ASTRI E ARTE – VERGINE. L’ELEGANTE PRECISIONE DI BURNE-JONES

LA SCALA D’ORO. Olio su tela 269 per 116. Londra, Tate. Diciotto giovani donne con abiti lunghi drappeggiati scendono una scala a spirale. Hanno in mano strumenti musicali. Il formato verticale e stretto è caratteristico di altre opere di Burne-Jones, come per esempio l’annunciazione

Ho scelto il pre-raffaellita Burne-Jones per rappresentare il segno della Vergine. Non erano molte le possibilità che mi si presentavano e non avevo le indicazioni di astrologi famosi che spesso utilizzo.
Nella personalità e nell’arte di questo pittore, con il Sole in Vergine, ho individuato alcune caratteristiche che possono ben rappresentare il segno.
Già dall’infanzia si caratterizza come alunno ordinato e disciplinato, e dal suo epistolario appare un certo malizioso umorismo spesso presente in questo segno mercuriano.
Ma soprattutto la sua produzione artistica è caratterizzata da una spiccata precisione e attenzione ai dettagli.
È stato probabilmente il pittore tecnicamente più dotato fra i pre-raffaelliti.(1)

SPECCHIO DI VENERE. 1875. Olio su tela 120 per 200. Lisbona Museu Calouste Gulbenkian.

Lo specchio di Venere è per me, insieme alla Scala d’oro, tra i dipinti più suggestivi di Burne-Jones. Nove donne si specchiano in uno stagno che riflette con chiarezza le loro immagini giovani ed avvenenti. Tra loro è Venere, dea della bellezza, che si distingue nettamente dalle altre, la sua posizione è eretta, lo sguardo distaccato, il colore della veste chiaro e luminoso. La sua bellezza non è paragonabile a quella delle creature terrene, è eterna, non soggetta allo scorrere del tempo.
Questa immagine mi offre la possibilità di tornare ancora una volta al Mito della VergineIl termine Vergine per le dee antiche non va inteso nella sua accezione moderna.
Già Frazer notava che la parola greca parthenos (spesso riferita ad Artemide) che traduciamo comunemente con vergine, indica più propriamente una donna nubile, una donna che non apparteneva ad alcun uomo. Quindi il termine sottolinea proprio questo: appartiene a se stessa. Briffault, poi, puntualizza che quindi la stessa Afrodite era da considerarsi una dea vergine.

In questo senso tutte le divinità collegate con la Grande Madre, le dee lunari, sono dee vergini, diversamente da quelle concepite solo come mogli o controparti di dei.
Molte delle algide figure femminili di Burne-Jones mi paiono rispecchiare le caratteristiche di queste dee lunari. Si potrebbe citare anche la Venus Discordia (1873) che rappresenta una dea dell’amore indifferente rispetto alle lotte maschili.

La Vergine Maria del cristianesimo è, invece, sicuramente venerata intendendo il termine vergine nell’accezione moderna. Ma al tempo stesso molti aspetti richiamano le antiche divinità lunari.(2) Si può fare riferimento al parto verginale e alla resurrezione del figlio, ricorrenti nella mitologia antica. Sul piano della rappresentazione si colgono altre analogie, nella iconografia cristiana infatti la Vergine Maria è spesso rappresentata sopra la falce di luna o mentre schiaccia il serpente.

VERGINE MARIA. Annunciazione.

Burne-Jones ha ottenuto grandi successi nel campo dell’artigianato decorativo. Insieme all’amico e socio, William Morris, ha disegnato e partecipato alla creazione di vetrate colorate, di arazzi, tappeti, carte da parati, maioliche, caratterizzate da un stile tanto particolare da rivoluzionare il gusto dell’epoca, anticipando il moderno design e quella che sarà l’Art Nouveau.

FLORA. Realizzato con l’amico e socio William Morris. Arazzo in lana e seta su ordito di lino 310 per 222. Manchester, The Whitworth Art Gallery, University of Manchester. Rappresenta l’estate. Flora, dea romana dell’abbondanza, ha una veste classica morbidamente drappeggiata. Sullo sfondo vari motivi floreali, foglie di acanto e animali.

Nella parte finale della sua vita era particolarmente affascinato dalla Leggenda della rosa selvatica. (Da noi conosciuta come fiaba della Bella addormentata).
La dimora della rosa, ultimo dipinto del ciclo, è appunto considerato l’apice della sua opera. Osserviamo come il pittore abbia scelto come epilogo il momento precedente rispetto all’arrivo del principe. La bella, attorniata dalle ancelle, non si è ancora svegliata. Se osserviamo il dipinto ci accorgiamo che sopra al letto è lo stendardo con il volto della Vergine Maria in una mezzaluna. “Ho voluto fermarmi al punto della storia nella quale la principessa cade addormentata e non dire di più, per lasciare spazio all’invenzione e all’immaginazione della gente e non dire più nulla.”

LA DIMORA DELLA ROSA. Dal ciclo della rosa selvatica 1884-1885. Olio su tela 124 per 228. Oxfordshire. Ispirato ai “Contes du temps passé” di Perrault e al poema “Day dream” di Tennyson, la serie di dipinti eseguita da Edward Coley Burne-Jones intitolata “The Briar Rose”.

Nel 1886 lo scrittore Henry James nota in una lettera che le opere di Burne-Jones sono il frutto di “un’esistenza trascorsa tra le pareti dello studio, con le porte e le finestre accuratamente sigillate; un’esistenza condotta in assenza di aria e luce e mai percorsa dal desiderio di esse, dalla ricerca di un confronto col mondo esterno. Le opere che crea in queste condizioni sono di una bellezza al di là della misura, sotto il mio sguardo esse sembrano divenire sempre più fredde, pure astrazioni dipinte che tendono a svanire.” (da P. Lubbock “Letters of Henry James”, 1920).

Rosalba Granata

NOTE

  1. I pre-raffaelliti furono inizialmente un gruppo di giovani artisti ribelli rispetto alle severe convenzioni formali imposte dalla Royal Academy, che prendeva come modello esclusivamente la pittura italiana rinascimentale e in particolare Raffaello. Attorno alla metà dell’Ottocento crearono la Confraternita preraffaellita, per rinnovare la pittura inglese intendevano promuovere il ritorno alla purezza ed essenzialità dell’arte medievale. Burne-Jones appartiene alla seconda fase del movimento.

  2. Harding, I misteri della donna. Vi si fa riferimento a Briffault che, in The Mothers, ha riunito molto materiale interessante che riguarda il rapporto della Vergine Maria con la luna e con le antiche dee lunari.

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