Un ricordo di Andrea Canevaro
di Angelo Errani

Ho avuto l’opportunità di lavorare per ventitré anni accanto ad Andrea. Nei ventidue precedenti avevo fatto il maestro di scuola primaria. Arrivai all’Università quasi casualmente, avendo presentato un progetto di ricerca di educazione all’immagine. Andrea era Direttore del Dipartimento di Scienze dell’Educazione e, senza aver mai sentito il bisogno di chiarirne le ragioni, abbiamo iniziato e poi continuato a collaborare: progetto dopo progetto, insegnamenti, cura delle relazioni con le Istituzioni, con le Associazioni, con le Famiglie del territorio.
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Così confiniamo nel poetico le narrazioni, l’immane lavoro di documentazione delle generazioni che ci hanno preceduto, tramandato oralmente, con la scrittura, con le immagini, con la musica, con la preghiera: la storia dell’umanità, quella sacra e quella profana, le guerre con vittorie e sconfitte, i fasti delle corti e la vita dei contadini, l’alternarsi delle stagioni, i mestieri, i costumi, le ricchezze e le miserie, le gioie e i dolori, la vita e la morte degli uomini.