FEBBRAIO IN GIRO PER L’EUROPA: ITALIA, SPAGNA, POLONIA E PORTOGALLO

Articolo e Foto di Jacopo Chelli

Febbraio. Per me, e ormai anche per voi che mi leggete sul blog di Metro-Polis, è il mese dei viaggi.
Quest’anno però niente mete esotiche, niente voli da venti ore, niente rischio monsoni, niente lingue strane da parlare.
Io e Giulia non eravamo sicuri di poter partire fine all’ultimo minuto, e quindi qualche mese fa ci eravamo attrezzati per organizzare un viaggio vicino, che ci permettesse di prendere voli super low-cost, annullabili all’ultimo secondo in caso di cambi di programma.
Ecco quindi l’itinerario: 3 giorni a Napoli, 3 giorni a Madrid, 3 giorni a Siviglia, 4 giorni a Granada. Poi io, proprio come previsto, ho avuto un contrattempo e sono dovuto andare 3 giorni a Varsavia per lavoro. E quindi la vacanza l’ho poi conclusa con 2 giorni a Lisbona.
Insomma, un piccolo giro d’Europa.

Ma andiamo con ordine.

NAPOLI

Città dai mille voli. Tristemente famosa per un sacco di cose brutte. Ma amata fino alla morte dai tutti i suoi cittadini. E da sempre decantata anche dai turisti. Io ci andai ormai 13 anni fa. Ricordo poco di quel viaggio, se non che non era una città così turistica come lo è oggi: rifiuti, malavita, etc. erano ancora all’ordine del giorno anche in centro storico. Ed è questa la prima cosa che ci dice Mauro, il simpaticissimo proprietario del B&B Caterina73, dove passeremo un soggiorno meraviglioso: negli ultimi 10 anni, con il nuovo sindaco, Napoli è cambiata. In meglio! Sia da un punto di vista della sicurezza, che da quello della pulizia, arrivando fino all’organizzazione e alla predisposizione ad accogliere i sempre più numerosi turisti.

E ce ne accorgiamo subito! Noi facciamo partire la nostra visita sfruttando il sole che brilla e buttandoci sul lungomare: Castel dell’Ovo con la sua vista sul Golfo di Napoli fino al Vesuvio e il Lungomare Caracciolo. Un mare di gente in strada. La pedonalizzazione della strada e la domenica fanno la loro parte, e l’atmosfera è meravigliosa. Sarà che qualche ora prima eravamo nei 5 nebbiosi gradi di Bologna e ora siamo sotto 18 gradi di sole? Chissà. Continue reading

MAROCCO: 3000KM INDIETRO NEL TEMPO

29 Luglio. 5.30 del mattino. Aeroporto di Marrakech.
Ad attenderci dovrebbe esserci Alì. Un simpatico marocchino che abbiamo contattato via web. Parla perfettamente italiano. Al telefono, durante le varie occasioni in cui ci siamo sentiti negli ultimi giorni, era gentilissimo e disponibilissimo. Non ha voluto neanche un euro di anticipo. E dovrebbe essere la nostra guida per i primi 900km di questo viaggio. Ci accompagnerà nel deserto del M’Hamid, vicino a Zagora.

Non ci era (quasi) mai balenata in testa l’idea che ci stesse fregando. O che non si sarebbe mai presentato fuori dall’aeroporto con il cartello “Matteo Busà”, come avevamo accordato.
Eppure erano le 5.30, noi eravamo atterrati da ormai un’ora. E di Alì neanche l’ombra. Di cartelli neppure. Lo sguardo fisso all’orizzonte. Il cuore che sobbalza ogni volta che una Jeep sbuca dalla curva. Ma niente di niente. Si fanno le 7.30. Ormai sono quasi tre ore che chiamiamo Alì al telefono e non riceviamo risposta. Basta. È giunto il momento di prendere atto del fatto che il Marocco ci ha dato il suo benvenuto. Siamo rimasti a spasso. Andiamo in centro a Marrakech con un bus e vediamo di trovare un’alternativa. Prima però è d’obbligo un selfie. Noi quattro e il salame che Alì ci aveva chiesto di portargli dall’Italia come regalo. Lo inviamo via WhatsApp alla nostra guida, con la didascalia “Che delusione. Non ci si comporta così!”. Che si senta in colpa, almeno!

La Piazza Jamaa el- Fna, la famosissima Piazza di Marrakech, alle 8.30 ancora dorme. Passano solo alcune macchine e qualche asino. Ci sediamo nell’unico bar aperto. E facciamo la nostra prima colazione marocchina, a base di caffè, succo d’arancia, pane e omelette. 1,50€ a testa.
Cosa facciamo ora in questi due giorni in cui avremmo dovuto essere nel deserto? Riusciremo a organizzare una cosa uguale con un’altra agenzia nel giro di un’oretta? Ci attacchiamo al primo WiFi e… 8 chiamate senza risposta su WhatsApp da parte di Alì. Lo chiamiamo al volo. Appena risponde inizia a urlare. “Scusate, scusate, scusate! Perdonatemi! Sono davvero senza parole. Sono mortificato!”. Veniamo travolti dal suo evidente dispiacere. Il suo assistente, che doveva venirci a prendere, aveva capito male l’orario di arrivo. Ed era ora in aeroporto ad aspettarci. Tutto è bene quel che finisce bene. Noi nel giro di qualche istante ritroviamo l’entusiasmo, che si era leggermente ammosciato a causa di questa partenza in salita. Ci gustiamo la nostra colazione come si deve. Ed intanto la nostra auto arriva a prenderci. Si parte! Il deserto è a 450km di distanza. Ci aspetta un lungo viaggio! Continue reading

THAILANDIA: IL PARADISO SI PAGA IN BATH. E NON COSTA NULLA.

“Vai in Thailandia..? Ohmmamma che bello! Che fortuna!”
“Vai in Thailandia..? Ohmmioddio! Buona fortuna! Io, tra igiene e cibo, volevo scappare!”

skyline

Queste sono le due frasi-tipo che ho sentito pronunciare almeno una dozzina di volte da quando io e Giulia abbiamo deciso la meta del nostro viaggio invernale.

Versioni opposte. Che non facevano altro, entrambe, che accrescere in noi la curiosità di andare a scoprire e a toccare con mano cosa davvero fosse la Thailandia! Chi aveva ragione…?
Io, per natura, davo ragione in partenza alla prima versione. Ma chissà, non si può mai dire.

Ed ecco allora che si parte! Bologna, Milano, Dubai. Bangkok! Continue reading

IL BRASILE: DAI MIEI OCCHI E DALLA MIA PENNA

1 Marzo 2016. Stazione di Milano Centrale. Belli abbronzati. Stanchi morti. Ognuno col suo zaino da 13 kili sulle spalle. Sono le 6 di sera. Il cielo è già nero pece. Noi stiamo aspettando il treno che percorrerà gli ultimi 200 kilometri che ci separano da casa, dalla fine di questa meravigliosa avventura. Ed è in questo preciso momento, osservando per più di due ore da una panchina della sala d’attesa la gente che passa, che mi rendo davvero conto del fatto che vengo dall’altra parte del mondo. Che ho visto una realtà magnifica, anni luce lontana da noi in tutto. Probabilmente per molti versi anni luce AVANTI a noi.

E allora apro il mio diario di viaggio, che puntualmente scrivo durante ogni viaggio che si rispetti, e ripercorro le tappe di questa vacanza. Così, per farmi un pò del male e per cercare di alleviare la nostalgia (saudade!) che già mi sta assalendo. Perché come c’è scritto all’imbarco internazionale dell’aeroporto di Rio de Janerio: “Arrivederci. Oltrepassata questa linea comincia la saudade!”.

10/16 Febbraio – RIO DE JANEIRO

Arrivando in aereo a Rio la prima cosa di cui ci si rende subito conto è che potrai stare lì 1 settimana, 1 mese, 1 anno o una vita… ma puoi stare certo che non riuscirai mai a vederla tutta. È sterminata. Non finisce mai. I suoi confini non esistono. Non si vedono.

E allora come fare a organizzare le giornate in una città così…? Semplice! Non vanno organizzate! L’unica cosa da fare è dedicare una giornata ad ogni quartiere della Rio “da vedere” (perché il 95% della superficie di Rio è in realtà composta da quartieri residenziali, industriali e favelas: posti certamente interessanti e sicuramente particolari, ma impensabili da visitare. Vanno vissuti tuttalpiù). Continue reading