DA CHE PARTE STIAMO?

LA SINISTRA E IL GOVERNO DRAGHI

di Federica Stagni

La sinistra parlamentare italiana non ha dato grandi segni di vita in vista delle nomine del governo Draghi. Non ha aperto un dibattito interno sulla questione, e il PD appoggerà un altro governo tecnico, pare senza farsi troppe domande. L’alternativa, come sappiamo bene, sarebbe stata quella di tornare al voto, scenario che molto probabilmente avrebbe determinato la vittoria della destra più reazionaria. Tuttavia, il sostegno indiscusso a un governo Draghi infligge un duro colpo alla democrazia italiana. L’arroccarsi su posizioni che inneggiano alla competenza e all’alto profilo della sua figura istituzionale nasconde una visione del mondo estremamente classista ed elitaria. Questo non vuole dire che sia irrilevante essere bravi amministratori della cosa pubblica, ma dall’altro lato la competenza tecnica non può essere l’unico metro di valutazione della legittimità di un governo, perché anche le competenze del banchiere Draghi non sono neutre. Purtroppo, come ci ha dimostrato il governo Monti, competenza non è affatto sinonimo di imparzialità e tanto meno di giustizia sociale. Inoltre, dovrebbe farci riflettere il fatto che i più entusiasti sostenitori di Mario Draghi siano proprio i rappresentanti di Confindustria. La sinistra parlamentare dovrebbe almeno porsi il problema di come legittimare questa scelta perché così, senza porsi le giuste domande, rischia di firmare la sua condanna a morte. Continue reading

NOTA POLITICA – LA FAME

di Mattia Macchiavelli

Interpretare un panorama politico così variegato e ancora, per molti versi, irrisolto è più un lavoro da cassandre che da analisti. Il Presidente della Repubblica ha contribuito a smuovere il magma dei partiti, stanandone, non senza arguzia, le retrovie ed esponendo la carne viva dei giochi sottobanco. L’azione di Mattarella, tuttavia, non è riuscita a cristallizzare in alcuna forma limpida queste forze elettorali. Ciò è accaduto perché nessuna delle formazioni che si sono presentate alle elezioni ha fatto realmente i conti con l’astensionismo e i suoi significati, così come poche si sono interrogate circa le proprie identità politiche. Un’indagine che, al contrario, dovrebbe essere radicale.

Una prima interessante suggestione, in questo senso, proviene dallo sgretolamento delle sinistre.

Le percentuali del Partito Democratico (PD) piombano al 18,72% alla Camera e al 19,12% al Senato, rendendolo comunque il secondo partito più votato dalle elettrici e dagli elettori del nostro Paese. Questo deve porci almeno due domande: quale peso specifico ha il PD nell’orizzonte politico italiano? Cosa ha portato a un calo così consistente di voti, dato che si partiva da percentuali del 25,42% alla Camera e del 27,43% al Senato? Continue reading

AMARCORD – IL CASO MORO

di Danila Faenza

Quando la redazione di Metro-Polis mi ha chiesto di scrivere un articolo sul quarantennale del sequestro e dell’omicidio di Aldo Moro ho accettato subito per empatia, per il piacere di scrivere e perché, frequentando giovani per lavoro, mi rendo conto di quanto le generazioni successive alla mia siano davvero povere di memoria storica. E, con questo termine, mi riferisco non solo alle negligenze della scuola (spesso chiamata in causa a sproposito), ma a quella “memoria” acquisita che si crea col dialogo in famiglia, attraverso il ricordo che scatta commentando un fatto di cronaca, guardando un film, chiacchierando col nonno o con la zia.

E allora mi sono resa conto di quanto sia difficile comunicare efficacemente un evento storico che, per molti di noi, fu traumatico nonostante – e sottolineo nonostante – il clima.

Ci provo, consapevole di entrare in una macchina del tempo che, per molti aspetti, ci riporta in un altro mondo: diciamo che a parte la nebbia in Val Padana, il gossip su Al Bano e Romina e le invettive contro il governo (qualsiasi esso sia) era tutto diverso. Continue reading