TUTTO È POLITICA: PESCI – IL DONO DELLA VEGGENZA

di Rosalba Granata

«Ognuno chiama barbarie quello che non è nei suoi usi. Per cui siamo portati a giudicare selvaggi o barbari tutti quelli che non ci somigliano. Sembra infatti che noi non abbiamo altro punto di riferimento che l’esempio e l’idea delle opinioni o degli usi del paese in cui siamo»

(Montaigne, Saggi)

Montaigne. Saggi. Prima edizione 1588

È l’illuminante osservazione sulla relatività del concetto di barbarie con cui Montagne si inserisce nel dibattito sui «selvaggi» che si era sviluppato nell’Europa del Cinquecento dopo la scoperta di nuovi territori e nuove popolazioni al di là dell’Atlantico.

Per Montaigne non esistono valori assoluti, sottolinea che i nostri parametri morali e i nostri giudizi dipendono dalla consuetudine e dall’opinione comune che cambiano nelle diverse epoche e nei diversi luoghi. Non quindi contraddizione civiltà-barbarie ma piuttosto una pluralità di culture. Critica perciò l’atteggiamento eurocentrico proprio dell’uomo occidentale.
I suoi Saggi sono considerati una delle opere più significative e originali del suo tempo ed è collocato tra i pionieri del pensiero moderno. Nel clima feroce delle guerre di religione si fece portatore di una visione laica e tollerante. Contrario a ogni fanatismo condanna le dottrine troppo rigide e le certezze cieche. Nella sua opera vi è ancora la rinascimentale centralità dell’uomo ma visto nella sua mutevolezza e fragilità. È per Eugenio Scalfari «Il primo moderno»(1).

Montaigne parte dallo studio di se stesso, si descrive pieno di paradossi e di contraddizioni, arriva poi alla consapevolezza che occorre l’accettazione di sé e degli altri con tutti I difetti ed errori che la natura umana comporta.
Nei suoi scritti viene quindi raffigurato un uomo in tutta la sua complessità, consapevole delle sue contraddizioni, animato da due sole passioni: Verità e Libertà.

Non pensiamo che la sua opera, nel clima violento e intollerante del tempo, fosse accettata dalle autorità. Venne anzi condannata e censurata sia da cattolici sia dai calvinisti poiché sospettata di eresia, e «corruttiva dei buoni costumi, in forza del suo carattere licenzioso ed empio»(2).

Renoir. Ballo a Bougival. 1883. Museum of Fine Arts di Boston.

In Zodiaco elettorale 2018 per i politici di oggi del segno avevo fatto riferimento a Salvini.
Sì nell’acqua sconfinata dell’Oceano e nel profondo del mare troviamo ogni tipo di creature dai pesci multicolori, ai molluschi, agli squali. Ma ho iniziato con un grande, un’anima nobile come Montaigne e in questo momento non ho assolutamente voglia di parlare di squali e molluschi.
Quindi non faccio riferimento a politici di oggi e piuttosto torno ad altri personaggi di cui ho già scritto in passato che ci aprono la mente al grande, al bello.
Vorrei richiamare quindi quello che ho scritto in Arte e Astri sui pittori: la luce di Renoir e l’infinito di Michelangelo. Questi due artisti possono ben rappresentare le diverse tipologie dei Pesci, diverse personalità di questo segno affascinante, complesso e multiforme.
Potremmo affermare, in modo un po’ schematico, che nel primo si avverte maggiormente l’influenza di Giove, uno dei pianeti governatori del segno: amore per la vita e desiderio di rappresentarla nella luce della gioia.
Nel secondo è l’immensità che prevale. Nettuno«Pericoloso e sublime»(3), è l’altro pianeta governatore, quando prevale può scaturire la genialità. Possiamo avere Einstein e possiamo avere Michelangelo.

Nettuno è anche sensibilità profonda. È empatia. Unito alla esaltazione della Luna nei Pesci può dare il dono della veggenza.

Parlando di veggenza sicuramente la prima immagine che evochiamo è quella di Cassandra. A lei è infatti dedicato un bellissimo romanzo della scrittrice dei Pesci, Christa Wolf. Il tema dell’opera è proprio quello della seconda vista. Ma per la Wolf la veggenza non è una capacità soprannaturale data dal dio ma piuttosto la capacità di leggere i segni della crisi che portano alla rovina il suo mondo, e Cassandra prende consapevolezza di quello che una intera città si rifiuta di vedere.

«Il dono di vedere è una capacità tutta umana, che il Potere asserve, corrompe e tacita» commenta Anita Raja.
E allora ci rendiamo conto che la Wolf  sta utilizzando il mito per parlare a tutti noi, per parlare del nostro tempo, per parlare del nostro stare nella polis.

Ed è la stessa veggenza che riconosciamo a un intellettuale scomodo come Pier Paolo Pasolini, che rappresenta, a mio avviso, in modo veramente pieno e profondo le caratteristiche dei Pesci.
La genialità, la profonda complessità della sua natura, la gentilezza unita a una eccezionale intensità, la capacità di rappresentazione visionaria e di tensione eretica e profetica, sono caratteristiche che lo rendono davvero emblematico del segno. 

Evelyn De Morgan Cassandra (1878)

Ancora oggi, rileggendo alcuni suoi interventi, rimaniamo ammirati per la sua capacità di vedere, di immaginare, di rappresentare.
Si era contrapposto con forza ai Palazzi del potere denunciando le colpevoli responsabilità politiche con una foga sconosciuta a qualsiasi altro intellettuale.

Faceva scandalo, era talvolta  accusato di disfattismo, ma quello che ci ha lasciato è il ricordo della sua passione nelle prese di posizione provocatorie e nelle profetiche denunce.

Non dimentichiamo il suo invito a non omologarci. Per noi rimane un modello costante contro l’ipocrisia.
E ci  rimane il suo grido «Io so»

«Io so.

Io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato “golpe” (e che in realtà è una serie di “golpe” istituitasi a sistema di protezione del potere).

Io so i nomi dei responsabili della strage di Milano del 12 dicembre 1969.

Io so i nomi dei responsabili delle stragi di Brescia e di Bologna dei primi mesi del 1974.

Io so i nomi del “vertice” che ha manovrato, dunque, sia i vecchi fascisti ideatori di “golpe”, sia i neo-fascisti autori materiali delle prime stragi, sia infine, gli “ignoti” autori materiali delle stragi più recenti …

Io so. Ma non ho le prove. …

Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l’arbitrarietà, la follia e il mistero …»

(P.P. Pasolini)

 

NOTE

  1. L’Espresso 24/02/19
  2. La frase è del francescano Antonio Gillius che redasse il documento con cui l’opera di Montaigne ricevette una condanna definitiva della Congregazione dell’Indice dei libri proibiti  il 28 gennaio 1676 che si protrasse sino al 1966.
  3. Nettuno è  definito «Pericoloso e sublime» da Lisa Morpurgo. Ma è pianeta così complesso e ricco di significati che viene definito in tanti altri modi. È, per Sicuteri, il pianeta più inquietante, complesso, ricco di valori. È l’incantatore dello Zodiaco per Francesca Tumiati. È il caos, il vitale disordine. È sensibilità profonda. È empatia. È misticismo. È  legato alla spiritualità, alle emozioni ed anche ai paradisi artificiali, alla follia, alle illusioni chimeriche.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.