APERITIVO A TEMA DI MAGGIO – PRESENTAZIONE DEL LIBRO: BURATTINI A BOLOGNA

di Riccardo Pazzaglia

È sempre un piacere poter presentare il libro Burattini a Bologna. La storia delle teste di legno raccontata da Riccardo Pazzaglia e illustrata da Wolfango (Edizione Minerva), ripercorrere le emozioni che mi hanno spinto a scriverlo e avvicinare il lettore al mondo dei burattini. Il volume è organizzato come un copione teatrale con un prologo, primo atto, intervallo e secondo atto. A seguito di una ricerca durata anni, l’incontro con Alighiera Peretti Poggi curatrice del volume e figlia di Wolfango è stato l’autentico detonatore per la pubblicazione. È bello rilevare quanto la produzione di Wolfango sia pertinente al mio scritto ed esaudisca appieno il desiderio di fare di questa pubblicazione, oltre che un veicolo di informazioni, anche un libro d’arte, perché quella dei burattini è prima di tutto un’arte! Continue reading

BURATTINI A BOLOGNA: UN LIBRO, UNA MOSTRA

di Rosalba Granata

Burattini a Bologna è dal 2007 il marchio degli spettacoli e degli incontri culturali dell’artista burattinaio Riccardo Pazzaglia ed è anche il titolo del bellissimo libro che Riccardo ha scritto per raccontare la storia delle teste di legno, uscito alla fine del 2018.

Il testo è magnificamente illustrato con foto d’epoca e con bellissimi disegni di Wolfango.

Un libro che, come aveva affermato Riccomini il giorno della presentazione, si dovrebbe «tenere sul comodino» per guardarlo e riguardarlo. Per gustarlo pienamente. Continue reading

UNO SGUARDO SULLA MIGRAZIONE. INTERVISTA AL FOTOGRAFO MARCO PANZETTI

a cura di Silvia Salucci

Lo scorso 18 giugno, Metro-Polis ha dedicato l’Aperitivo a Tema del mese al fenomeno delle migrazioni. L’incontro, ricco di interventi e molto partecipato, si è tenuto, senza averlo preventivato, nei drammatici giorni della vicenda Aquarius. Con questa intervista al fotografo Marco Panzetti, curata da Silvia Salucci, intendiamo proseguire virtualmente riflessioni e suggestioni emerse in quella serata.

Marco, qual è il tuo sguardo sulla realtà della migrazione? Raccontaci il tuo primo lavoro e come nasce un reportage umanitario.

Il mio primo reportage umanitario nacque dall’indignazione. Ricordo chiaramente quei giorni dell’estate del 2015, quando da Ventimiglia arrivavano in continuazione notizie dalla frontiera francese chiusa al transito dei migranti: respingimenti “a caldo”, deportazioni lampo, migranti accampati sulle rocce. A un certo punto pensai che l’unica cosa che potevo fare era andarci di persona. E così feci; presi la mia macchina fotografica, una tenda e partii in moto per Ventimiglia. Così è nato il mio primo progetto: We are not going back.

Tra agosto e settembre 2016 hai lavorato a bordo dell’Aquarius. Raccontaci quei giorni attraverso alcuni dei tuoi scatti.

February 22nd 2017, 1PM. A rubber boat in distress overloaded with migrants photographed a few miles off the coast of Libya. © Marco Panzetti / Sos Méditerranée

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PROGETTARE IL FUTURO. LA CULTURA COME AZIONE POLITICA

di Beatrice Collina

L’espressione “politica culturale” è molto evocativa, ma di difficile definizione. Le parole che la compongono ci forniscono tuttavia indizi importanti. Si potrebbe sostenere che l’obiettivo di una seria politica culturale consista nel delineare un progetto a medio-lungo termine, costruendo insieme una visione futura della comunità di cui facciamo parte (aspetto politico), ponendo al centro di questo processo le risorse culturali (nelle loro diverse forme) del nostro Paese e valorizzando le competenze e le eccellenze che in questo ambito operano. Un progetto dunque che resista ai frequenti cambiamenti politici e che crei opportunità di lavoro e di ricchezza diffusa (economica e non). Parole d’ordine: partecipazione, inclusione, futuro, opportunità.

Bologna è da sempre un luogo culturalmente ricco sia in termini di offerta sia in termini di domanda: pensiamo al patrimonio storico e artistico, all’associazionismo, all’università. La questione che tuttavia si pone è questa: c’è, a monte, una visione che guida le singole azioni culturali della città con un fine consapevolmente condiviso? La domanda è forse molto generale e, in quanto tale, difficile. Possiamo però provare a declinarla in sotto-domande più puntuali, le  cui risposte saranno altrettanto puntuali. Tuttavia, a prescindere da quali siano le nostre idee a riguardo, saremmo costretti a chiederci in che direzione vogliamo andare e come vogliamo procedere. Continue reading

MIRÒ! SOGNO E COLORE

L’occasione per conoscere Joan Mirò ci viene data dalla mostra allestita a Palazzo Albergati.

Sono esposte a Bologna, dall’11 aprile al 17 settembre 2017, 130 Opere tra cui 100 olii che raccontano la storia del grande artista catalano, storia che si intreccia con quella dell’isola di Maiorca dove Miró visse dal 1956 fino alla morte nel 1983.

Joan Mirò nasce a Barcellona nel 1893.

Il confronto tra la sua opera e la sua vita lascia in un primo momento sconcertati. Ci meraviglia il contrasto tra la tensione emotiva, la passione, la forza che traspare dalle sue opere e la sua biografia che ci parla di un uomo “metodico” direi misurato, di temperamento romantico, taciturno, riflessivo, ben lontano dallo stereotipo dell’artista maledetto che potremmo pensare stia dietro a un suo quadro o a una sua scultura.

Effettivamente la sua giornata era scadenzata come un orologio svizzero. La mattina si alzava presto e lavorava in studio. Uno studio lindo e perfettamente ordinato come una sala chirurgica. La giornata proseguiva sempre uguale seguendo ritmi e abitudini ripetitive che risalivano a quando da ragazzo era costretto a tenere i conti per un ufficio nel centro storico di Barcellona, dove era nato. Il suo bisogno di ordine, rigore, disciplina lo costringevano alla fine della giornata di lavoro a rassettare tutto perfettamente, a lavare pennelli, chiudere i barattoli di vernice, pulire tutto…

Sono le parole del nipote, Joan Punyet Miró, figlio della sua unica figlia. Continue reading

CONOSCETE MARTIN PARR?

Alcune delle foto di Martin Parr, sembrano scattate da un bambino che, trovando la fotocamera digitale compatta dei genitori durante un barbecue di famiglia, fotografa tutta la giornata hot dog e parenti con abiti sgargianti che prendono il sole su lettini di plastica.

Martin Parr è un fotografo britannico (1952). Fa parte dell’Agenzia Magnum Photos dal 1994.

Ho conosciuto Martin Parr grazie ad una cara amica che mi ha regalato un suo libro UP AND DOWN PEACHTREE, PHOTOGRAPHS OF ATLANTA. A suo tempo rimasi perplessa e forse non troppo entusiasta. Se l’amica leggerà quest’articolo probabilmente ci rimarrà male. Un misto di curiosità ed estraneità nel vedere quanti primi piani di hot dog, cartelli pubblicitari, persone che parlano tra di loro in una composizione fotografica totalmente divergente dall’idea della fotografia di reportage. Alcuni scatti hanno anche una messa a fuoco discutibile.

Martin Parr – Up and down Peachtree, Photographs of Atlanta

Martin Parr – Up and down Peachtree, Photographs of Atlanta

Il suo primo libro, The Last Resort, pubblicato nel 1986 fece avanzare riserve sulla sua interpretazione della working class, un misto tra messa in luce di una società degradata, cibo spazzatura, colori sgargianti e personaggi anonimi o strampalati. «Martin Parr ha ritratto le persone al loro peggio», scriveva il critico David Lee su Art Review.  Continue reading

EDITORIALE – I SENSI PROFONDI DEL REALE

L’11/03/2016 è stata una data importante per Metro-Polis: l’occasione per tornare a parlare di arte, per gettare l’occhio curioso in quella dimensione meravigliosa fatta di regole e fantasia. In questo Aperitivo a Tema è stato nostro ospite Ottorino Tonelli: nato a Carrara nel ’48, ha frequentato l’Accademia di Pittura di Firenze dove si è diplomato nel 1970; la prima mostra personale è stata proprio a Carrara nel 1974, ad essa ne sono seguite altre in città come Sarzana, La Spezia, Trieste, Firenze, Heidelberg, Ingolstadt, Norimberga e Bologna, dove, al Museo Bargellini, è presente una sua scultura citata in ‹‹Storia dell’arte del ‘900, Generazione anni Quaranta›› di G. Di Genova.

11935088_897513693701048_720180138800936833_nAsciutto ed evocativo, Ottorino Tonelli ci ha narrato le proprie opere, mostrandocele sia in video, sia dal vivo; conducendoci così alle soglie di un mistero semplice e profondo: gli oggetti scarni della sua scultura, privi di fronzoli retorici, schietti, immediatamente vivi nella loro solidità. Continue reading

I SENSI PROFONDI DEL REALE

L’11 Marzo prossimo dedicheremo l’Aperitivo a Tema di Metro-Polis alla scultura, in particolare all’arte di Ottorino Tonelli, scultore di Carrara che sarà nostro ospite della serata. Patrizia Arcesilai e Rosalba Granata hanno scritto per il nostro blog un articolo a quattro mani in cui ci presentano l’artista, i materiali con i quali lavora, i suoi soggetti e le sue ispirazioni, riportando anche alcune parole dello stesso Ottorino. Conosciamo insieme più da vicino Ottorino Tonelli.

I sensi profondi del reale 1

28279-ALBERO_IN_CASA_legno_raku_e_ceramica_dipinta_11x30x25_h_cm_2012Materiali d’anima

I sensi storditi,
materiali d’anima.
Le forme sognate
Aprono a gesti antichi
Il ricordo della pietra,
l’alchimia della ceramica
la gioia del legno
e la tenacia del marmo
si fanno vita
senza tempo
(Lauro Serra)2 Continue reading

COSA MI PIACE DELLA FOTOGRAFIA DI ROBERT MAPPELTHORPE

Ho messo il naso (ed il mio è molto grande) nella fotografia di Robert Mapplethorpe leggendo Just Kids di Patti Smith. Su Mapplethorpe è stato scritto, detto e censurato molto ma questa è forse la biografia più appassionata e realistica della sua vita. Consiglio una sbirciatina in libreria.

Grandi amanti e poi grandi amici negli anni ’70 newyorkesi, Patti e Robert condividono un buco di appartamento al Chelsea Hotel (e ho detto tutto) a Manhattan, fantasticando di diventare poetessa lei e disegnatore lui.

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Patti Smith e Robert Mapplethorpe, Coney Island, 1 settembre 1969

Il filo rosso del suo destino nasce con gli studi in arti grafiche per poi abbandonarle solo formalmente perché le sue opere sono reali progettazioni orientate alla comunicazione visiva. Continue reading

LO ZERBINO FOTOGRAFICO. UNA VISITA AL SIFEST DELLA FOTOGRAFIA 2015

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©Larry Fink

“Incredibile c’è un’esposizione di Larry Fink”.  Non controllo mai il programma prima di un festival, ho paura di rovinarmi la sorpresa oppure rimanere delusa dopo aver già deciso di intraprendere il viaggio.

“Noo, ci sono i suoi lavori più famosi! The Vanities e The Beats!”.

Mi faccio meravigliare dopo aver acquistato i biglietti e ricevuto il flyer del programma.

Sono arrivata a Savignano sul Rubicone e sono più felice del 2014. Il SIFest 2015, è un piccolo ed importante Festival della fotografia internazionale. Continue reading