UN LUOGO DI TUTTI, UN LUOGO PER TUTTI

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La pazza avventura di Metro-Polis è cominciata ormai due anni orsono… ma questa è un’altra storia! Il ventidue di gennaio abbiamo festeggiato il secondo compleanno della nostra associazione, organizzando uno dei nostri Aperitivi a Tema presso il Centro Sociale, Ricreativo e Culturale Giorgio Costa; una serata all’insegna del nostro slogan: “Il divertimento è una cosa seria”. È proprio questo motto, mutuato senza troppi pudori da Italo Calvino, il motore propulsivo e invisibile che muove anche l’identità profonda del nostro Blog: la voglia di creare un luogo in cui le passioni possano dialogare, una finestra sui fecondi mondi che popolano Metro-Polis, uno spazio virtuale in cui la vita collettiva sia un toccarsi di cuori e cervelli.
Da un anno, ormai, il blog di Metro-Polis vive di articoli, suggestioni, recensioni e commenti: lo abbiamo voluto costruire come una sorta di piazza dialogica in cui tutti i soci abbiano la possibilità di scrivere e confrontarsi sui più svariati ambiti del sapere e del sentire. Partendo dai propri interessi, dalle proprie viscere emotive, dai propri pruriti intellettuali, ciascuno di noi ha e può avere in Metro-Polis un referente: un contenitore votato all’ascolto e impegnato a dar voce ai singoli che ne compongono la comunità. In questa prospettiva, il nostro blog assume su di sé l’importante onore di costituirsi come luogo non fisico del confronto, di essere il braccio virtuale di Metro-Polis, in un continuo scambio dinamico con la realtà tattile dell’associazione.

Nello statuto di questa nostra associazione troviamo scritto: ‹‹Metro-Polis è un progetto aperto, in divenire, e il sottotitolo “cittadinanza attiva” rivela anche la prospettiva civica dell’associazione: non si intende esprimersi nella scelta di un partito politico, ma si vuole l’apertura al confronto caratterizzato dalla tolleranza per le differenti posizioni, alla discussione consapevole del fatto che la diversità è sinonimo di ricchezza. Esiste al di là delle appartenenze individuali un sentire comune cui intendiamo dare voce: la necessità di una politica rinnovata che si basi sui valori di onestà e trasparenza. La cultura, da intendersi come bene comune e primario, può essere anche un piacevole strumento di trasformazione››. Rispettando l’impulso civico che soggiace all’intera attività dell’associazione, il blog di Metro-Polis vuole essere anche una lente d’ingrandimento per quelle realtà associative che agiscono sul nostro territorio, un piccolo focus su quei movimenti di socialità originale che muovono dal basso e di cui poco si sente parlare. Metro-Polis ha nella volontà di farsi rete uno dei propri pilastri identitari e statutari: il nostro blog non può che riconoscersi in tale identità profonda, contribuendo con interviste e presentazioni di realtà differenti dalla nostra ma a noi contigue. Continue reading

Di biciclette, di mezzi pubblici e di altre sciocchezze

Di biciclette, di mezzi pubblici e di altre sciocchezze

Quando devo dare i voti ad una città, il parametro che solitamente per primo prendo in considerazione, é il fattore traffico e tutto ciò ad esso correlato: efficienza dei mezzi pubblici, condizione delle strade, ingorghi, piste ciclabili e via dicendo.

Nella mia Atlantide, il traffico privato deve essere prossimo allo zero, l’investimento nel settore dei mezzi pubblici sostanzioso e i cittadini devono essere incoraggiati (ed istruiti) all’uso della bicicletta come mezzo di trasporto ordinario.

Quello che manca in Italia sono due elementi:
1) Inadeguato investimento pubblico
2) Mancanza di una “cultura” generalizzata all’uso (adeguato) di mezzi pubblici e biciclette

Che, di fatto, porta ad un circolo vizioso. La pubblica amministrazione non investirà in piste ciclabili finché non diventeranno una necessità, non aumenterà il numero delle corse della linea 14 se i cittadini non pagano il biglietto. E i cittadini non utilizzeranno la bicicletta finché non si sentiranno adeguatamente al sicuro, o utilizzeranno i mezzi pubblici quando saranno sicuri di arrivare in orario al lavoro.

D’altro canto, penso che questo momento sia il migliore per disincentivare l’uso dell’auto.
A causa della crisi economica che negli ultimi anni affligge buona parte dell’Europa, i costi per il mantenimento dell’automobile sono diventati difficilmente affrontabili per molte persone.

Non é giunto il momento di passare ad un mezzo più salutare (l’uso quotidiano della bici, anche solo 15/20 minuti al giorno aiuta a prevenire malattie cardiache. In più tonifica il sedere 🙂 ), ecologico ed economico (niente assicurazioni, bollo, benzina, parcheggi….)?!

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Non a caso mi sono trasferita a Copenhagen. Continue reading

Erika da Copenhagen: I non cervelli in fuga

… ed ecco un’altra rubrica su un’Italiana all’estero. “Un’altra???!” direte voi “Un’altra” vi rispondo io.

Non molto tempo fa,  parlando con altri amici esuli, siamo giunti alla conclusione che  più o meno metà dei conoscenti della nostra generazione (anno più, anno meno) sono, per qualche motivo, fuori dai confini Italici.
C’è chi sta facendo l’Erasmus, chi un internship, qualcuno che ha deciso di dedicare un po’ di tempo ad un progetto di volontariato, chi ha trovato lavoro, chi fa il ricercatore, chi ha trovato l’amore, chi è andato in avanscoperta perché “magari, se poi mi piace, mi posso trasferire”, e via dicendo.

Non possiamo dire che sia una ricerca statistica propriamente definita, ma in ogni caso sono numeri mi hanno fatto riflettere.

Come se non bastasse, ogni giornale online ha inflazionate sezioni di blog e valanghe di articoli di “Italiani all’estero”, “Cervelli in Fuga”, “Come scappare dall’Italia e vivere felici”, e chi più ne ha più ne metta.
Pare abbastanza ovvio provare a suggerire che l’emigrazione italiana sia tornata ad essere un fenomeno sociale.

Girl holding suitcaseSiamo una generazione di emigrati?! Ma soprattutto, cosa vuol dire emigrare nel XXI secolo?

Perché abbiamo deciso di andarcene? Con quali aspettative? Cosa abbiamo trovato? Siamo felici?

In genere queste sono domande che ci sentiamo porre quasi quotidianamente, a cui non è sempre facile dare una risposta ed a cui è praticamente impossibile dare una risposta univoca.
Giovanna da Londra vi darà una cosa, Michele da Nantes un’altra, per non parlare di Alessandro da Melbourne.

Erika da Copenhagen non ha le presunzione di conoscere la Verità. Questa rubrica non sarà un Vademecum di “cosa fare” e cosa “non fare” per essere un emigrato di successo.
Principalmente perché non lo sono nemmeno io. Voglio dire, di sicuro non rientro nelle statistiche dei “cervelli in fuga”. Si, di cervello ne ho uno, ma non sono una famosa ricercatrice né un broker a Wall Street.  Continue reading