L’AUTUNNO D’ORIENTE

C’erano una volta 10 soli che splendevano nel cielo. Sulla terra il caldo rendeva la terra arida, molte persone morivano e la vegetazione appassiva.
Così un giorno, l’eroe Hou Yi colpì nove dei dieci soli con arco e frecce salvando la terra da un destino crudele.
Per ricompensarlo la regina del paradiso diede Hou Yi l’elisir dell’immortalità. L’eroe desiderava ardentemente diventare immortale ma ancor di più desiderava stare con la sua amata moglie Chang’e. Così decise di darle l’elisir e le chiese di nasconderlo e conservarlo.

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UN LUOGO DI TUTTI, UN LUOGO PER TUTTI

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La pazza avventura di Metro-Polis è cominciata ormai due anni orsono… ma questa è un’altra storia! Il ventidue di gennaio abbiamo festeggiato il secondo compleanno della nostra associazione, organizzando uno dei nostri Aperitivi a Tema presso il Centro Sociale, Ricreativo e Culturale Giorgio Costa; una serata all’insegna del nostro slogan: “Il divertimento è una cosa seria”. È proprio questo motto, mutuato senza troppi pudori da Italo Calvino, il motore propulsivo e invisibile che muove anche l’identità profonda del nostro Blog: la voglia di creare un luogo in cui le passioni possano dialogare, una finestra sui fecondi mondi che popolano Metro-Polis, uno spazio virtuale in cui la vita collettiva sia un toccarsi di cuori e cervelli.
Da un anno, ormai, il blog di Metro-Polis vive di articoli, suggestioni, recensioni e commenti: lo abbiamo voluto costruire come una sorta di piazza dialogica in cui tutti i soci abbiano la possibilità di scrivere e confrontarsi sui più svariati ambiti del sapere e del sentire. Partendo dai propri interessi, dalle proprie viscere emotive, dai propri pruriti intellettuali, ciascuno di noi ha e può avere in Metro-Polis un referente: un contenitore votato all’ascolto e impegnato a dar voce ai singoli che ne compongono la comunità. In questa prospettiva, il nostro blog assume su di sé l’importante onore di costituirsi come luogo non fisico del confronto, di essere il braccio virtuale di Metro-Polis, in un continuo scambio dinamico con la realtà tattile dell’associazione.

Nello statuto di questa nostra associazione troviamo scritto: ‹‹Metro-Polis è un progetto aperto, in divenire, e il sottotitolo “cittadinanza attiva” rivela anche la prospettiva civica dell’associazione: non si intende esprimersi nella scelta di un partito politico, ma si vuole l’apertura al confronto caratterizzato dalla tolleranza per le differenti posizioni, alla discussione consapevole del fatto che la diversità è sinonimo di ricchezza. Esiste al di là delle appartenenze individuali un sentire comune cui intendiamo dare voce: la necessità di una politica rinnovata che si basi sui valori di onestà e trasparenza. La cultura, da intendersi come bene comune e primario, può essere anche un piacevole strumento di trasformazione››. Rispettando l’impulso civico che soggiace all’intera attività dell’associazione, il blog di Metro-Polis vuole essere anche una lente d’ingrandimento per quelle realtà associative che agiscono sul nostro territorio, un piccolo focus su quei movimenti di socialità originale che muovono dal basso e di cui poco si sente parlare. Metro-Polis ha nella volontà di farsi rete uno dei propri pilastri identitari e statutari: il nostro blog non può che riconoscersi in tale identità profonda, contribuendo con interviste e presentazioni di realtà differenti dalla nostra ma a noi contigue. Continue reading

LA SCELTA: TRADIZIONE O LIBERTÀ?

Ho scritto la seguente storia grazie alle testimonianze che raccolgo ogni giorno dai miei studenti. I personaggi sono fittizzi ma tutto proviene da fatti realmente accaduti.

Il mio nome è Lin Shi Ping. Vengo da una piccola citta’ della Cina (definiamo piccola una citta’ di 1 milione di abitanti) e vivo con i miei genitori, una sorella più grande, i miei nonni, mia zia, mio zio e il mio cuginetto di 3 anni e mezzo. La nostra famiglia è davvero grande e viviamo tutti insieme. Io, in realtà, li vedo soltanto durante i finesettimana perché dal lunedì al venerdì rimango nel dormitorio della scuola. Frequento le scuole superiori e non mi piace molto studiare. In Cina il sistema educativo è diverso da quello di tutto il resto del mondo, ne sono sicura. Le mie giornate sono abbastanza monotone. Sveglia alle 6 del mattino, mi lavo il viso e mi vesto in fretta e furia. Esco e mi faccio trovare nel campo dove con tutti gli insegnanti e gli studenti della scuola cantiamo l’inno nazionale, marciamo e corriamo per 15 minuti. Alle 7.20 iniza la prima lezione. Ogni giorno studiamo le stesse materie. In storia parliamo della guerra contro il Giappone e l’insegnante ci insegna ad odiare il Giappone e i giapponesi. Il professore di geografia ci parla della Cina, mostrandoci tutti i “suoi” territori, compresi Taiwan, Hong Kong e il Tibet. Siamo costretti a studiare tutto a memoria per passare gli esami, ma la maggior parte delle volte nessuno si ricorda più nulla una volta passati. A volte vorrei tanto intervenire in classe per poter esprimere le mie idee o per imparare di più, ma in ogni classe ci sono almeno 50 studenti e nessuno deve interrompe l’insegnante, nessuno può intervenire in classe. Bisogna fare silenzio ed ascoltare quello che ci viene spiegato, prendendo appunti.

Il pomeriggio ho una pausa di circa due ore per mangiare e una mezz’ora per dormire. Mi piace leggere durante la pausa. Adoro storie fantastiche che parlano di magia, creature immaginarie, ma tutti i miei compagni di classe mi prendono in giro chiamandomi guaidan. Dopo la pausa ho lezione fino alle 5 del pomeriggio. La nostra insegnante di inglese continua a raccontarci storie orribili sull’America e sull’Europa. Dice che non abbiamo bisogno di uscire dalla Cina perché tutto quello che possiamo volere è qui. Dice che il comunismo è la miglior cosa che ci è capitata e che siamo fortunati ad essere cinesi. Che la Cina è il paese più forte, che siamo la potenza più grande al mondo e tutto è sicuro e controllato. Ci racconta dei crimini commessi all’estero e dice che tutti i paesi al di fuori dalla Cina sono pericolosi. In realtà non credo la mia insegnate possa davvero giudicare, non è mai stata all’estero. Continue reading