APERITIVO A TEMA: PARLARE DI MIGRAZIONI. LE TANTE SFACCETTATURE DI UN FENOMENO COMPLESSO

di Beatrice Collina

Con l’avvicinarsi dell’estate, è prevedibile che le notizie riguardanti sbarchi, salvataggi in mare e accoglienza subiranno l’usuale impennata, attirando l’attenzione su un tema caldo oramai da molti anni. Il mese di giugno non è stato scelto casualmente quando abbiamo deciso di inserire nel calendario 2018 un Aperitivo a Tema dedicato alle migrazioni. Una questione attorno a cui, quest’anno, si è giocata anche buona parte della campagna elettorale e che ha indubbiamente influito sugli esiti delle elezioni del 4 marzo scorso.

Trattare il tema delle migrazioni è sempre affare complicato, forse per due motivi in particolare: da un lato, l’intrecciarsi in un unico discorso di molteplici livelli (solidaristico, politico, economico, giuridico), dall’altro il fatto, tutt’altro che secondario, di avere a che fare con un fenomeno capace di toccare corde profonde dell’animo umano e paure ancestrali. Si deve perciò tener conto di un doppio binario: l’analisi della situazione oggettivo-quantitativa, nei suoi articolati elementi, e l’analisi della percezione diffusa della situazione stessa. È indicativo, ad esempio, come i contesti descritti dai dati ufficiali in molti casi non coincidano con la percezione che i cittadini hanno proprio di quei contesti. Ed è su questo cortocircuito che si gioca la vera sfida politica, da qualsiasi parte la si voglia giocare. La percezione può facilmente diventare oggetto di manipolazione e strumentalizzazione: in questo caso, non importa quante informazioni “oggettive” possano essere fornite, se la paura è stata alimentata facendo leva sul piano emotivo. D’altra parte, non si può neppure sottovalutare la percezione che i cittadini hanno di una situazione, né liquidarla in modo approssimativo. La manipolazione funziona (anche) perché chi vi ricorre dà una risposta, certo opportunistica e magari irrealistica, che si muove tuttavia sullo stesso piano di chi sottopone alla classe dirigente una precisa richiesta di ascolto. Continue reading

NOTA POLITICA

di Mattia Macchiavelli

VOCI DEL SILENZIO

A più di due mesi dalle elezioni politiche proviamo a indagare chi siamo, vedendo proprio il risultato elettorale in prospettiva.

73%(1). Questo il primo dato interessante con cui fare i conti: la percentuale degli elettori che domenica 4 marzo si sono recati alle urne.

Due punti in meno rispetto al 75% del 2013, ma si sarebbe comunque tentati di affermare che la partecipazione al voto delle italiane e degli italiani abbia tenuto, intonando un insospettabile controcanto di resistenza all’atonia che questo presente sembra volerci imporre. Quel numero sembra dirci che la resa è ancora lontana, anche se la fatica è molta e lo scoramento le è fedele compagno.

La tendenza all’astensione, tuttavia, se la si guarda sul lungo periodo, ci presenta uno scenario ben più inquietante: proprio nel 2013, per la prima volta nella storia repubblicana, il dato dell’affluenza scende sotto la soglia dell’80%, ma è dal 2008 che quell’indicatore continua a precipitare, inesorabilmente(2). Un fatto che ci dovrebbe mettere in guardia: quello spirito resiliente non è indistruttibile – sembra sussurrarci –, quello è un bacino che si sta lentamente prosciugando e, col tempo, non riuscirà più a dissetare gli abitanti di un deserto che va inaridendosi. Continue reading