Il sogno di Stefano: un sogno che si avvera
di Franco Mioni
Attualmente in Italia oltre 30.000 soggetti con meno di 18 anni soffrono di Insufficienza Renale Cronica, patologia che interessa il 7% (quasi 5 milioni) della popolazione ed è in progressivo e costante aumento.

Prevenzione, educazione e nuove strategie alimentari: nasce un progetto pilota per migliorare la qualità di vita dei pazienti con malattia renale cronica. Un’idea diversa di alimentazione in supporto alle terapie, per il miglioramento della qualità della vita dei pazienti pediatrici e adulti con malattia renale cronica.
Dal volume I FAGIOLI RIBELLI. Racconti di vita sospesa e di rinascita è nato a BOLOGNA nel tardo autunno 2021 un progetto scientifico pilota elaborato in collaborazione tra: Dott. Andrea Pasini, responsabile Programma di Nefrologia e Dialisi Pediatrica IRCCS Azienda Ospedaliero Universitaria di Bologna, Ospedale Sant’Orsola; Prof. Loris Pironi, direttore Struttura di Nutrizione Clinica e Metabolismo; Prof. Gaetano La Manna, direttore Struttura di Nefrologia, Dialisi e Trapianto; Bruno Damini, giornalista e scrittore, ideatore e autore del libro, con il contributo di importanti chef, professionisti e produttori del settore agroalimentare bolognese.
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La
La Fase 2 comporterà problematiche differenti rispetto al periodo precedente. Reclusi più o meno volontariamente, poi in spasmodica attesa della liberazione, e ora fiduciosi nel recupero graduale della socialità, ci troviamo però, oltre che ancora con alcune regole e limitazioni, con timori e incertezze e una inestricabile burocrazia che rendono difficile questo recupero. Sono quindi prematuri gli assembramenti in luoghi chiusi e turismo, sport, spettacolo e convivialità continueranno, più o meno, a esserne penalizzati. Al momento possono aiutarci gli spazi aperti, stante la stagionalità favorevole per circa cinque mesi; quindi ristoranti e trattorie con queste caratteristiche, agriturismi e aziende agricole e vinicole. Possiamo partire proprio dal vino e dal cibo, utilizzando come veicolo la fruizione didattica e pratica della civiltà della tavola e delle tradizioni del territorio, anche storico-sociologiche. Potendo così evocare, in modo virtuale, luoghi storici e mete artistiche anche lontani.
I prodotti del territorio e la loro trasformazione e lavorazione fino all’arrivo sulla tavola; la storia delle tradizioni e delle feste legate all’alimentazione di una regione o di un paese; come oggi tutto ciò si è conservato, con un riscontro tangibile, vedendo e gustando dal vivo gli antichi e moderni luoghi dove i prodotti agricoli e animali venivano e vengono preparati e consumati dall’uomo.
«Al ninén l’è tot ban» (o bon, a seconda delle inflessioni dialettali varianti a ogni campanile) è come viene considerato questo succulento compagno (lui malgrado) delle abbuffate non solo natalizie soprattutto nel triangolo Veneto-Emilia-Romagna.
Nel ciclo produttivo di un alimento si rispecchia il valore di un territorio: non è come produrre un qualsiasi oggetto o una macchina, vuol dire terra, tradizioni, storia.


Lo so che, a Natale, riciclate le fetenzìe che vi hanno regalato l’anno precedente. E fate bene, perché l’angioletto col pistolino che fa la pipì a voi fa schifo, ma la prozia Reginalda esulterà davanti a cotanta finezza. E che dire di quella stupenda vestaglia di ciniglia che sembra uscita (e lo è) dall’Upim del 1964? Il bisnonno (che durante gli ultimi decenni “si sente donna”) ne sarà entusiasta.