EDITORIALE – IL BRUTTO MALE: TUMORI E TABOO

di Maurizia Migliori e Paola Fellaroni

Domenica 16 febbraio al Centro Stella abbiamo trascorso una bellissima serata. Sicuramente l’inizio dell’incontro all’insegna della consueta convivialità ha aiutato a riscaldare l’ambiente e alle 20:30 eravamo tutti pronti per affrontare questo tema impegnativo, nell’immaginario personale e collettivo. Il confronto con parole tanto brutte, come il cancro, è stato leggero e liberatorio. Un’opportunità di dialogo aperto con persone di varie generazioni ed estrazione culturale, interessate ad ascoltare esperienze di vita e possibili soluzioni per migliorare e supportare il percorso terapeutico di chi è affetto da quello che è considerato il male per eccellenza dei nostri tempi, tutti uniti nella ricerca comune di un aiuto per famiglie e amici.

Metro-Polis ha voluto dialogare con due associazioni che si occupano del cancro alla mammella, che è una patologia particolarmente difficile da accettare, perché colpisce non solo l’integrità della persona ma la femminilità e l’intimità delle donne, anche nella loro relazione di coppia e nei rapporti sociali. È importante cercare modalità per mantenere e accrescere relazioni e partecipazione tra Associazioni, in quanto fare rete non è solo un modo di comunicare, ma è uno strumento che rafforza la consapevolezza dei propri diritti e aiuta a vivere nel migliore modo possibile anche le situazioni più difficili, come quelle di malattia. 

Con la sapiente moderazione di Susanna Bottazzi, infermiera case manager e socia della prima ora di Metro-Polis, sono intervenute la prof.ssa Carla Faralli, in rappresentanza di KomenItalia  e Maurizia Migliori vice-presidente del Seno di Poi OdV di Bologna, che hanno presentato caratteristiche e obiettivi delle loro associazioni.

La prof.ssa Faralli ha illustrato la natura e gli obiettivi dell’associazione americana, in Italia dalla fine degli anni ’90 e ne ha ricordato il ruolo importante nel finanziare i progetti delle associazioni di donne operate di tumore al seno e tra queste anche Il Seno di Poi.

Komen, attraverso iniziative come Race for the Cure, la maratona che si svolge ogni anno a Bologna a fine settembre e il Villaggio della Salute, è in prima linea nel sostenere l’importanza della prevenzione oncologica. L’apertura di Donne al Centro, lo spazio che all’ospedale Bellaria Komen ha creato come punto di accoglienza e di ascolto, è un contenitore di progetti rivolti alle donne operate oltre che uno sportello informativo in particolare per le donne migranti, che sono le più fragili e bisognose di sostegno.

L’associazione Il Seno di Poi Odv, invece, ha lo scopo di accogliere e supportare le donne nel percorso terapeutico, con attività ludiche come il coro e il teatro, i corsi di maglia e pittura, di recupero della integrità psico-fisica attraverso il nordic walking, yoga e la ginnastica posturale studiata per chi ha una ferita profonda nel corpo e nell’anima. È stato messo poi in luce che la peculiarità dell’associazione è quella di essere nata da una alleanza tra sanitari, ginecologa e psicologa, donne operate al seno e ora anche familiari, che necessitano di supporto soprattutto considerato che l’età delle donne ammalate si sta abbassando e spesso sono coinvolti figli adolescenti. 

Associazione Il Seno di Poi

Per il Seno di poi è intervenuta anche Paola, socia fondatrice dell’associazione, che in modo molto coinvolgente ha raccontato la sua esperienza personale e ci ha lasciato questo messaggio:

«Grazie ai ragazzi e ai soci di Metro-polis, grazie al centro Stella che li ospita. Gettare il cuore oltre l’ostacolo, riprendere in mano la propria vita – che sembra andare in frantumi al momento della diagnosi di cancro – questo è l’obiettivo de Il Seno di poi OdV che dal 2006 aiuta le donne che si trovano ad affrontare questa malattia.

Delle molte attività che offriamo alle donne quali ascolto telefonico, accoglienza, supporto psicoterapeutico, banca delle parrucche, informazioni specifiche e sui diritti lavorativi potete leggere sul nostro sito e sulla nostra pagina fb… ma qui vorrei dirvi dei sorrisi, delle risate, dei momenti di felicità che nascono quando noi ci troviamo a cantare, scrivere, recitare, dipingere, creare sciarpe come nuvole finissime di lana, scarpinare con il Nordic, muoverci flessuose con lo yoga, ri-allinearci con la posturale.

Siamo fatte di resilienza e di lacrime, di resistenza e di fragilità, di capacità di progettare all’infinito e di consapevolezza di poter morire in breve tempo. Sono importanti le associazioni di pazienti: per monitorare i Pdta, per dialogare con le istituzioni pubbliche, sanitarie e politiche, per proporre, per portare la loro testimonianza di esperti per esperienza, per aiutare anche il lavoro dei tanti medici e operatori sanitari di buona, buonissima volontà. Nel corso di tanti anni è cambiato il rapporto medico-paziente: meno supponente e distante il primo, più capace di interloquire, chiedere il secondo. L’alleanza terapeutica medico-paziente è fondamentale sempre, ma in particolar modo in malattie gravi come questa, dove le cure sono spesso pesanti e faticose da sopportare.

Se la Legge 219/17 ha stabilito che la Comunicazione è tempo di Cura forse un piccolo merito va anche alle Associazioni che da anni si battono perché sia la persona a essere al centro della relazione di cura e non la malattia.

Noi siamo tutto  questo»

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