UN LIBRO PER TE: CANCRO.

NATALIA GINZBURG, LESSICO FAMIGLIARE

di Rosalba Granata

«Nella mia casa paterna, quand’ero ragazzina, a tavola, se io o i miei fratelli rovesciavamo il bicchiere sulla tovaglia, o lasciavamo cadere un coltello, la voce di mio padre tuonava: Non fate malagrazie! Se inzuppavamo il pane nella salsa, gridava: – Non leccate i piatti! Non fate sbrodeghezzi! Non fate  potacci! Sbrodeghezzi e potacci erano, per mio padre, anche i quadri moderni, che non poteva soffrire. Diceva: – Voialtri non sapete stare a tavola! Non siete gente da portare nei loghi! E diceva: – Voialtri che fate tanti sbrodeghezzi, se foste una table d’hôte in Inghilterra, vi manderebbero subito via. Aveva, dell’Inghilterra, la piú alta stima. Trovava che era, nel mondo, il piú grande esempio di civiltà. Soleva commentare, a pranzo, le persone che aveva visto nella giornata. Era molto severo nei suoi giudizi, e dava dello stupido a tutti. Uno stupido era, per lui, «un sempio». – M’è sembrato un bel sempio, – diceva, commentando  qualche  sua  nuova  conoscenza.»  (Natalia Ginzburg, Lessico famigliare, Incipit)

Il romanzo più celebre di Natalia Ginzburg si apre con la figura del padre e il suo carattere distintivo: il lessico brusco e originale. Il libro racconta infatti dall’interno la vita quotidiana della famiglia Levi, è la figlia che dipana il filo della memoria e delinea un ritratto dei componenti affettuosamente umoristico.

Continue reading

Il libro che mi ha cambiato la vita

Immagine 1‹‹Quando leggiamo, ci portiamo dietro le nostre origini:queste origini danno un valore, una cadenza, aggiungono un significato. È giusto che sia così: un libro non è soltanto i significati che comunica, ma i significati che vi aggiungiamo, garantiti, se non dalla correttezza intellettuale, dall’intensità del sentimento, dell’emozione, dell’affetto.

Il libro vero, quello con cui si dialoga più volte, al quale si ritorna, non conferma delle verità, ne offre di nuove, purché ci sia da parte nostra fedeltà e non conformismo, e resti viva la curiosità, il desiderio di ascoltare qualcuno che parla del nostro presente, al momento giusto. Perché il libro vero parla sempre al momento giusto: lo inventa lui, il momento giusto: con il colore della parola, con la singolarità della battuta, con il piacere della scrittura. Un libro vero va amato: lo si rilegge come si fa visita a un amico, ricordando insieme il passato e, nel ricordo del passato, celebrando il rapporto vivo col presente››.1

Con le parole di Ezio Raimondi2, Rosalba Granata e Daniela Zani3 hanno introdotto l’aperitivo a tema di Metro-Polis del 16/04/2014, svoltosi presso il Centro Sociale Anziani Giorgio Costa (Quartiere Porto – Bologna), e avente per titolo: Il libro che mi ha cambiato la vita.

Continue reading