ODISSEA DEL LIBRO PERDUTO – CALIPSO

L’ambulanza arrivò in pochi minuti. Le strade deserte, nel cuore della notte, favorirono il suo arrivo.

Lusa piangeva, lo sguardo annebbiato, tremante. Cercava di fissarmi, di ricevere una risposta. Nei suoi occhi lessi la sua domanda, il suo “perché?”. E lui dovette leggere la mia ignoranza: non avevo una risposta, non sapevo per quale motivo un essere umano doveva arrivare a compiere un gesto simile, solo per aver perso la pazienza.

Piangevo insieme a lui, disperato, incapace di reagire. Tenevo il cellulare ancora in mano, incurante del sangue che l’aveva sporcato. E aspettavo. Aspettavo il peggio, temevo il peggio, prefiguravo la fine di tutto!

E anche all’arrivo dell’ambulanza provai terrore. Temevo fosse troppo tardi. I film, le storie e i racconti mi facevano immaginare lo scenario peggiore. Continue reading