di Francesco Colombrita
Una signora che stritola con forza un fazzoletto bianco, probabilmente intriso di lacrime, mantenendo una compostezza scultorea, dei modi di ghiaccio. Solo quel gesto, fuori posto, rivela ciò che prova. Sono dettagli e particolari a mettere in moto ingranaggi sospesi nell’aria che, intravisti dalla coscienza dello scrittore, divengono opprimenti e rivelatori. I racconti di questa raccolta trovano spazio nel luogo che si crea tra l’osservatore e l’osservato, oscillando costantemente tra lo sguardo personale che influenza il mondo e il mondo stesso che opprime, schiacciandolo, l’autore.
La struttura narrativa di queste storie assume tratti sperimentali e surreali, richiamando composizioni classiche e teatrali, creando una rete quasi claustrofobica. Monaci gesuiti, madri pazze, scrittori e voci nel buio: questi alcuni dei protagonisti di un gioco di ombre culminante nell’ultimo scritto, Memorandum per un vecchio amico, testamento spirituale di Ryūnosuke Akutagawa, che pose fine alla propria vita nel 1927, con un’overdose di barbiturici.