ASTRI E PITTRICI – GEMELLI (2)

VANESSA STEPHEN BELL, APE REGINA DI BLOOMSBURY (seconda parte)

di Rosalba Granata

ASTRI E PITTRICI – GEMELLI (PRIMA PARTE)

Virginia Woolf and Vanessa Bell children

Vivo in un mondo di forme e colori

Vanessa Bell fu pittrice vitale e innovativa, ma la sua vita da romanzo, ricca di avventure e colpi di scena, le sue illustri amicizie e parentele fanno sì che quasi sempre si focalizzi su esse tutta l’attenzione mettendo la sua attività artistica in secondo piano.

La sua passione per la pittura l’aveva portata a frequentare la Royal Academy School dove fu anche allieva di John Singer Sargent.

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ASTRI E PITTRICI – GEMELLI

VANESSA STEPHEN BELL, APE REGINA DI BLOOMSBURY

di Rosalba Granata

Natura morta sull’angolo della mensola del camino, 1914, Londra – Tate Gallery

Molte sono le pittrici che attualmente vengono riscoperte e rivalutate. Tra queste c’è anche Vanessa Stephen Bell, una delle figure più moderne e affascinanti dell’Inghilterra del primo novecento.

Era un’artista innovativa, fu in prima fila a recepire l’arte di avanguardia che arrivava dalla Francia e, con il coraggio della sperimentatrice, a mettere a punto un linguaggio artistico nuovo rispetto al passato accademico inglese. Nel 2017 le è stata dedicata a Londra, alla Dulwich Picture Gallery, la prima retrospettiva per fare conoscere e apprezzare i suoi lavori.

Anche la sua vita è stata controcorrente rispetto alla rigida morale vittoriana dell’epoca. Una vita lunga e intensa. Gli amici, gli amori, i figli e l’arte, tutto vi ebbe un ruolo importante.

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ALL’ARMI!!! I TEDESCHI!

tratto dal libro di Maurizio Casali MO I TIRA A TE – RACCONTI DI GUERRA E DI FAMIGLIA

Il grido d’allarme risuona all’alba: “All’armi! All’armi, i tedeschi!”.

Comincia così una lunga e drammatica giornata per dodici partigiani italiani e ventiquattro paracadutisti canadesi. Sono in una casa colonica nelle campagne vicino ad Alfonsine di Ravenna. Dormono tutti tranne un paio che fanno la guardia. La casa è isolata nella pianura della bassa ravennate che è piatta che più piatta non si può, è inverno ’44 -’45.

Assonnati saltano in piedi dai loro giacigli, sono giovani, scattanti, l’allarme non si dà a caso, dev’essere una roba seria, guardano dalle finestre, e quello che vedono non è bello.

E’ l’alba, c’è la nebbiolina del primo mattino. Attorno alla casa sembrano esserci tante spighe di grano, quando le piantine sono alte una decina di centimetri, e le si distinguono le une dalle altre. Italiani e canadesi guardano increduli: “Ma cos’è?”, si chiedono , ma la risposta già la sanno: “Sono fanti tedeschi che avanzano a raggiera verso la casa tutt’attorno”.

Sono tanti, centinaia, troppi.

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ASTRI E PITTRICI – TORO

DUE IMMAGINI FEMMINILI: TAMARA DE LEMPICKA E CARLA MAGGI

di Rosalba Granata

Tamara De Lempicka, Autoritratto sulla Bugatti verde, 1929
autoritratto di Carla Maggi
Carla Maggi,
Autoritratto, 1937

Nei due quadri troviamo due immagini femminili. Sono autoritratti di due pittrici della stessa epoca ma dalla vita e personalità diversissima.

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DASÌI LA MOLA! DASÌI LA MOLA!! (LIBERATELI, LIBERATELI)

tratto dal libro di Maurizio Casali MO I TIRA A TE – RACCONTI DI GUERRA E DI FAMIGLIA

Nella piazza di Alfonsine di Ravenna, come un boato, risuonano le urla di un gruppo di donne: “Dasìi la móla!” (Lasciateli andare).

Quella mattina all’alba era scattata un’operazione di rastrellamento, da parte della milizia repubblichina, alla ricerca di renitenti alla leva obbligatoria.

La guerra andava male, per i più era persa, e l’idea di andare a morire per una guerra persa non trovava molto entusiasmo, inoltre il consenso al fascismo, un tempo molto diffuso, si stava sfaldando sotto i bombardamenti degli alleati.

L’antifascismo stava dilagando, il risultato era che molti giovani, quando gli arrivava la cartolina di precetto dell’amministrazione militare, non si presentavano e si davano alla macchia, per lo più nascondendosi a casa, in case di amici di famiglia, scappando in montagna o unendosi ai gruppi partigiani, sempre più forti e organizzati.

Quella mattina il rastrellamento ebbe un buon risultato ed un folto gruppo di giovani era stato arrestato e portato alla casa del fascio. Va detto che la renitenza alla leva generalmente era punita con la fucilazione.

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LA MUSICA RITROVATA

Terzo appuntamento: AGRICANTUS

di Gaetano Barchitta

Salve, pregiatissima gente di Metro Polis, scusate il lungo silenzio ma c’è stata una battuta d’arresto a causa della grave perdita di un caro amico e, vi assicuro, non è stato facile riemergere e rimettersi in carreggiata.  
Veniamo a noi e alla musica ritrovata: in questo terzo appuntamento cercherò di guidarvi  attraverso esperienze musicali della mia terra; vi presenterò una band siciliana di Palermo, Agricantus.

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LA BIBLIOTECA DI BABELE LEGGE: SIRENE, DI LAURA PUGNO

di Rosalba Granata

Samuel salì sulla piattaforma che sovrastava le vasche e aprì uno degli armadietti. Si tolse la tuta col logo western standard della yakuza – una y stilizzata in un cerchio enso, che sembrava tracciata col sangue – e indossò la muta di neoprene.
Il bordo vasca era deserto, non c’era nessun altro nell’allevamento. Con l’epidemia di cancro nero, c’erano stati tagli al personale. Erano rimasti solo due sorveglianti, Samuel e Ken’nosuke, che lavoravano su turni, i tecnici veterinari e gli addetti alla macellazione della carne. Quello era uno degli impianti più piccoli, uno dei primi. C’erano stabilimenti più grandi e moderni in altri punti della riserva marina yakuza.
La monta delle sirene stava per iniziare. Subito dopo, dal pannello di controllo del sistema di svuotamento delle vasche, Samuel avrebbe attivato il ricambio dell’acqua. Era una delle cose che gli piaceva fare.

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FIAMET

tratto dal libro di Maurizio Casali MO I TIRA A TE – RACCONTI DI GUERRA E DI FAMIGLIA

U jera on ch’il ciaméva Fiamet. (C’era uno che lo chiamavano Fiammetta).

Il soprannome gli derivava dalla sua abilità con gli esplosivi, era l’artificiere della banda, e aveva una tale confidenza con le bombe che, addirittura, preparava e lavorava esplosivi con la sigaretta in bocca. Gli altri lo consideravano un po’ matto e quando gli vedevano accendere una sigaretta, con gli esplosivi in mano, si tenevano a debita distanza, ma come artificiere godeva della massima stima.

Era stato deciso, in accordo con il comando della ventottesima, di fare un attentato alla sede del Fascio di Alfonsine, un attentato molto distruttivo, che doveva avvenire durante una riunione del partito.

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L’ESPERIENZA E L’OPERA DI VITTORIO VIALLI

NEL RACCONTO DEL NIPOTE ANDREA A METRO-POLIS

di Andrea Vialli

8 settembre 1943. In quello che rimane dell’Europa la voce del maresciallo Badoglio risuona in tutte le radio. L’armistizio della potenza più debole dell’Asse, l’Italia, è reso ufficiale, ma all’esercito italiano non vengono consegnate istruzioni precise su come comportarsi con i nazisti, gli alleati di poche ore prima. È il caos. Del regio esercito circa un milione di soldati si dà alla macchia, un altro milione è catturato con la promessa, subito disattesa, di un ritorno sicuro in patria. Pochissime le adesioni alla Wehrmacht, eroiche le resistenze di alcune divisioni (a Cefalonia, per ricordarne una delle più celebri), moltissimi i soldati e gli ufficiali italiani che saranno deportati nei campi di concentramento. Sarà loro negata la definizione di prigionieri di guerra e gli sarà cucita addosso una dicitura che sfugge alla Convenzione di Ginevra (e anche all’assistenza della Croce Rossa): IMI, ovvero Internati Militari Italiani.

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ASTRI E PITTRICI – ARIETE

CHARLOTTE SALOMON “Vita? O teatro?”

di Rosalba Granata

Ho incontrato Charlotte Salomon, artista ebrea berlinese vittima dell’Olocausto, nel bel libro di Elisabetta Rasy Le disobbedienti e subito mi ha catturata il fascino della sua bellissima storia, luminosa e straziante.

La sua opera Vita? O Teatro? è una sorta di autobiografia per immagini che venne resa pubblica dal padre dopo la seconda guerra mondiale quando la giovane Charlotte era già morta in un campo di concentramento nazista.

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