di Francesco Colombrita

Le terre del possibile impossibile,
sono state là fuori fino adesso
è comprensibilmente incomprensibile
che in questa piazza mi senta di gesso.
Come statua di sale, un sasso friabile
stavo in questi giorni solo, estromesso
da quel confine del silenzio, labile
come il momento tra vita e decesso.
Con aria sole nuvole persone
fra biciclette rotte e passeggini
cammino in un’astrusa dimensione.
Camuffato fra i tanti cardellini
ho bevuto un espresso a colazione
tra le colonne, con passi felini.