di Francesco Colombrita
Ogni scomparsa lascia sempre un vuoto profondo, rompe un qualche tessuto della realtà, e chi rimane si ritrova bloccato da fili invisibili. Se a svanire nel nulla è un ragazzo di quasi 12 anni la frattura è davvero tremenda. Si apre un tempo sospeso che non permette di elaborare alcun tipo di lutto, che lascia spazio a una speranza mutevole che non fa altro se non schiacciare sempre di più le vite di una famiglia come tante. Si arriva al punto in cui la morte è l’unica soluzione ma il pantano dell’insicurezza non lascia che si vada avanti. Può il ritorno di quello stesso ragazzo, vivo e abbastanza in salute, quattro anni dopo, riempire quel vuoto? Continue reading