COME UN’ARABA FENICE

di Laura Comitogianni

L’Aperitivo a Tema del 25 aprile di quest’anno, dedicato come da tradizione alla Festa della Liberazione e alla riflessione sulla Resistenza, ha significato per noi di Metro-Polis anche rinascita, ripartenza, un nuovo inizio dopo la battuta d’arresto dovuta alla pandemia.

A guidarci come un faro e illuminare il cammino, tra tutte le possibili declinazioni del significato attuale di Resistenza, c’è stata la nostra Costituzione

La Costituzione è un albero: il titolo che abbiamo voluto dare alla serata rivela il senso profondo del messaggio che abbiamo cercato di trasmettere attraverso musica, letture, poesie, canti, immagini e video. «La Costituzione è un albero che ha bisogno di cure e nutrimento», hanno scritto le nostre socie che hanno ideato, progettato e realizzato lo spettacolo del 25 aprile.

«La costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La costituzione è un pezzo di carta: la lascio cadere e non si muove. Perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile, bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità»(1)

Nel suo piccolo, Metro-Polis ha cercato di ravvivare la memoria del cammino percorso per arrivare alla nostra Costituzione e di approfondire alcuni dei suoi articoli come spunti di riflessione sull’attualità.

In particolare, le nostre guide sono state:

ARTICOLO 3, attraverso il quale abbiamo riflettuto sulla dignità umana, sociale, sui concetti di libertà ed eguaglianza e sui diritti fondamentali dell’essere umano;

ARTICOLO 4, che ci ha dato l’occasione per parlare di lavoro, di sfruttamento e delle troppe morti sui luoghi di lavoro;

ARTICOLO 10, grazie al quale ci siamo avvicinati alla questione più che mai attuale dei migranti;

ARTICOLO 11, che ha ribadito le atrocità della guerra;

ARTICOLO 9, come monito a riflettere sul cambiamento climatico.

La sala del Centro Stella era gremita di persone, tutte unite nello spirito della Festa della Liberazione: uno spirito fatto di memoria collettiva e di speranza per il futuro.

L’unione di memoria e speranza ha guidato anche gli incontri che socie e soci di Metro-Polis hanno organizzato per preparare lo spettacolo del 25 aprile. Un doppio binario, due stelle comete che hanno illuminato il cammino.

Non potevamo sperare in un nuovo inizio migliore per la nostra amata Metro-Polis: una serata che ha illuminato il futuro e aperto la strada a nuove e inesplorate possibilità: è stato come essere una Fenice, che ha spiccato il volo dopo essere risorta dalle sue ceneri. 

«C’era un buffissimo uccello, chiamato Fenice, nel più remoto passato, prima di Cristo, e questo uccello ogni quattro o cinquecento anni si costruiva una pira e ci si immolava sopra. Ma ogni volta che vi si bruciava, rinasceva subito poi dalle sue stesse ceneri, per ricominciare. E a quanto sembra, noi esseri umani non sappiamo fare altro che la stessa cosa, infinite volte, ma abbiamo una cosa che la Fenice non ebbe mai. Sappiamo la colossale sciocchezza che abbiamo appena fatta, conosciamo bene tutte le innumerevoli assurdità commesse in migliaia di anni e finché sapremo di averle commesse e ci sforzeremo di saperlo, un giorno o l’altro la smetteremo di accendere i nostri fetenti roghi e di saltarci sopra. Ad ogni generazione, raccogliamo un numero sempre maggiore di gente che si ricorda»(2).

Note

  1. Piero Calamandrei, Discorso sulla Costituzione, Milano, 26 gennaio 1955
  2. Ray Bradbury, Fahrenheit 451

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