passava alternativamente dall’entusiasmo più esuberante alla più profonda depressione. Era impulsivo e ribelle e questo lo portava alla rottura di molti rapporti. Burrascosi anche quelli con la famiglia, rimase in contatto solo con il fratello Teo.
Slanci e cadute ci richiamano il mito principale dell’ariete, quello di Frisso che, preso dalla sua impaziente impulsività, fugge precipitosamente cavalcando l’ariete dal vello d’oro e nella sua impresa disperata perde Elle, sua sorella, sua parte femminile e rischia lui stesso la distruzione.

L’esistenza di Vincent è da svolte improvvise. Cambiò spesso attività, fu persino vagabondo e ardente  missionario, e cominciò a dipingere davvero solo a trent’anni, a trentacinque arrivò ad Arles: è la rivelazione del sole, dei fiori, dei colori di fuoco, è nel suo elemento.
La pittura è il punto di arrivo, il coronamento della sua esistenza. Ma evidentemente non riesce ad essere a lungo il suo rifugio, la sua salvezza. Le crisi riprendono, si intensificano: è la disperazione, la follia, il suicidio.

Barbault afferma che il Fuoco dell’Ariete si esprime nell’Arte con “Immagini definite, colori vivi, impressioni forti” e questa affermazione mi pare si possa collegare molto bene alla pittura di Van Gogh.
I suoi dipinti sono così carichi di EMOZIONE che quasi riusciamo a percepire il suo tormento, i suoi sentimenti al momento della realizzazione. Così le sue pennellate ci dicono qualcosa del suo stato d’animo.
Anche i LUOGHI, gli ambienti in cui vive si caricano delle sue emozioni, come nella Stanza dell’artista, quadro del quale Van Gogh era particolarmente soddisfatto in quanto riteneva di avere finalmente raggiunto un suo stile.
Nel Caffe’ con biliardo i colori sono accesi ed esasperati, Van Gogh afferma “voglio dipingere col rosso e col verde le terribili passioni umane”.
I suoi PAESAGGI dai colori crepitanti, dalle forme che emanano calore, risplendono di luce e d’oro (Barbault).
E la campagna è spesso protagonista con il giallo, colore del sole.
È ancora presente il giallo splendente nel Campo di grano con corvi, che viene considerato il suo testamento artistico, ma in questo caso il campo di grano,  investito dalla luce solare, è in contrasto con la cupezza del cielo  e in alto i corvi volteggiano annunciando una tempesta imminente ed esprimendo la tragica dialettica vita – morte che bene esprime la sua concitazione emotiva.

“Quasi tutti conoscono qualche suo lavoro. I girasoli, la sedia vuota, i cipressi alcuni suoi ritratti sono diventati tanto popolari… si possono vedere anche in molte stanze modeste” afferma Gombrich e ritiene che sia proprio quello che Van Gogh avrebbe voluto, un’arte che non richiamasse solo l’attenzione dei ricchi imprenditori, ma desse gioia e consolazione ad ogni creatura umana.

Rosalba Granata

IMMAGINI

1. I Girasoli. Sono una serie di dipinti realizzati tra il 1888 e il 1889. Sono tra i soggetti preferiti dal pittore e tra le più conosciute dal  grande pubblico. I girasoli, dipinti ad Arles in un periodo di vitalità ed ottimismo, esprimono la particolare luminosità del sole e permettono a Van Gogh di usare l’intero spettro del giallo, colore da lui preferito, grazie ad una tecnica innovativa detta “ad impasto solido”. Il dipinto della National Gallery è il più audace di tutti, fiori gialli in una brocca giallo contro un muro giallo: una sinfonia d’oro.

2. Paul Gauguin, van Gogh che dipinge i girasoli (1888), Van Gogh Museum Amsterdam, olio su tela.

3. Il mietitore (1889) 72 x 60 cm Olio su tela. Amsterdam Rijskmuseum. Era considerato da Van Gogh collegato con Il Seminatore ma antitetico rispetto a questo per una nuova ondata di pessimismo che aveva  colpito il pittore. Scrive infatti a Theo «Io vidi allora quel mietitore, una figura indistinta che combatte contro il demonio (…) vidi in lui l’immagine della morte, nel senso che l’umanità era il grano che egli stava mietendo. È, se vuoi, l’opposto del seminatore che ho dipinto tempo fa». La figura umana è posta in secondo piano, mentre risaltano i fasci di spighe appena tagliate. Le altre ondeggiano in lontananza con moti convulsi. Sullo sfondo un muro, oltre il quale si profilano montagne impervie. Il sole è di un giallo spento.

4. Caffe’ con biliardo (1888). Olio su tela. Art Gallery Università di Yale. Il locale raffigurato è il bar di Place Lamartine, ad Arles. I colori sono accesi e discordanti, danno una sensazione di disagio: Van Gogh infatti voleva esprimere la violenza delle passioni umane, che degeneravano soprattutto nei caffè.

5. Paesaggio con covoni di grano e luna che sorge Olio su tela, cm 72 x 91,3 1889 Kröller-Müller Museum © Kröller-Müller Museum.

6. In Campo di grano con corvi (1890) olio su tela, 50,5 x 103 cm, Amsterdam, Rijskmuseum Vincent van Gogh.

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