LEZIONI DI ASTROLOGIA: ARIETE – MARTE NELL’ASTROLOGIA, NEL MITO, NELL’ARTE

di Rosalba Granata

Sistema solare.

Marte è il quarto pianeta del sistema solare in ordine di distanza dal Sole.

È il Pianeta rosso, il suo caratteristico colore, dovuto alle grandi quantità di ossido di ferro, lo rende il pianeta più facilmente individuabile dalla Terra. La sua visibilità a occhio nudo lo ha anche reso tra i più presenti nell’immaginario, è il protagonista di tanti racconti fantascientifici.

Marte nell’Astrologia

Marte è energia indifferenziata, violenta, esplosiva.
Rappresenta la violenza cieca, la passione e, nel suo aspetto positivo, il thumos platonico, il coraggio e la determinazione nell’agire e nel realizzare le proprie aspirazioni. Può quindi darci l’energia, la passione per combattere per giuste cause.
Ed è il pianeta che caratterizza maggiormente l’Ariete. In questo segno sono infatti in domicilio (1) Marte e Plutone e in esaltazione il Sole.Legati a questi pianeti, e in particolare a Marte, sono le caratteristiche più evidenti del segno: baldanza, affermazione attivo-aggressiva dell’io, con l’alternarsi di slanci ottimistici e smarrimenti scorati.

L’Ariete è segno di Fuoco (2). Ogni esperienza viene vissuta impetuosamente. È costante la sua ricerca della sensazione forte sia nella gioia che nelle difficoltà.

Liz Greene sottolinea come l’Ariete, spinto dall’energia di Marte, abbia sempre bisogno di una battaglia, di un ideale per cui combattere. Insomma la Sindrome di Giovanna d’Arco. È quindi coraggioso e sa combattere. Ha bisogno di avventura e di imprese cavalleresche. È pronto a gettarsi spesso troppo impetuosamente. Si dona con generosità per combattere i draghi.

Nella cosmologia dantesca il Cielo di Marte è quello dei combattenti per la fede. È in questo cielo che Dante incontra il suo avo Cacciaguida che lo investe della sua missione. Dovrà combattere contro la corruzione della società con le armi della poesia, e il suo messaggio si rivelerà un nutrimento vitale per la società:

«Chè se la voce tua sarà molesta
nel primo gusto, vital nodrimento
lascerà poi, quando sarà digesta».

Marte nella Mitologia

Ares – Marte è il dio della guerra, della virilità, dio della lotta, dell’aggressività.

L’Iliade è il poema guerriero per eccellenza, eppure Omero non dà certo un ritratto lusinghiero di Ares: «Sei il più odioso degli dei dell’Olimpo» dice di lui il padre Zeus, «assassino e violento».

Diversa è la visione che ce ne dà l’Inno omerico ad Ares (3):

«O Ares vigoroso, che calchi il carro da guerra, dall’elmo dorato,
intrepido scutifero, difensore di città, ricoperto di bronzo,
dalla possente mano, instancabile, abile con la lancia, bastione d’Olimpo,
Padre della Vittoria che dona fortuna in guerra, sostegno di giustizia,
dominatore dei nemici, guida per i giusti mortali,
signore del coraggio, che ruota la sfera fiammeggiante
fra i pianeti delle sette strade».

Il ritratto che scaturisce dall’Inno è molto diverso da quello dell’odioso Ares dell’Iliade, è difensore di città, dà coraggio agli uomini virtuosi, è sostegno della giustizia, caratteristiche che lo rendono più simile al Marte romano.

A Roma, infatti, era il dio della Primavera e la sua importanza era immediatamente successiva a quella di Giove. Ne veniva sottolineato il coraggio, il valore guerriero. La sua impulsività poteva avere gravi conseguenze, ma rappresentava anche la capacità di scegliere e impegnarsi per una giusta causa.

Infine Marte è amante appassionato. Pensiamo agli amori di Marte e Venere, sono i due opposti, ma da loro nasce una figlia: Armonia.

Marte nell’Arte

Mantegna, Parnaso, 1497, tempera su tela (150cm x 192cm), Parigi, Museo del Louvre. Marte è in atteggiamento amorevole, ma vestito da guerriero. Venere è nuda tra le sue braccia.

Frequentemente i pittori rappresentano Marte insieme a Venere. Amore e guerra. Maschile e femminile. Ariete e Bilancia. Gli opposti e complementari.
L’armonia dei contrari è infatti particolarmente diffusa nelle raffigurazioni mitologiche dell’età rinascimentale.
Sono talmente tanti e magnifici i dipinti che è veramente difficile scegliere. Ne propongo due.
Il primo è il Parnaso di Mantegna. Le due divinità sono collocate in un contesto più ampio, tra vari dei e creature del mito. La loro posizione è di rilevo, sono infatti in cima all’arco che sovrasta il dipinto. Gli amanti sono abbracciati. Marte vestito da guerriero con elmo e armatura, Venere completamente nuda.

Botticelli, Marte e Venere, 1483, tecnica mista su tavola (69cm x 173cm), Londra, National Gallery. L’opera è leggibile secondo molteplici piani che vanno da quello meramente tecnico pittorico a quello metafisico.

Sono anche affascinata dal quadro di Botticelli, uno dei massimi esponenti pittorici di quella Firenze medicea fortemente pervasa dagli insegnamenti misterici e neoplatonici.
Originale è il formato dell’immagine orizzontale che rappresenta le due divinità. Venere, abbigliata di seta bianca e oro, è serenamente adagiata sull’erba di un vero e proprio Giardino d’Amore.  

Marte non è certamente un Marte guerriero. È nudo, addormentato e appagato. Con le sue armi giocano maliziosamente alcuni piccoli satiri. Uno di essi cerca inutilmente di riscuotere il dio dormiente.
La fonte d’ispirazione di Botticelli sembra ragionevolmente essere il Simposio di Marsilio Ficino, in cui si sostiene la superiorità di Venere, simbolo di amore e di concordia, sul dio della guerra.

Velázquez, Marte, 1640, olio su tela (179cm x 95 cm), Madrid, Museo del Prado.

E infine lo splendido Marte di Velázquez, dal corpo possente, muscoloso. L’armatura lucente è abbandonata a terra. È un Marte molto “umano”, non viene raffigurato in una posa da vincitore, ma in un momento di sconforto e meditazione.
E certamente Marte ha bisogno di momenti di riflessione, di attimi di pausa. Achille è forse l’eroe più simile ad Ares. All’inizio dell’Iliade è accecato dall’ira, sguaina la spada e si avventa contro Agamennone, il condottiero dell’armata greca. Atena, invisibile a tutti, scende dal cielo, lo prende per i biondi capelli e gli dice «io venni a calmare la tua ira […] non tirare con la mano la spada, ma ingiuria con parole». La saggia Atena, ci fa comprendere Jean Bolen, rappresenta la voce interna che dà l’attimo di pausa che fa sì che un’azione emotiva si trasformi in scelta razionale di azione.(4)

Note

  1. Ogni segno zodiacale ha due pianeti in domicilio e uno in esaltazione. In domicilio vi è affinità di valori tra il pianeta e il segno. In esaltazione le qualità del Pianeta si esprimono in massimo grado.
  2. Quattro sono gli elementi: Fuoco, Terra, Aria, Acqua. Ad ogni elemento appartengono tre segni. Ariete è il primo di Fuoco.
  3. In realtà questo Inno viene considerato non appartenente agli Inni epici che la tradizione attribuisce a Omero, ma lo si attribuisce ora allo stoico Cleante, ora al neoplatonico Proclo, e c’è anche chi lo colloca fra gli Inni orfici.
  4. J. Bolen, Gli dei dentro l’uomo.

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