di Francesco Colombrita
Le strade vuote affollano la vista
quando si riesce a uscire per la spesa
in tetre lunghe file da solista
dove regna un’istanza sottintesa.
di Francesco Colombrita
Le strade vuote affollano la vista
quando si riesce a uscire per la spesa
in tetre lunghe file da solista
dove regna un’istanza sottintesa.
di Francesco Colombrita
Una coppia apparentemente ordinaria, una famiglia come tante, alle spalle una vita e una frattura che ha rischiato di mandare tutto in frantumi. Con lo sguardo del presente la memoria si fa insistente, richiede risposte sul corso degli eventi che ci hanno portato dove siamo. Le domande risiedono anche nella narrazione che abbiamo costruito di noi stessi, quali sono stati i compromessi che abbiamo scelto di operare attivamente e quali invece ci sono scivolati addosso? Lacci, di Domenico Starnone, opera una dissezione del quotidiano e del vivere comune, in luoghi in cui «c’è un ordine apparente e un disordine reale».
di Francesco Colombrita
«Strane fantasie potevano essergli passate per la mente, tanto che aveva forse finito col vedersi come l’unica persona dotata di un’esistenza reale, mentre il mondo gli era apparso come un povero e vano gioco d’ombre senza alcuna sostanza»
Il campo del dolore, da Racconti d’inverno, K.Blixen
Essere un uomo che vaga, stanco dopo un lungo viaggio, in cerca di un hotel in cui l’attende sua moglie addormentata, e trovandola nel letto giungere al culmine di una sorta di frattura. Un nobile che torna nelle terre del ricco e anacronistico zio possidente, che amministra con crudeltà il suo piccolo regno. O ancora marinai in libera uscita o giovani che si affacciano al mondo. I personaggi dei Racconti d’inverno di Karen Blixen sono tutte persone che cercano di conciliare la propria individualità con il fato, con l’accidente della fortuna. Ognuno di loro è un universo ragionato e assoluto, un microcosmo perfetto che cerca di espandersi e risolvere la crisi del proprio rapporto con la realtà e con il destino. Tra i paesaggi del nord Europa si aggirano sospettosi e, a volte, speranzosi, uomini e donne in cerca di una conciliazione tra aspirazioni e vita, giungendo spesso a un’epifania sconvolgente, o ripiegando semplicemente nella propria ordinarietà. Fraintendimenti, strane signore che sanno di stregoneria, ghiacci perenni e grandi case, queste e altre cose sono la chiave dei racconti di questa raccolta, nei cui labirinti è più che degno perdersi, davanti a un camino.
di Francesco Colombrita
L’anno si appresta a finire e la Biblioteca di Babele, il club del libro targato Metro-Polis, è pronta all’ultimo appuntamento del 2019, prima delle feste di Natale! Si continua a esplorare il tema del viaggio con un titolo che si pone quasi come meta-narrativo rispetto al percorso che abbiamo seguito quest’anno: Fahrenheit 451 di Ray Bradbury. Il libro stesso in questo caso si propone come viaggio!
Fahrenheit 451 è una delle distopie più celebri della letteratura e racconta di un mondo in cui da un tempo imprecisato, non si sa esattamente come e perché si sia arrivati a questo, la letteratura stessa, anzi i libri tout court, sono proibiti dallo stato. I pompieri di questa società del tutto terrificante non si occupano di spegnere incendi, ma di causarli. Un’opera di epurazione legata alla necessità di ridurre in cenere qualcosa di percepito come pericoloso per l’ordine sociale. Perché proprio i libri? Cosa viene visto di pericoloso tra quelle pagine ammuffite? Continue reading
di Francesco Colombrita
Che pensare di un uomo che non riesce più a dormire e si accorge di poter trovar riposo solo commettendo una serie di omicidi? «Ho ucciso mia madre» recita l’incipit dell’ultimo romanzo di Tahar Ben Jelloun, si comincia da lì. Un cuscino sul viso di una donna morente, quella che lo aveva dato alla luce, riporta alla vita il protagonista di Insonnia. Dopotutto non ci sarebbe motivo di provare sensi di colpa per aver posto fine alla vita di una persona già moribonda, abbandonata sul letto mentre le giornate si susseguono infinite. Il problema è quando si va esaurendo la capacità di questo atto di portare al sonno l’assassino. Romanzo surreale e provocatorio, Insonnia ci porta a riflettere sul concetto di colpa ed espiazione. In un gioco delle parti simbolico e onirico l’autore prende per mano un lettore probabilmente riluttante e lo trascina tra le pieghe di temi che già furono cari a Camus nello Straniero.
di Francesco Colombrita
Novembre si avvia verso la fine, l’autunno si fa sempre più rigido e La Biblioteca di Babele, il Club del libro targato Metro-Polis, avanza inesorabile con i suoi appuntamenti. Continua il nostro percorso all’insegna dell’esplorazione del tema del viaggio, questa volta declinato come fuga. Dalla realtà, dalla propria vita, dalle conseguenze delle nostre azioni? Ma soprattutto verso cosa? Il titolo scelto per sondare questi aspetti è Il bosco delle volpi impiccate di Arto Paasilinna, autore di culto in Finlandia e non solo, che ci trascinerà nei boschi innevati della Lapponia insieme a personaggi stravaganti e imprevedibili, colorati da una scrittura ricca di ironia e sorrisi amari.
Quale lettura migliore per l’inverno di una che immerga nel silenzio di boschi innevati e lontani? I personaggi di questo romanzo sono tutti in fuga da qualcosa, ma ci si accorgerà ben presto che è la meta di questo viaggio a dover essere davvero cruciale.
La Biblioteca di Babele vi aspetta domenica 24 novembre alle 18, al Centro Socio Ricreativo Culturale Stella, in via Ludovico Savioli 3, a Bologna.
di Francesco Colombrita
Rimanere sospese nel tempo, abbandonate, accarezzando l’idea della solitudine e del non avere più nulla al mondo, chiuse in un collegio femminile, routinario e immobile, all’ombra di una dittatura appena trascorsa. Questo succede alla piccola Emma, i suoi genitori sono morti, lei è sola, attende semplicemente lo scorrere delle lezioni, studiando. Eppure un giorno qualcosa interrompe la stasi in cui si era calata. Un’anziana signora si presenta alla scuola, dice di essere sua nonna, strano che i genitori non l’abbiano mai menzionata.
di Francesco Colombrita
Tutte le generazioni felici si assomigliano tra loro, ogni generazione infelice è infelice a modo suo: in ogni epoca è l’orizzonte del possibile e il suo raggiungimento a determinare spesso il discrimine tra queste due istanze. Gli anni Venti del ‘900 sono un esempio esplosivo di tali contraddizioni e il miglior cantore ne è stato probabilmente Francis Scott Fitzgerald.
di Francesco Colombrita
Una frequente domanda che interroga critici letterari e lettori curiosi è da sempre quella del rapporto tra un autore e la sua opera. Quanto Flaubert ha messo della propria esperienza nello scrivere Madame Bovary, corrisponde a vero che bastò una notizia di cronaca a scatenare la sua penna? Ancor di più: è Fitzgerald colui che si cela dietro la maschera di Nick Carraway, narratore del Grande Gatsby? Il tema diviene dirompente e si annulla quando la finzione si mette da parte e si dichiara fin da subito che le vicende davanti a noi sono una storia autentica, autobiografica, il racconto di una vita. Continue reading
di Francesco Colombrita
Todd Andrews ha deciso di togliersi la vita. Una splendida, lucida, consapevolezza è calata su di lui, il 21 o il 22 giugno del ‘37. Una scelta che illumina la sua ultima giornata per le strade di Cambridge, Massachussets. Tutto sembra perfetto, ogni dialogo è foriero di presagi e ironia, ogni passo serve a sistemare la dipartita e a godersi gli ultimi momenti.