Il giorno 22/01/2016, presso il Centro Sociale Culturale e Ricreativo Giorgio Costa, si è celebrato il terzo compleanno della nostra Metro-Polis. Abbiamo voluto giocare, come sempre, tra cultura e leggerezza, così Rosalba Granata, nel suo articolo introduttivo dal titolo ‹‹Metro-Polis e il fascino del numero tre››, ci ha resi partecipi di una dimensione fascinosa e simbolica: il numero tre rappresenta l’armonia che riunisce insieme l’unione e l’espansione, la facoltà di adoperare al meglio la conoscenza acquisita e la capacità di elaborare nuovi sistemi di comunicazione.
Il ventidue di gennaio, quindi, è per tutte e tutti noi una ricorrenza particolarmente significativa: in questa data, nel 2013, è stata fondata Metro-Polis e ha preso vita l’intero progetto associativo che ci ha portato ad essere quella polisensa comunità che oggi siamo. Gli anni delle associazioni, però, non si contano come gli anni dei bambini: non sappiamo ancora correre, né pronunciare per bene tutte le parole.
C’è ancora molto da fare e tanto di più da esplorare, dobbiamo aprirci a quegli stimoli che provengono da dentro e da fuori di noi, in un’avventura insieme giocosa e coraggiosa. Possiamo farlo e possiamo farlo bene perché in questi anni siamo cresciuti robusti, fieri di quell’identità in divenire che rivendichiamo come insopprimibilmente nostra.
Il compleanno di Metro-Polis coincide con la festa di tesseramento: anche quest’anno, quindi, chi ha voluto associarsi ha potuto farlo versando la quota annuale di quindici euro. Non vuole, il mio, essere un ragionamento cinico, esclusivamente improntato sui denari: citare la nostra quota associativa ha un valore di più ampio respiro, un significato che tiene insieme ciò che è pragmatico e ciò che è ideale, un’appartenenza identitaria in cui il metodo si fa merito.
Tutto quello che organizziamo è interamente autofinanziato dalle nostre quote associative, diventare socio di Metro-Polis, quindi, significa contribuire fattivamente alla buona riuscita di tutte le attività dell’associazione. Ma non tutto si esaurisce alla moneta: essere in Metro-Polis significa far parte in prima persona di una comunità che si autodetermina, partecipare a una dimensione associativa veramente democratica, rinnovare ogni volta quel comune sentire che ci ha unito e farlo col sorriso sulle labbra.
Versare quei quindici euro, dunque, è una rivendicazione identitaria che tiene insieme appartenenza e libertà.
È stata questa l’occasione per fare un bilancio delle attività fino ad ora svolte e per rendere conto di quello che, via, via, si sta delineando come un nostro vero e proprio curriculum associativo.
Ci siamo lasciati alle spalle un 2015 ricco di attività e suggestioni, in cui dai nostri Aperitivi a Tema e Fuori Porta abbiamo tratto riflessioni, approfondimento e divertimento. Un anno ricco e intenso anche per il nostro blog che ha assistito a un fiorire di articoli, argomenti e collaborazioni.
Durante la festa di compleanno di Metro-Polis abbiamo inoltre presentato il programma per il nuovo anno: una road map strutturata, sì, ma sempre aperta a nuovi stimoli e in divenire.
Tutta la serata è stata condita da due divertenti iniziative: il servizio fotografico “Metro-Polis vien mangiando” a cura di Silvia Salucci (da cui sono tratte le fotografie inserite in questo articolo), e le videointerviste a cura di Giulia Tedeschi e Patrizia Fiocchi.
Voglio soffermarmi, infine, su di un importante snodo associativo, anch’esso esplicitato durante la nostra Festa di Tesseramento. A ottobre 2016 Metro-Polis dovrà eleggere un nuovo Consiglio Direttivo e sarà questo un momento fondamentale del nostro percorso comune: non si tratterà solamente di scegliere nove persone per la guida di Metro-Polis, eleggere un Direttivo significa aprire un nuovo triennio per l’intera associazione, significa costruire insieme un vero e proprio mandato associativo e insieme trovare le persone più adatte nel rappresentarlo.
Noi siamo piccoli, ben strutturati ma non appesantiti da un eccesso di burocrazia, così il Direttivo uscente ha pensato di predisporre un vero e proprio Percorso Partecipato per coinvolgere tutte e tutti in questo importante momento. Un percorso che ci renda consapevoli di chi siamo, di quanta strada abbiamo fatto insieme e di cosa vogliamo per il nostro futuro. Un percorso che non dimentichi la categoria del divertimento, in noi fondante, e il nostro slogan: ‹‹Il divertimento è una cosa seria››.
Così, ad ogni Aperitivo a Tema, uno dei membri dell’attuale Direttivo adotterà una tematica particolarmente importante per Metro-Polis: la nostra identità, il nostro Statuto e la nostra struttura associativa, il nostro blog, le suggestive immagini della Rete e del Ponte, cosa intendiamo per convivialità e come la decliniamo. Saranno questi i ‹‹15 minuti con Metro-Polis››, un appuntamento fisso, da gennaio a settembre, con cadenza mensile: un vero e proprio percorso costituito di tappe importanti e realizzato al fine di coinvolgere quante più persone possibili all’interno del processo di comprensione e costruzione della nostra Metro-Polis.
Vi saranno, poi, uno o più momenti specifici in cui, con quella leggerezza che mai è frivolezza, andremo insieme a realizzare il mandato associativo in cui dovrà riconoscersi il nuovo Consiglio Direttivo; andremo insieme a ‹‹Costruire Metro-Polis››.
Metro-Polis è una boccata d’aria fresca, lo scrivo senza modestia e con convinzione. Una realtà rara e preziosa, bisognosa di cure ma al tempo stesso dotata di un’incredibile forza: l’esplosione eversiva del sorriso, il potere rivoluzionario della gentilezza, l’agile salto di una leggerezza che è profondità. Metro-Polis è un’oasi in un deserto all’apparenza desolato, in realtà abitato da realtà bellissime ma sole. Metro-Polis deve ambire ad essere ciò che etimologicamente già è: la città madre, accogliente, dinamica, foriera di relazioni umane e associative. Che da questo deserto, oasi per oasi, nasca un eden di civiltà e condivisione: ‹‹Perché questa storia è anche un deserto.
Sarà necessario camminare a piedi nudi sulla sabbia che scotta, camminare e stare zitti, credere nell’oasi che si profila all’orizzonte che non smette di andarsene avanti verso il cielo, camminare senza voltarsi, per non essere portati via dalla vertigine. I nostri passi inventano il sentiero a mano a mano che si va avanti; dietro non lasciano tracce, ma il vuoto, il precipizio, il nulla. Allora guarderemo sempre avanti e ci affideremo ai nostri piedi. Ci porteranno così lontano che non sapremo credere a questa storia›› (Tahar Ben Jelloun).
Mattia Macchiavelli
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