TUTTO È POLITICA: ACQUARIO, LIBERTÀ E RIBELLIONE

di Rosalba Granata

«Consentitemi di immaginare […] che cosa sarebbe accaduto se Shakespeare avesse avuto una sorella meravigliosamente dotata, chiamata Judith, poniamo. Molto probabilmente Shakespeare frequentò – poiché sua madre era una ereditiera – la scuola secondaria, dove è probabile che avesse imparato il latino – Ovidio, Virgilio, Orazio – […] egli era un ragazzo irrequieto che cacciava di frodo i conigli […] fu costretto, assai prima del dovuto, a sposare una donna […] che gli dette un figlio assai prima del lecito. Quel colpo di testa lo spinse a cercare fortuna a Londra. Egli aveva […] una passione per il teatro; cominciò facendo la guardia ai cavalli davanti all’ingresso degli attori. Molto presto […] divenne attore di successo e si trovò a vivere al centro di quell’universo […]  

Nel frattempo quella sua sorella straordinariamente dotata, immaginiamo […]»

Nel saggio Una stanza tutta per sé Virginia Woolf inventa un personaggio fittizio, quello di Judith «la sorella di Shakespeare». Anche lei con grande talento, desiderosa di avventura, ricca di fantasia, impaziente di vedere il mondo quanto lo era lui. Anche lei desidera divenire scrittrice, ma per lei sarebbe impossibile. Ve la immaginate una giovane donna andare a Londra a cercare fortuna nei teatri? Sarebbe sbeffeggiata e umiliata, magari sarebbe stuprata e uccisa. Continue reading

TUTTO È POLITICA: CAPRICORNO, SOLIDITÀ E COSTANZA DEL POTERE

Simone de Beauvoir Il secondo sesso

«La domanda che si pone è  “Cos’è una donna”? È riduttivo rispondere come fanno i partigiani dell’illuminismo, del razionalismo, del nominalismo che le donne sarebbero solo quegli esseri umani che si designano col nome di donna… esiste un tipo umano assoluto, che è il tipo maschile. La donna si è sempre configurata come altro e il legame che la unisce ai suoi oppressori non si può paragonare a nessun altro …»  (da Il secondo sesso. Simone de Beauvoir)

«Che cosa significa essere donna» è la domanda da cui parte la Beauvoir  e, pur non sottovalutando le specificità biologiche, attacca la pretesa della società di assegnare alla donna un percorso subalterno e afferma polemicamente che «Donna non si nasce, si diventa».

 Il secondo sesso del 1949 è un libro assolutamente rivoluzionario che fa il punto sulle conoscenze biologiche, psicoanalitiche, storiche, antropologiche riguardanti la donna, e soprattutto apre la strada a una discussione radicale sulla condizione femminile che avrebbe caratterizzato i decenni successivi. Continue reading

TUTTO È POLITICA: SAGITTARIO – LE NUOVE FRONTIERE

di Rosalba Granata

Piccole donne di Mary Alcott

«”Natale non è Natale senza regali”, si lamentò Jo, sdraiata sulla coperta.

“È così spiacevole essere poveri!” sospirò Meg, abbassando lo sguardo sul suo vecchio vestito.

“Non è giusto che alcune bambine possano avere tutto ciò che desiderano e altre non abbiano niente”, aggiunse la piccola Amy, tirando su con il naso con aria offesa.

“Ma abbiamo il papà e la mamma, e la compagnia una dell’altra”, disse Beth compiaciuta dal suo angolo.

A queste parole la luce del caminetto sembrò come ravvivare i quattro giovani visi, che però si rabbuiarono subito quando Jo disse tristemente: “Ma papà non c’è, e non lo vedremo ancora per molto.” Non disse “forse mai”, ma ciascuna di loro aggiunse in silenzio queste parole, pensando al padre lontano, sul campo di battaglia.»

(Piccole donne, Louisa May Alcott)

È questo l’incipit di Piccole donne romanzo di Louisa May Alcott del 1868 che ruota attorno alla maturazione di quattro sorelle nell’America degli anni difficili della guerra di secessione.

Sono molto diverse tra loro ma è Jo, la secondogenita, a essere  considerata la protagonista indiscussa del romanzo, è  il maschiaccio della famiglia, è orgogliosa, testarda, anticonformista e coraggiosa.   Continue reading

TUTTO È POLITICA. IL POTERE DELLO SCORPIONE

di Rosalba Granata

Voltaire: preghiera di un illuminista (dal trattato sulla tolleranza 1763)

«Non è più dunque agli uomini che mi rivolgo; ma a te, Dio di tutti gli esseri, di tutti i mondi, di tutti i tempi:
se è lecito che delle deboli creature, perse nell’immensità e impercettibili al resto dell’universo, osino domandare qualche cosa a te, che tutto hai donato, […]
degnati di guardare con misericordia gli errori che derivano dalla nostra natura.
Fa’ sì che questi errori non generino la nostra sventura.
Tu non ci hai donato un cuore per odiarci l’un l’altro, né delle mani per sgozzarci a vicenda;
fa’ che noi ci aiutiamo vicendevolmente a sopportare il fardello di una vita penosa e passeggera […]. Fa’ sì che le piccole differenze tra i vestiti che coprono i nostri deboli corpi,
tra tutte le nostre lingue inadeguate, tra tutte le nostre usanze ridicole,
tra tutte le nostre leggi imperfette, tra tutte le nostre opinioni insensate,
tra tutte le nostre convinzioni così diseguali ai nostri occhi e così uguali davanti a te,
insomma che tutte queste piccole sfumature che distinguono gli atomi chiamati “uomini” non siano altrettanti segnali di odio e di persecuzione […].
Fa’ in modo che coloro che accendono ceri in pieno giorno per celebrarti sopportino coloro che si accontentano della luce del tuo sole;
che coloro che coprono i loro abiti di una tela bianca per dire che bisogna amarti, non detestino coloro che dicono la stessa cosa sotto un mantello di lana nera;
che sia uguale adorarti in un gergo nato da una lingua morta o in uno più nuovo […].
Possano tutti gli uomini ricordarsi che sono fratelli! […]»

(Voltaire: Preghiera di un illuminista, dal Trattato sulla tolleranza, 1763)

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TUTTO È POLITICA. BILANCIA, LA RICERCA DELL’EQUILIBRIO

di Rosalba Granata

«Anziché dirti di Berenice, città ingiusta, […] dovrei parlarti della Berenice nascosta, la città dei giusti, […] anziché rappresentarti le vasche profumate delle terme sdraiati sul cui bordo gli ingiusti di Berenice intessono con rotonda eloquenza i loro intrighi e osservano con occhio proprietario le rotonde carni delle odalische che si bagnano, dovrei dirti come i giusti, sempre guardinghi per sottrarsi alle spiate dei sicofanti e alle retate dei giannizzeri, si riconoscano dal modo di parlare, specialmente dalla pronuncia delle virgole e delle parentesi; dai costumi che serbano austeri e innocenti eludendo gli stati d’animo complicati e ombrosi; dalla cucina sobria ma saporita, che rievoca un’antica età dell’oro: minestrone di riso e sedano, fave bollite, fiori di zucchino fritti.

Da questi dati è possibile dedurre un’immagine della Berenice futura […] Sempre che tu tenga conto di ciò che sto per dirti: nel seme della città dei giusti sta nascosta a sua volta una semenza maligna; la certezza e l’orgoglio d’essere nel giusto – e d’esserlo più di tanti altri che si dicono giusti più del giusto – fermentano in rancori rivalità ripicchi, e il naturale desiderio di rivalsa sugli ingiusti si tinge della smania d’essere al loro posto a far lo stesso di loro. Un’altra città ingiusta, pur sempre diversa dalla prima, sta dunque scavando il suo spazio dentro il doppio involucro delle Berenici ingiusta e giusta. Continue reading

TUTTO È POLITICA. VERGINE, METTERE ORDINE AL CAOS

di Rosalba Granata

 «Avete un po’ le idee confuse vero? Calma, mon ami […]. Fra poco sistemeremo con ordine i fatti ognuno al proprio posto. Passeremo in esame i vari elementi, e scarteremo quelli che non c’entrano. Terremo da parte quelli importanti. Quelli inutili invece, puf! […] li soffieremo via.

[…] Un fatto ne provoca un altro e via di seguito. Il secondo collima col primo? A merveille. Bene. Si può procedere. E quest’altro particolare? Ah, guarda che strano! Manca un anello alla catena. Passiamo in rassegna i fatti, e aggiungiamo quel piccolo particolare, l’anello mancante della catena […]. Ogni dettaglio ha la sua importanza.

[…]

Sono pronto. Adesso andiamo alla villa a studiare la faccenda direttamente sul posto. Vi chiedo scusa, mon ami, vi siete vestito in fretta e adesso avete la cravatta storta. Permettetemi di raddrizzarla».

(Agatha Christie, Poirot a Styles Court)

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TUTTO È POLITICA. LEONE, IL POTERE LUMINOSO

di Rosalba Granata 

Autobiografia di Jung

«Ora ero certo di essere me stesso, ero certo di esistere […] Questo me non era soltanto cresciuto, ma era importante, era un’autorità, una persona con i suoi incarichi e la sua dignità, un uomo fatto degno di essere rispettato […]». (Jung) 

Così Jung esprime la centralità del suo Io in Ricordi, sogni, riflessioni, la sua coinvolgente autobiografia. Racconta la sua vita: l’infanzia, la formazione e gli studi, il suo modo di intendere la psicoanalisi, l’incontro e poi rottura con Freud, del quale riconosce la grande importanza, ma si sofferma anche sulle concezioni inconciliabili.

Pesatori(1) afferma che «l’ambito del modello freudiano così rassicurante nella sua geografia, viene oltrepassato, allargato, e il leone si spinge verso territori più ampi e misteriosi […]. L’inconscio leonino porta il leone Jung a dilatare al massimo i confini dell’io […] in una apertura spaziale e temporale che nello psicoanalista svizzero diventa inconscio collettivo». Continue reading

TUTTO È POLITICA. CANCRO, L’INASPETTATA TENACIA

di Rosalba Granata 

«Era sera tarda quando K. arrivò. Il paese era sprofondato nella neve. Il colle non si vedeva, nebbia e tenebre lo circondavano, non il più debole chiarore rivelava il grande castello. K. sostò a lungo sul ponte di legno che dalla strada maestra conduceva al paese e guardò su nel vuoto apparente.

Poi andò a cercare un alloggio per la notte […].

Il giovane si scusò molto gentilmente di aver svegliato K., si presentò come figlio del custode del castello, poi disse: “Questo paese appartiene al castello, chi vi abita o pernotta in certo modo abita e pernotta nel castello. Nessuno può farlo senza il permesso del conte. Ma lei questo permesso non ce l’ha, o almeno non l’ha esibito”. Continue reading

TUTTO È POLITICA. GEMELLI, COMUNICARE CON LEGGEREZZA

di Rosalba Granata

«Come chiunque altro, io non dispongo che di tre mezzi per valutare l’esistenza umana: lo studio di se stessi è il metodo più difficile, il più insidioso, ma anche il più fecondo; l’osservazione degli uomini, i quali nella maggior parte dei casi si adoperano per nascondere i loro segreti o per farci credere di averne; e i libri […] ho letto, più o meno, tutto quel che è stato scritto dai nostri storici, dai nostri poeti, persino dai favolisti […] e son loro debitore d’un numero di informazioni forse maggiore di quante ne abbia raccolte nelle esperienze pur tanto varie della mia stessa vita.

La parola scritta m’ha insegnato ad ascoltare la voce umana […]. Viceversa con l’andar del tempo, la vita m’ha chiarito i libri».

(Marguerite Yourcenar, Memorie di Adriano) Continue reading