DA CHE PARTE STIAMO?

LA SINISTRA E IL GOVERNO DRAGHI

di Federica Stagni

La sinistra parlamentare italiana non ha dato grandi segni di vita in vista delle nomine del governo Draghi. Non ha aperto un dibattito interno sulla questione, e il PD appoggerà un altro governo tecnico, pare senza farsi troppe domande. L’alternativa, come sappiamo bene, sarebbe stata quella di tornare al voto, scenario che molto probabilmente avrebbe determinato la vittoria della destra più reazionaria. Tuttavia, il sostegno indiscusso a un governo Draghi infligge un duro colpo alla democrazia italiana. L’arroccarsi su posizioni che inneggiano alla competenza e all’alto profilo della sua figura istituzionale nasconde una visione del mondo estremamente classista ed elitaria. Questo non vuole dire che sia irrilevante essere bravi amministratori della cosa pubblica, ma dall’altro lato la competenza tecnica non può essere l’unico metro di valutazione della legittimità di un governo, perché anche le competenze del banchiere Draghi non sono neutre. Purtroppo, come ci ha dimostrato il governo Monti, competenza non è affatto sinonimo di imparzialità e tanto meno di giustizia sociale. Inoltre, dovrebbe farci riflettere il fatto che i più entusiasti sostenitori di Mario Draghi siano proprio i rappresentanti di Confindustria. La sinistra parlamentare dovrebbe almeno porsi il problema di come legittimare questa scelta perché così, senza porsi le giuste domande, rischia di firmare la sua condanna a morte. Continue reading

VIAGGI AGROGASTRONOMICI – LA CULTURA DEL VINO E DEL CIBO

di Franco Mioni

La Fase 2 comporterà problematiche differenti rispetto al periodo precedente. Reclusi più o meno volontariamente, poi in spasmodica attesa della liberazione, e ora fiduciosi nel recupero graduale della socialità, ci troviamo però, oltre che ancora con alcune regole e limitazioni, con timori e incertezze e una inestricabile burocrazia che rendono difficile questo recupero. Sono quindi prematuri gli assembramenti in luoghi chiusi e turismo, sport, spettacolo e convivialità continueranno, più o meno, a esserne penalizzati. Al momento possono aiutarci gli spazi aperti, stante la stagionalità favorevole per circa cinque mesi; quindi ristoranti e trattorie con queste caratteristiche, agriturismi e aziende agricole e vinicole. Possiamo partire proprio dal vino e dal cibo, utilizzando come veicolo la fruizione didattica e pratica della civiltà della tavola e delle tradizioni del territorio, anche storico-sociologiche. Potendo così evocare, in modo virtuale, luoghi storici e mete artistiche anche lontani. Continue reading

DIARIO DI BORDO – SESTA SETTIMANA

di Mattia Macchiavelli

BOLOGNA, 19/04/2020
DIARIO DI BORDO N°13

No. Non siamo in guerra. Non siamo soldatini che fanno il loro dovere in difesa di una patria la cui costruzione e la cui identità non si sa bene dove stiano o a che punto siano. Non dovremmo sentire la necessità del reggimento e non dovremmo volerci opliti. Non abbiamo bisogno di eroi belligeranti, né di martiri, né di monumenti in onore dei caduti, né di inni. Tuttavia, il discorso pubblico, politico e mediatico, è impregnato di questa metafora folle e vive di una retorica che ci mobilità – fuori e dentro – , che ci predispone a una guerra perenne, totale e quotidiana. In questo mondo ridisegnato da un virus e dalla nostra incapacità di gestirlo, diveniamo tutte sentinelle del potere: attente, alla finestra, pronte a gridare alla trasgressione, con un livore interiore sopito da un po’, ma riscoperto in questa cattività. Sentinelle in attesa di ordini, del cui contenuto poco ci importa, l’importante è che siano direttive emanate da un’autorità forte o percepita come forte. Continue reading

QUEST’ANNO RICORRE IL DECENNALE DEL “RISO DEL DELTA DEL PO” IGP

di Franco Mioni

Il Riso del Delta del Po Igp è un prodotto di altissima qualità, con una storia lunga secoli che merita di essere raccontata. Infatti nelle limitate terre emerse di queste zone le prime testimonianze di superfici investite a risaia risalgono addirittura al 1495, e costituiscono il primo stadio di valorizzazione agraria dei terreni. La zona destinata a questa coltivazione andò via via allargandosi, grazie anche alle opere di bonifica avviate da importanti famiglie veneziane nell’800 e conclusesi ai primi del ‘900. Continue reading

DAI CLASH A DANIEL BLAKE

di Roberta Merighi

«Abbiamo avuto un po’ di libertà dalla sicurezza sociale» dice il leader dei Clash Joe Strummer in una intervista rilasciata a una rivista musicale nel 1976 (e riportata da Giuseppe Allegri nel suo ultimo libro Il reddito di base nell’era del digitale). Il cantante racconta di aver conosciuto gli altri componenti della band mentre era in fila per ritirare il sussidio di disoccupazione. Essere “on the dole” (essere, cioè, a carico della sicurezza sociale), senza “contropartite”, continua Joe Strummer nella sua intervista, ha permesso loro di dedicarsi pienamente alla inclinazione artistica che li accomunava, senza essere costretti ad accettare lavori di qualsiasi tipo per sopravvivere.

Daniel Blake è il personaggio del film omonimo di Ken Loach (del 2016), è un falegname alle soglie dei 60 anni che dopo una grave crisi cardiaca, impossibilitato a lavorare, è costretto a chiedere un sussidio di disoccupazione. Ma per ottenerlo deve ottemperare a richieste (impegni nella ricerca del lavoro), che non può soddisfare a causa proprio della sua malattia, rimanendo impigliato nella maglie di una burocrazia incapace di venire incontro alla sua reale e disperata situazione. Continue reading

AMARCORD – IL CASO MORO

di Danila Faenza

Quando la redazione di Metro-Polis mi ha chiesto di scrivere un articolo sul quarantennale del sequestro e dell’omicidio di Aldo Moro ho accettato subito per empatia, per il piacere di scrivere e perché, frequentando giovani per lavoro, mi rendo conto di quanto le generazioni successive alla mia siano davvero povere di memoria storica. E, con questo termine, mi riferisco non solo alle negligenze della scuola (spesso chiamata in causa a sproposito), ma a quella “memoria” acquisita che si crea col dialogo in famiglia, attraverso il ricordo che scatta commentando un fatto di cronaca, guardando un film, chiacchierando col nonno o con la zia.

E allora mi sono resa conto di quanto sia difficile comunicare efficacemente un evento storico che, per molti di noi, fu traumatico nonostante – e sottolineo nonostante – il clima.

Ci provo, consapevole di entrare in una macchina del tempo che, per molti aspetti, ci riporta in un altro mondo: diciamo che a parte la nebbia in Val Padana, il gossip su Al Bano e Romina e le invettive contro il governo (qualsiasi esso sia) era tutto diverso. Continue reading

DUBAI CHIAMA ITALIA

Ti guardo da lontano, attraverso una piccola lente…
Catturano la mia vista i molteplici colori caldi e festosi che tanto ti contraddistinguono.
Se chiudo gli occhi per un momento mi trovo immersa per i rioni di Napoli, dove l’inebriante profumo di sfogliatelle, unito a quello del caffè, accarezzano il mio palato.
Sullo sfondo, le note sfumate di Tanto pe’ canta’ riecheggiano da una fisarmonica che un artista di Piazza Navona strimpella, sorridendo ai passanti.
Brillano le Due Torri, imponenti e maestose, e improvvisamente si è catapultati in una città medievale dove il traffico ballerino dell’ora di punta si muove danzante, e il suono dei clacson colora l’aria.

Porto il mio paese nel cuore..
Eppure non mi trovo lì a vivere, non più…

Catapultata a Dubai, negli Emirati Arabi. Dal 2013.
Ripercorro con la mente questo anno che è volato senza che me ne accorgessi, tutte le difficoltà e gli ostacoli che mi sono trovata davanti.
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Di biciclette, di mezzi pubblici e di altre sciocchezze

Di biciclette, di mezzi pubblici e di altre sciocchezze

Quando devo dare i voti ad una città, il parametro che solitamente per primo prendo in considerazione, é il fattore traffico e tutto ciò ad esso correlato: efficienza dei mezzi pubblici, condizione delle strade, ingorghi, piste ciclabili e via dicendo.

Nella mia Atlantide, il traffico privato deve essere prossimo allo zero, l’investimento nel settore dei mezzi pubblici sostanzioso e i cittadini devono essere incoraggiati (ed istruiti) all’uso della bicicletta come mezzo di trasporto ordinario.

Quello che manca in Italia sono due elementi:
1) Inadeguato investimento pubblico
2) Mancanza di una “cultura” generalizzata all’uso (adeguato) di mezzi pubblici e biciclette

Che, di fatto, porta ad un circolo vizioso. La pubblica amministrazione non investirà in piste ciclabili finché non diventeranno una necessità, non aumenterà il numero delle corse della linea 14 se i cittadini non pagano il biglietto. E i cittadini non utilizzeranno la bicicletta finché non si sentiranno adeguatamente al sicuro, o utilizzeranno i mezzi pubblici quando saranno sicuri di arrivare in orario al lavoro.

D’altro canto, penso che questo momento sia il migliore per disincentivare l’uso dell’auto.
A causa della crisi economica che negli ultimi anni affligge buona parte dell’Europa, i costi per il mantenimento dell’automobile sono diventati difficilmente affrontabili per molte persone.

Non é giunto il momento di passare ad un mezzo più salutare (l’uso quotidiano della bici, anche solo 15/20 minuti al giorno aiuta a prevenire malattie cardiache. In più tonifica il sedere 🙂 ), ecologico ed economico (niente assicurazioni, bollo, benzina, parcheggi….)?!

biking-is-better (1)

Non a caso mi sono trasferita a Copenhagen. Continue reading