Il prossimo 21 settembre riprendiamo l’attività di Metro-Polis dopo la pausa estiva, il primo Aperitivo a Tema avrà come titolo Teatri e futuro: interpreti o costruttori di realtà?
Per la serata abbiamo invitato due realtà del nostro territorio che vogliamo presentarvi brevemente e che avremo modo di conoscere in maniera più approfondita durante l’evento.
Provate a chiamare un idraulico, un antennista, l’elettricista, ma anche il meccanico e il muratore quando ne avete bisogno. Irreperibili o impegnati in lavori urgenti e improcrastinabili, quelli degli altri, s’intende. Ma anche l’ingegnere o il geometra o un tecnico d’ogni genere, un falegname: tutti impegnati, senza tempo da dedicare alle vostre necessità. Eppure, giudicare dai magri introiti indicati dalle loro dichiarazione dei redditi, sembra che lavorino ben poco. Evidentemente i liberi professionisti, quelli che lavorano a partita IVA, lavorano un paio di giorni a settimana ma lavorano, come i poliziotti, carabinieri e finanzieri impegnati ad allenarsi in palestra e negli stadi per partecipare alle prossime olimpiadi.
Il mondo è sull’orlo del baratro, e ormai questa è una certezza con cui stiamo prendendo sempre più confidenza. Attraversiamo un’epoca di sovraesposizione mediatica, di crisi continue, di rivoluzione legata all’intelligenza artificiale che stanno demolendo tutte le certezze su cui abbiamo costruito il fragile equilibrio del mondo occidentale, e stiamo lentamente metabolizzando in modo collettivo l’impossibilità di controllare il nostro futuro, forse anche di immaginarlo.
Ho vissuto gli anni settanta con l’entusiasmo e la leggerezza dei vent’anni, questa è la testimonianza di una giovane donna di allora, un punto di vista personale e quindi anche, inevitabilmente, parziale.
Gli anni settanta sono anni particolari, molto intensi, anni di tensioni e di conflitti.
Sono anni di conquiste che cambiano il volto del paese: l’introduzione del divorzio, il nuovo diritto di famiglia, la legge per l’interruzione volontaria di gravidanza…
Ma sono anche anni bui: le stragi sui treni, piazza della Loggia, il sequestro e l’assassinio di Aldo Moro, l’uccisione a Bologna di un giovane studente, Francesco Lorusso, ucciso dalla polizia.
Il segno dei Pesci chiude il cerchio dello Zodiaco. Nettuno, suo pianeta governatore, è ricco di significati. È ideale. È voglia di fuggire nel fantastico e nel sogno. È spiritualità. È infinito.
È magia incantatoria.
Cercando una pittrice che rappresentasse questi valori del segno ho incontrato Vera Pagava, che non conoscevo, e ho deciso di fare di lei emblema di questo segno proiettatoverso l’infinito.
AMRITA SHER-GIL: un ponte tra due Occidente e Oriente
Amrita Sher-Gil in sari
Le Donne Aquario sono le più anticonformiste dello Zodiaco, in loro è nettissimo il rifiuto del ruolo femminile tradizionale, sono ribelli e votate al cambiamento. Sono lottatrici per la libertà.
Nel primo Novecento si evidenzia un nuovo ruolo della donna nella società.
I movimenti delle suffragette sono presenti nel Nord Europa e negli Stati Uniti. La prima guerra mondiale poi porta ad un diverso impegno della donna nel mondo del lavoro e ad un ruolo più attivo nella società. Nella affermazione della nuova immagine femminile troviamo in primo piano scrittrici e intellettuali del segno dell’Aquario.
Tra le scrittrici ricordiamo Lou Salomè, Colette, Edith Wharton, e, la più grande di tutte, Virginia Woolf1
E sono tante anche tra le affascinanti pittrici di questo segno, per esempio Gabriele Münter, Paula Modersohn-Becker e Alice Neel2.
Ma mi pare che sia Amrita Sher-Gil l’artista più adatta per rappresentare questo complesso e affascinante segno d’aria dallo sguardo volto verso il futuro, verso la libertà e la fratellanza.
Berthe Morisot è stata la prima e certamente la più famosa tra le artiste dell’impressionismo, faceva infatti parte integrante di quel gruppo di artisti che, alla fine dell’Ottocento, hanno rivoluzionato la pittura.
Attualmente in Italia sono a lei dedicate due grandi mostre a Torino e a Genova.
Emily Carr, nata il 13 dicembre 1871 a Victoria, nella Columbia Britannica, è riconosciuta come una delle artiste più importanti del Canada. Innovativi per lo stile post-impressionista sono i suoi dipinti su paesaggi della sua terra e sulla cultura dei nativi.
L’ho incontrata per la prima volta anni fa leggendo il bel romanzo di Susan Vreeland “L’amante del bosco” e ho scoperto una donna straordinaria che sfida le convenzioni dell’ambiente sociale al quale appartiene. Si pone infatti con determinazione l’obiettivo di rappresentare, prima che scomparisse, la cultura degli indigeni. Gli indiani canadesi erano emarginati e incutevano alla buona società disprezzo misto a paura. Emily viene indicata con disprezzo come l’amica degli indiani e per la sorella maggiore Dede “la disgrazia della famiglia”.
In questi anni stiamo registrando un cambiamento culturale profondo che rischia di annullare le conquiste di giustizia sociale realizzate negli ultimi decenni del ‘900. Viviamo il passaggio da un modello sociale costruttivo a un modello sociale competitivo.
MARIE LAURENCIN E GIORGIA O’KEEFFE:SENSUALITÀ ED EROTISMO
Lo Scorpione è un segno complesso ed è quello che presenta le tipologiepiù diverse.
Per questo voglio proporre due donne, due artiste differenti, ma entrambe libere, affascinanti, rivoluzionarie. Ed elemento comune della loro pittura è la sensualità.
Marie Laurencin è nata nel 1883 in Francia, Giorgia O’Keeffe pochi anni dopo dall’altra parte dell’Oceano, negli Stati Uniti.