SECONDO FUORI PORTA 2015: ESCHER A BOLOGNA

La Mostra di Escher a Bologna (aperta fino al 19 luglio presso Palazzo Albergati) è stata un’ottima occasione per Metro-Polis di organizzare il secondo “Fuori Porta” del 2015. Ancora in fase di assestamento rispetto alla modalità già collaudata dei nostri Aperitivi a Tema, l’obiettivo di queste piccole gite è triplice. Come il nome stesso suggerisce, si tratta in primo luogo di “andare fuori”, di oltrepassare i confini delle attività che normalmente organizziamo: vogliamo cercare nuovi stimoli, incontrare persone diverse, scoprire nuove realtà, sempre con l’obiettivo primario di divertirci insieme. Questo ci porta al secondo punto, ovvero cercare di individuare attività che attirino la curiosità di più persone e fare in modo di non agire separatamente, ma di condividere esperienze. Continue reading

ESCHER: IL DISEGNO DELL’IMPOSSIBILE

In occasione del secondo Fuori-Porta di Metro-Polis, che si terrà il 24 Maggio p.v., data in cui visiteremo insieme la mostra su Escher allestita a Palazzo Albergati (Via Saragozza, Bologna), Micol Gelsi ha scritto per il Blog di Metro-Polis un articolo in cui ci racconta come sia avvenuto il suo incontro con Escher grazie alla mamma. Micol inizia con un aneddoto: è rapita dalle Metamorfosi di Escher all’aeroporto di Amsterdam, tanto da rischiare di perdere il volo. Prosegue il suo articolo facendoci entrare nel mondo di questo grande artista, muovendo la nostra curiosità. Dopo averlo letto, non si può certo fare a meno di visitare la mostra!

Laura Comitogianni

Ero davvero di corsa, il gate era già aperto e il mio volo sarebbe partito in non più di 15 minuti, eppure non mi è stato possibile non fermarmi. Ho dovuto fermarmi, perché «da Escher non si esce, e mi ritrovo qui da Capo» (come canta Caparezza), e percorrere con lo sguardo, voltando la testa per più di 180 gradi, il pannello che corona la hall di attesa dell’Aeroporto di Schipol ad Amsterdam: le Metamorfosi di Escher. Continue reading

Editoriale del Presidente: Fuori Porta

Immagine 1Metro-Polis, forte della pratica oramai consolidata dei propri Aperitivi a Tema, tenta in questo 2015 di attivare una nuova esperienza culturale da proporre ai propri soci: i Fuori Porta.
Rispolverando il concetto soggiacente alla pratica della ‹‹gita fuori porta››, Metro-Polis vuole tentare di uscire dai propri confini, aprendo quante più finestre possibili sul mondo: desidera incontrare nuove realtà, esplorare il bello che le sta intorno, assaggiare le gustose occasioni di vita e cultura a lei prossime. Ecco, allora, che i nostri incontri potranno essere serate passate insieme a teatro, visite a diverse mostre, passeggiate dentro e fuori i confini di Bologna: tutto può essere oggetto e soggetto di un Fuori Porta. Continue reading

IL VOLTO UMANO DI BRUNO BANDOLI

autoritrattoL’Aula Magna dell’Accademia di Belle Arti di Bologna (Via Belle Arti 54) ospita dal 12 Ottobre al 9 Novembre 2014 la mostra dedicata al bolognese Bruno Bandoli. Tale mostra è stata inaugurata sabato 11 Ottobre e presentata da una conferenza stampa tenutasi giovedì 9 Ottobre in cui sono intervenuti il Professor Eugenio Riccomini, il Professor Antonio Faeti e l’attore e regista teatrale Vittorio Franceschi per parlare del loro AMICO Bruno, non soltanto come artista (o artigiano, come egli stesso preferiva definirsi) ma anche e soprattutto come UOMO. Bruno Bandoli (Bologna 10/12/1936 – 15/11/1994) fin da piccolo manifestò una forte passione per il modellato che lo portò a prediligere la scultura come forma espressiva a lui più congeniale. Egli scolpiva le sue teste di terracotta in un momento storico-artistico in cui il FIGURATIVO stava avendo la meglio: mai in altri secoli si sono viste tante FIGURE come nel Novecento. Dunque Bruno si trovò a sperimentare una crisi, una frattura, e dovette fare una scelta che lo portò a prediligere il FARE, la destrezza dell’USARE I POLLICI. Il risultato è straordinario: basta guardare le sue opere per rendersi conto che, ad esempio, «le sue teste di terracotta non tremano di fronte a quelle dell’antichità che ci hanno insegnato la bellezza» (Prof. Riccomini).Schermata 2014-10-14 alle 10.58.35 Bruno avrebbe continuato ad utilizzare i suoi pollici, ma se n’è andato troppo presto, alla soglia dei 58 anni. Visitando la mostra abbiamo l’opportunità di cogliere la sua straordinaria espressività che veniva dal profondo. Eugenio Riccomini alla conferenza stampa ricorda di Bruno il «chiarore che emanava il suo sguardo nell’esercitare un mestiere che, ahimè, non suscitava plauso». A questo proposito Antonio Faeti ha proposto una riflessione sull’essere IGNOTO degli artisti ai quali capita di essere poco capiti perché troppo recensiti, oppure troppo poco: quest’ultimo è il caso di Bruno, che non si allineava ai più, detestava le mode, aveva una personalità complicatissima e tormentata all’interno e tutto ciò fa parte della sua poetica. Secondo Faeti, «Bruno era grande, perché possedeva un dono di mani senza limite». Finalmente, dunque, con questa mostra gli si rende il giusto omaggio.

«Chi mi conosce sa che io più che parlare gesticolo, agitando molto le mani… brancolo nell’aria (ma non è lo spazio?), finché non trovo un appoggio (ma non è un piano?), sia di creta, di gesso, di legno o di metallo; lì mi sento più sicuro. […] Poi pian piano, proprio perché a me piace stare in mezzo alla gente, cominciai a vedere quelle mie forme incarnarsi in facce: facce sì, ma con quei piani, quei volumi “puri”. (Bruno Bandoli, Bologna 1993)

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La ragazza con l’orecchino di perla: tra icona e trascendenza

Palazzo Fava a Bologna ospita nel periodo 8 febbraio – 25 maggio 2014 la mostra da titolo La ragazza con l’orecchino di perla: il mito della Golden Age; da Vermeer a Rembrandt, capolavori dal Mauritshuis.
La ragazza con l’orecchino di perla è uno dei tre quadri più famosi al mondo, insieme alla Gioconda di Leonardo da Vinci e all’Urlo di Munch; è conservato al museo Mauritshuis de l’Aia, che da due anni è chiuso a causa di imponenti lavori di restauro che termineranno prima dell’estate 2014. L’esposizione di quest’opera d’arte in Italia è indubbiamente un’occasione unica e, sebbene l’attenzione sia focalizzata sul quadro di Vermeer, la mostra è in realtà un’esposizione dedicata all’età d’oro della pittura olandese del XVII secolo, la cosiddetta Golden Age richiamata nel sottotitolo. Vi sono quindi quadri di artisti come Rembrandt, presente con ben quattro opere, Hals, Ter Borch, Claesz, Van Goyen, Van Honthorst, Hobbema, Van Ruisdael e Steen: i loro capolavori ci permettono di avere uno sguardo più ampio sulla pittura olandese del secolo in questione.
La prima sezione della mostra è dedicata alla storia del Mauritshuis e si apre con la Veduta del Mauritshuis di Augustus Wijnantz in cui ammiriamo questo splendido palazzo riflesso sul lago antistante. IMMAGINE 1 veduta de mauritshuis
Si prosegue la visita della mostra verso la seconda sezione dedicata al paesaggio, nello specifico al paesaggio olandese riprodotto da vari artisti che scelgono soggetti molto diversi tra loro: dagli animali nelle campagne alle imbarcazioni sui canali, dai laghi e fiumi alle città in cui si respira un’aria di grande operosità. Osservando con attenzione i quadri contenuti in questa sezione sul paesaggio ci rendiamo conto di come la dimensione intimista dell’arte fiamminga raggiunga il suo apice proprio nel XVII secolo: lo sguardo degli artisti è rivolto al dettaglio, alla puntualità descrittiva, quasi scientifica. In merito a questa caratteristica possiamo cogliere una profonda differenza tra il mondo olandese e il mondo italiano, tra spirito nordico e mediterraneo: lo spirito mediterraneo, infatti, fino ancora all’Ottocento respira un retaggio classico, mentre il mondo nordico è già improntato ad una sorta di autoreferenzialità, le arti hanno un orientamento più privato e progressivamente viene meno la committenza ecclesiastica (diversamente che in Italia). Continue reading

MOMIX – “ALCHEMY”: Alla scoperta degli elementi primordiali

Moses Pendleton, l’instancabile direttore e coreografo dei Momix, compagnia americana di ballerini e acrobati, ha portato in scena dal 5 al 9 febbraio al teatro Europauditorium di Bologna lo spettacolo dall’emblematico titolo Alchemy.
Cifra stilistica del regista è la sua ispirazione alla natura, alle piante, agli animali, come si evince anche dai titoli di alcuni suoi precedenti spettacoli: Sun, Flower, Moon e Bothanica, rappresentati a Bologna rispettivamente nel 2007 e nel 2008.
I Momix non sono soltanto ballerini, né soltanto acrobati, sono anche e soprattutto illusionisti. Attraverso alcuni sorprendenti effetti speciali i loro corpi diventano luce, colore, ma soprattutto in questo caso diventano i quattro elementi primordiali: terra, aria, acqua e fuoco.
Proprio il fuoco è l’elemento predominante ed è anche quello che Moses Pendletonmomix immagine 1 sceglie di porre in apertura dello spettacolo: attraverso degli abiti rossi molto morbidi i Momix si trasformano in fiamme altissime e a tratti lo spettatore ha quasi l’impressione di trovarsi al cinema, egli dimentica che quella fiamma al centro del palcoscenico sia formata da corpi reali e si proietta in una dimensioni quasi magica, o per meglio dire alchemica, riprendendo il titolo dello spettacolo. Continue reading

BODY WORLDS – Al cuore della vita!

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La sala maggiore del quartiere fieristico di Bologna -Piazza Costituzione 3- ospita dal 6 novembre 2013 al 16 febbraio 2014
la mostra Body Worlds, un’affascinante
esposizione anatomica di veri corpi !
-umani ed animali- che è già stata visitata nel mondo da 38 milioni di persone. ! Autore della mostra, nonché inventore della tecnica di plastinazione (1) con la quale vengono trattati i corpi esposti, è il medico e anatomista Gunther von Hagens.

Tutti i preparati dell’esposizione sono autentici, appartengono a persone che in vita hanno disposto con la firma di un modulo che i loro corpi, al decesso, potessero essere utilizzati per questa esposizione. La generosità dei donatori ci offre un punto di osservazione unico sui corpi umani, finora riservato soltanto a medici e specialisti del settore. Scopo dell’autore è mostrare ai visitatori la meravigliosa complessità del corpo umano e animale per poter illuminare il mistero della vita; per fare ciò egli deve paradossalmente ricorrere alla morte: il plastinato ci ricorda la nostra mortalità, ma ci rende anche consapevoli di ciò che è il miracoloso dono della vita. Punto di partenza, nonché filo conduttore della mostra, è il cuore: organo centrale e motore del nostro organismo, ma anche sismografo dei nostri sentimenti, batte regolarmente quando ci sentiamo sicuri, all’impazzata quando esplodiamo dalla gioia. Attraverso la visita della mostra ci caliamo all’interno della struttura più profonda del nostro corpo, ma veniamo invitati anche ad una riflessione intensa sulle emozioni, sulle abitudini quotidiane, sulla vita in generale. Il cuore viene considerato, quindi, in un contesto anatomico e cardiologico, ma anche storico, culturale e umanistico. Continue reading