L’IDENTITÀ DI METRO-POLIS

Schermata 2015-05-04 alle 16.55.21Lettere contro la guerra è il primo dei “Titoli in dote” estratti a sorte.

E nella Sala del Centro Stella vengono lette ad alta voce le parole di Terzani.

“Ancor più che fuori, le cause della guerra sono dentro di noi…
Facciamo di più quello che è giusto, invece di quel che ci conviene.
Educhiamo i figli ad essere onesti e non furbi. È il momento di uscire allo scoperto, è il momento di impegnarsi per i valori in cui si crede.
Una civiltà si rafforza con la sua determinazione morale molto più che con nuove armi”.

È lunedì 8 febbraio 2016 e siamo al secondo incontro di Quindici Minuti con Metro-Polis del Percorso Partecipato.

L’argomento è quello dell’identità della nostra Associazione.

E allora è assolutamente necessario partire dal nome. Perché Metro-Polis?  Continue reading

AMARCORD: QUELLA GROTTA SPAVENTOSA: L’OMICIDIO DI LEONARDA POLVANI

Per chi non la conosce, Bologna è le Due Torri, il Nettuno, i tortellini ed altri particolari indicibili, come la famosa cartolina delle 3 T (torri, tortellini e tette). Ma solo chi vive, chi è nato a Bologna può conoscere questa Misteriosa Signora. E forse neanche loro. Non è un caso che in questa città, conosciuta come ricca, gaudente, comunista e consumista, si sia formato un gruppo conosciuto come ‘i giallisti bolognesi’. Perché Bologna, unica al mondo con i suoi quasi 40 chilometri di portici, sa nascondersi bene. E per scoprirla è necessario viverla, vederla, passeggiarla. E neanche questo basta.

C’è la Bologna lussuosa, del Pavaglione fino ai quartieri ‘alti’; c’è la Bologna universitaria, antica, popolata e degradata; c’è la Bologna sotterranea, che con la sua archeologia racconta di una città d’acqua simile a Venezia; la Bologna che è nata addirittura nella preistoria, come testimoniano i reperti risalenti al Paleolitico Inferiore; c’è la Bologna fascista di via Marconi, con i suoi palazzi austeri e orrendi e la Bologna fascista che tuttora vive intorno a Porta Lame, con le sue case popolari che favorivano la socializzazione tra le persone. E poi c’è la Bologna periferica, divisa tra quartieri nuovi e anonimi e posti incredibilmente arcaici e selvaggi. E si potrebbe continuare. Ma ci fermiamo qui, per dire che oltre ai famosi ‘colli bolognesi’ cantati da i Lunapop (primo gruppo di Cesare Cremonini), Bologna è circondata da un hinterland che l’attraversa come una linea retta, da Casalecchio di Reno a San Lazzaro di Savena. Continue reading

AMARCORD 2: IL DELITTO ALINOVI

Abbiamo già parlato del primo dei cosiddetti delitti del Dams, cioè di quegli omicidi che furono così falsamente definiti dalla stampa dell’epoca. In realtà la scorretta definizione nacque dopo l’assassinio di Francesca Alinovi e, dato che parliamo di un omicidio avvenuto più di trent’anni fa, quando forse molti lettori non erano ancora nati e, se lo erano, erano troppo piccoli per ricordarlo ora, vale la pena riassumere per sommi capi la vicenda.

Francesca Alinovi era una donna di 35 anni, assistente universitaria del DAMS, nella fattispecie l’assistente di Renato Barilli, uno dei docenti che quel dipartimento l’aveva proposto e creato, insieme ad Umberto Eco. Pur essendo giovane, l’Alinovi era già molto nota, anche a livello internazionale, come critico d’arte e come talent-scout. Bella, molto bella, si vestiva e pettinava però come una ragazzina adolescente un pò ‘scoppiata’, con una capigliatura improbabile ma molto alternativa che, in un certo senso, ‘rovinava’ la sua bellezza. Continue reading

AMARCORD: ANGELO FABBRI, UN COLD CASE BOLOGNESE

Quello di Angelo Fabbri fu il primo dei cosiddetti ‘delitti del Dams’ che, in realtà, non avevano nessun rapporto tra loro se non il filo, esilissimo, del ricondurre le tre persone assassinate, come docenti o studenti, a quel Dipartimento.

Ma chi era Angelo Fabbri? Un ragazzone (1 metro e novanta per quasi cento chili) di 26 anni nato a Cervia; era iscritto appunto al Dams, dove doveva laurearsi in Comunicazione con Umberto Eco. Non era uno studente come tanti: era, nella realtà, l’allievo più promettente del famoso semiologo che, infatti, partecipò ai suoi funerali. Proprio in virtù del suo impegno e della sua brillante intelligenza, Angelo voleva tentare la carriera di ricercatore all’Università, motivo per cui si era trasferito a Bologna con l’intenzione di restarci e, di conseguenza, aveva comprato un piccolo appartamento in via Mirasole), in cui viveva solo. Continue reading

GREEN IN PILLOLE – DOMODOSSOLA

DOMODOSSOLA

schermata-2015-02-22-alle-16-08-28Domodossola, centro principale della Val d’Ossola, è un comune italiano di 18.307 abitanti, della provincia del Verbano-Cusio-Ossola, situato in Piemonte.

Laure Junot d’Abrantès, nota dai più come Duchesse d’Abrantès, nelle sue Mémoires historiques del 1831 scriveva: «En arrivant à Domo-Dossola, l’admiration me ferma la bouche; je ne vis que ce paradis qui se déployait devant moi.»1. Luogo misterioso e dal fascino arcano, più che una città realmente esistente, Domodossola si configura come un vero e proprio topos nell’immaginario comune dell’italiano medio.

La celebre espressione idiomatica ‹‹D di Domodossola››, consacrata all’eternità della storia da Mike Bongiorno (consiglio vivamente la lettura di Fenomenologia di Mike Bongorno ad opera del caro Umberto2), conferma a questo luogo uno statuto ontologico di mistica ed insopprimibile alterità.

In sintesi: utopia contemporanea. Continue reading