15 MINUTI CON METRO-POLIS: PONTE

di Patrizia Fiocchi

Oggi tocca a me raccontare Metro-Polis partendo da una parola chiave che per me è “ponte”.

Intanto la metafora del ponte è uno dei pilastri su cui Metro-Polis poggia. Infatti tra gli scopi di Metro-Polis c’è quello di «creare un ponte tra persone diverse, ma non per questo distanti tra loro, in un’ottica di mutuo e reciproco scambio», come è espresso nello Statuto.

E io vorrei parlarvi di un aspetto che vede la parola ponte in un contesto molto attuale, e che ci porta a riflettere.

Non so voi, ma io non avevo mai fatto caso alle immagini presenti sulle banconote dell’euro, fino a che un giorno, poche settimane fa, sono stata colpita da alcune parole in una trasmissione televisiva di cui non ricordo il nome. Si parlava dell’euro e in particolare della storia dell’architettura sulle banconote dell’euro. E così ho imparato che sul fronte di tutte le banconote sono presenti elementi architettonici tipici dei principali stili che hanno caratterizzato l’arte europea – in genere una finestra o un portale – e sull’altra parte c’è sempre l’immagine di un ponte, simbolo di unione tra popoli diversi. Solo ponti, che ripercorrono in sette tappe, tutta la storia dell’architettura occidentale.

Non mi soffermo sulle finestre e i significati simbolici della parola finestra, di cui così meravigliosamente e poeticamente ci ha parlato Valentina lo scorso aperitivo. Possiamo invece soffermarci un attimo sulle immagini dei ponti. Premetto che si tratta di ponti inventati dal grafico Robert Kalina – scelta voluta per non far torto a nessuna nazione europea – ma che poi il designer olandese Robin Stam ha deciso di far diventare realtà, realizzandoli nell’area di Rotterdam.

Si passa dall’architettura classica con un acquedotto romano con archi a tutto sesto, nei 5 euro; all’architettura romanica, con un ponte massiccio con lieve andamento a schiena d’asino, nei 10 euro;

e poi abbiamo un ponte di architettura gotica con archi a sesto acuto, nella banconota dei 20 euro;

nella banconota da 50 euro è presente un grande ponte con arcate semicircolari (archi a tutto sesto tipici dell’architettura rinascimentale);

sulla banconota dei 100 euro abbiamo un ponte snello con arcate ellissoidali sul retro di un portale barocco;

Le banconote da 200 euro e da 500 euro non sono più in corso tuttavia possiamo ricordare che sulla banconota dei 200 euro è presente un ponte in ferro/ghisa, tipico della cosiddetta “architettura degli ingegneri”, e sulla banconota da 500 euro troviamo un ponte strallato, cioè sospeso a delle funi collegate ad alti piloni. Una tipologia completamente diversa dalle altre strutture precedenti basate su archi di diverso tipo, e che abbiamo imparato a conoscere purtroppo in seguito al crollo del ponte di Genova.

Dunque dicevo, solo ponti sul retro delle banconote dell’euro a simboleggiare l’unione, il reciproco aiuto tra i popoli europei, e non solo, in una prospettiva di pace e solidarietà.

Mai un muro.

E allora ho pensato come Metro-Polis, nel suo piccolo, sia partita e si sia mossa del tutto in linea con gli obiettivi dell’Unione Europea: noi, soci e amici dell’associazione Metro-Polis, ci siamo sempre mossi nella direzione di creare ponti – ponti di solidarietà verso persone in difficoltà e in situazioni di disagio, ponti tra pensieri e idee diverse, e nel creare anche qui, tra di noi un’atmosfera di amicizia, unione, e collaborazione.

Mi piace ricordare in particolare, l’Aperitivo a Tema sul carcere, che ha visto anche la partecipazione di un carcerato che ha fatto un suo percorso, che si è laureato, e che noi tutti abbiamo avuto l’occasione di apprezzare. E mi piace ricordare i ponti con associazioni del territorio che si occupano di disabilità; e in particolare le Cene di Caterina, volte a raccogliere fondi destinati a beneficenza, come la cena volta a raccogliere fondi per aiutare le popolazioni vittime del terremoto, e così via.

Ponti, mai muri.

E questo era il sogno e lo scopo dei padri fondatori dell’Unione Europea. Sogni che al momento sono direi piuttosto in crisi, in Europa, e non solo. Era il 1989 quando fu abbattuto il muro di Berlino. Ora invece si innalzano muri. Muri di diverso tipo: non esistono solo muri di pietra, ma anche muri di acqua, muri di filo spinato, muri mentali; si inaspriscono sentimenti di odio, di rabbia, di esclusione, di sopraffazione, e così via.

Noi, pur nel nostro piccolo, possiamo continuare a costruire ponti. Le piccole cose e i piccoli gesti significativi possono aiutare a costruire grandi cose.

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