I PEDALI DEL PIANOFORTE

di Ottorino Tonelli

Sono giunto alla conclusione che si può imparare parecchio sulla musica dedicandosi ai funghi. Per questo mi sono trasferito di recente a vivere in campagna. Passo gran parte della giornata compulsando vademecum sui funghi, che trovo a metà prezzo nelle librerie dell’usato, le quali si trovano in qualche caso muro a muro con le bottegucce che vendono spartiti spiegazzati. In questi casi, saluto la coincidenza come una prova incontestabile di essere sulla strada giusta.

John Cage, Silenzio

A tanti sarà capitato di andare a un concerto dal vivo di pianoforte. Insomma, a sentire una – o uno – che suona il pianoforte: uno strumento fondamentale e – scusate – fondante della musica, da quando è stato inventato.

Al concerto di pianoforte avrete notato i movimenti delle mani che scorrono da sinistra a destra e viceversa. Oltre alle mani il/la pianista muove le dita, ovvio. Quel che non sempre si nota è che il/la pianista oltre alle dita muove i piedi, sui due o tre pedali dello strumento. Vi si dà poca importanza, di solito, ma i piedi, per una/un pianista, sono importanti (c’è chi critica severamente il non adeguato uso dei pedali, al pari della non accurata esecuzione della mano sinistra). Ma noi non valutiamo. Continue reading

Gli specchi della musica

Il 31 Marzo p.v. saranno ospiti di Metro-Polis Ginevra Schiassi (soprano) e Stefano Malferrari (Pianista), che impreziosiranno il nostro Aperitivo a Tema con una lezione-concerto. Per l’occasione, Alessandro Martelli regala al Blog di Metro-Polis un articolo in cui spiega cos’è per lui la musica, in particolare la musica classica. Cresciuto in una famiglia di musicisti, Alessandro vede la musica come un riflesso della Natura, precisamente della naturalità, dunque di tutto ciò che non è classificabile come artificiale. La musica classica è un rifugio, un luogo dell’anima in cui fermare il tempo e carpire la vera realtà delle cose; ci consente di rallentare i nostri ritmi frenetici, guidandoci così in una forma di godimento dell’arte più lenta rispetto alla rapidità e velocità cui siamo abituati nel nostro vivere quotidiano, complice anche la tecnologia.

Laura Comitogianni

Mi é stato chiesto di scrivere qualcosa sull’argomento, quindi provo a condividere con chi leggerà la visione che ho sulla musica, con riferimento a quella classica, fondamentalmente basata in parte dalla mia esperienza personale ed il resto da ciò che mi è stato trasmesso, dai miei genitori ma non solo.
Senza stare troppo ad annoiare con la mia cronistoria personale si sappia che sono nato e cresciuto in una famiglia di musicisti, papà chef d’orchestre, maestro di coro ed altri titoli, mamma professoressa, in casa ed a scuola, di musica e nello specifico di pianoforte.
Io e mia sorella siamo stati introdotti fin da bambini in questo nuovo mondo di sensazioni, percezioni ed emozioni che forse solo con il tempo, e negli ultimi anni sono riuscito a comprendere appieno, a farlo mio alla mia maniera, potendo gustare il dettaglio.
Torniamo un attimo indietro, partiamo da un concetto di base per poi arrivare al nocciolo, al centro della questione che vogliamo esaminare.

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