LEZIONI DI ASTROLOGIA: PESCI – NETTUNO NELL’ASTROLOGIA, NEL MITO, NELL’ARTE

di Rosalba Granata

Katsushika Hokusai, L’Onda, 1830. L’Onda del pittore giapponese diviene in questa immagine un mostro gigantesco che minaccia con i suoi artigli le navi leggere che attraversano i mari e lo stesso sacro monte Fuji, rappresentato sullo sfondo

Nettuno è tra i pianeti più grandi del nostro sistema solare. La sua massa è addirittura diciassette volte quella della Terra. È il Gigante Azzurro.

La sua esistenza fu dapprima ipotizzata tramite calcoli matematici, si erano infatti rilevati insoliti cambiamenti nell’orbita di Urano. La scoperta avvenne nel 1846 con il telescopio dell’Osservatorio astronomico di Berlino. Poco tempo dopo venne individuata la luna Tritone, e successivamente gli altri suoi tredici satelliti. Continue reading

L’ASTROLOGIA DI METRO-POLIS: PESCI E MITO

IL MARE E I SUOI MITI

Miti nella letteratura, miti nel tempo: I Veggenti. Cassandra e Tiresia

Nei miti greci molto era implicito che per noi è perduto.  Platone ancora riconosceva i “fregi nel cielo”. E riteneva che quei fregi fossero le “immagini più belle e più precise” nell’ordine del visibile. A noi sembra invece precluso percepire un ordine, e tanto più un movimento dentro quell’ordine… Abbiamo perso la capacità, anche ottimistica, di situare i miti nel cielo… Eppure in questa stoffa tagliuzzata, in quelle storie monche degli dèi possiamo ancora avvolgerci. E dentro il mondo, come dentro alla nostra mente, quella stoffa continua a tessersi. (Calasso

1. PESCI_NETTUNOIL MARE

Oltre l’isole egee d’antichi fatti
certo udisti suonar dell’Ellesponto
i lidi, e la marea mugghiar…1 Continue reading

L’ODISSEA DEL LIBRO PERDUTO – LE SIRENE

Io, Lusa e i quattro ragazzi stavamo spingendo l’auto nel cuore della notte.

Gli altri ridevano, scherzavano e cantavano nel cuore della notte, mentre io ero l’unico a vedere la situazione per come stava: eravamo senza macchina, alle quattro e mezza del mattino a più di un’ora a piedi dalla nostra meta, senza nemmeno un soldo per un taxi.

«Potete fare un po’ di silenzio!» sbottai a un certo punto, seccato.

Tutti mi guardarono stupiti.
Il ragazzo tedesco mi guardò con un sorriso sornione. Poi intonò una nuova canzone nella sua lingua. Dal rossore sempre più acceso delle sue guance e dalla risata facile che lo scuoteva, intuii che le parole del suo canto non dovevano essere adatte alle orecchie di tutti.

Rassegnato all’idea, domandai a Roberto, l’amico di Lusa: «Quanto manca per questo meccanico?» Continue reading