SECONDO FUORI PORTA 2015: ESCHER A BOLOGNA

La Mostra di Escher a Bologna (aperta fino al 19 luglio presso Palazzo Albergati) è stata un’ottima occasione per Metro-Polis di organizzare il secondo “Fuori Porta” del 2015. Ancora in fase di assestamento rispetto alla modalità già collaudata dei nostri Aperitivi a Tema, l’obiettivo di queste piccole gite è triplice. Come il nome stesso suggerisce, si tratta in primo luogo di “andare fuori”, di oltrepassare i confini delle attività che normalmente organizziamo: vogliamo cercare nuovi stimoli, incontrare persone diverse, scoprire nuove realtà, sempre con l’obiettivo primario di divertirci insieme. Questo ci porta al secondo punto, ovvero cercare di individuare attività che attirino la curiosità di più persone e fare in modo di non agire separatamente, ma di condividere esperienze. Continue reading

QUATTRO BIOGRAFIE DI DONNE

Ospite del precedente Aperitivo a Tema di Metro-Polis è stata la scrittrice Marta Franceschini, la quale ci ha incantati narrandoci le vicende di Laura Bassi. In preparazione e come premessa a questo intervento, abbiamo preparato quattro piccole biografie di donne eccentriche, di rottura, che in un qualche modo hanno segnato la storia marcandola della loro inconfondibile impronta. Leggendo insieme queste quattro narrazioni abbiamo viaggiato nei secoli e abbiamo potuto sbirciare esistenze che profumano di meraviglia.
Un gioco, insomma, che come molti altri all’interno di Metro-Polis non è che una chiave capace di schiudere scrigni ricolmi di fascino e mistero.
In attesa dell’Editoriale sull’Aperitivo a Tema di maggio, godiamoci la lettura di queste sempre attuali, e un po’ nostre,  protagoniste. Continue reading

Storie americane (II) – Antieroi alla luce del sole

Gli anni ’50 si aprono con un indiscusso capolavoro cinematografico: A Place in the Sun (1951) diretto da George Stevens, lo stesso che due anni più tardi girerà Shane, titolo italiano Il cavaliere della valle solitaria (anche se è decisamente più solitario il cavaliere della valle), e nel 1956 un’altra pietra miliare, ovvero Il Gigante, in cui per la prima volta nella storia del cinema si “invecchieranno” i protagonisti, fatto questo che ci permette di avere un’idea di come sarebbe stato un anziano James Dean, che invece morirà precocemente proprio alla fine delle riprese del film.

Quello che accomuna le tre pellicole è il ruolo non convenzionale dei protagonisti maschili: nonostante le differenze, si tratta di uomini soli, che non riescono a inserirsi nel contesto in cui, per motivi diversi, a un certo punto irrompono. Sono stranieri, esclusi, incompresi: moriranno soli o saranno costretti ad andarsene, proprio nel momento in cui sono più vicini a ottenere quello per cui hanno lottato. Gli antieroi sono le figure centrali dei film di Stevens: strano destino per dei protagonisti, ancora più strano se si tiene conto del contesto americano di quegli anni e dell’esaltazione del self-made man che ancora oggi ossessiona la società statunitense e, inevitabilmente, i suoi prodotti culturali. Continue reading

UN LUOGO DI TUTTI, UN LUOGO PER TUTTI

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La pazza avventura di Metro-Polis è cominciata ormai due anni orsono… ma questa è un’altra storia! Il ventidue di gennaio abbiamo festeggiato il secondo compleanno della nostra associazione, organizzando uno dei nostri Aperitivi a Tema presso il Centro Sociale, Ricreativo e Culturale Giorgio Costa; una serata all’insegna del nostro slogan: “Il divertimento è una cosa seria”. È proprio questo motto, mutuato senza troppi pudori da Italo Calvino, il motore propulsivo e invisibile che muove anche l’identità profonda del nostro Blog: la voglia di creare un luogo in cui le passioni possano dialogare, una finestra sui fecondi mondi che popolano Metro-Polis, uno spazio virtuale in cui la vita collettiva sia un toccarsi di cuori e cervelli.
Da un anno, ormai, il blog di Metro-Polis vive di articoli, suggestioni, recensioni e commenti: lo abbiamo voluto costruire come una sorta di piazza dialogica in cui tutti i soci abbiano la possibilità di scrivere e confrontarsi sui più svariati ambiti del sapere e del sentire. Partendo dai propri interessi, dalle proprie viscere emotive, dai propri pruriti intellettuali, ciascuno di noi ha e può avere in Metro-Polis un referente: un contenitore votato all’ascolto e impegnato a dar voce ai singoli che ne compongono la comunità. In questa prospettiva, il nostro blog assume su di sé l’importante onore di costituirsi come luogo non fisico del confronto, di essere il braccio virtuale di Metro-Polis, in un continuo scambio dinamico con la realtà tattile dell’associazione.

Nello statuto di questa nostra associazione troviamo scritto: ‹‹Metro-Polis è un progetto aperto, in divenire, e il sottotitolo “cittadinanza attiva” rivela anche la prospettiva civica dell’associazione: non si intende esprimersi nella scelta di un partito politico, ma si vuole l’apertura al confronto caratterizzato dalla tolleranza per le differenti posizioni, alla discussione consapevole del fatto che la diversità è sinonimo di ricchezza. Esiste al di là delle appartenenze individuali un sentire comune cui intendiamo dare voce: la necessità di una politica rinnovata che si basi sui valori di onestà e trasparenza. La cultura, da intendersi come bene comune e primario, può essere anche un piacevole strumento di trasformazione››. Rispettando l’impulso civico che soggiace all’intera attività dell’associazione, il blog di Metro-Polis vuole essere anche una lente d’ingrandimento per quelle realtà associative che agiscono sul nostro territorio, un piccolo focus su quei movimenti di socialità originale che muovono dal basso e di cui poco si sente parlare. Metro-Polis ha nella volontà di farsi rete uno dei propri pilastri identitari e statutari: il nostro blog non può che riconoscersi in tale identità profonda, contribuendo con interviste e presentazioni di realtà differenti dalla nostra ma a noi contigue. Continue reading

Storie americane (I) – Tra letteratura, teatro e grande cinema: il genio dannato di Tennessee Williams

Quello tra gli anni ’50 e i primi anni ’60 è considerato il periodo d’oro del cinema hollywoodiano. Tuttavia, tra “kolossal storici” (vagamente kitsch) e commedie romantiche, l’immagine che ne emerge è spesso quella di film ingenui, forse leggeri, oppure di veri e propri “polpettoni”. Detto questo, la vastissima produzione cinematografica di quegli anni è in realtà una vera e propria miniera di temi scottanti e complessi, trattati con quella intelligenza e profondità che solo una censura ottusa e impietosa può ispirare. Le performance di divi intramontabili, il coraggio di registi geniali, il fascino delle pellicole in bianco e nero e le storie drammaticamente umane dal lieto fine non scontato creano quella vera e propria magia che rende ancora grande ai nostri occhi quel periodo.

In quell’universo pieno di fermento, contrariamente a ciò che si potrebbe immaginare, il ruolo della letteratura non venne affatto offuscato, ma al contrario fu centrale. Premi Nobel come William Faulkner e John Steinbeck, autori come Harper Lee, Truman Capote, Edna Ferber, e molti altri, hanno contribuito non poco a fornire (direttamente o indirettamente) materiale prezioso per le sceneggiature di pellicole divenute pietre miliari della storia del cinema.

Fu in questo contesto che Tennessee Williams (alla nascita Thomas Lanier Williams) si inserì prepotentemente, in primo luogo grazie ai suoi testi teatrali di grande successo: testi provocatori, duri, cinici, che raccontavano storie di uomini e donne ai margini della società americana, quella società che era uscita vittoriosa e ricca dalla Seconda guerra mondiale, ma che evidentemente nascondeva un altro volto. Un volto a cui Williams diede spazio, senza timore di attirare critiche o di fomentare scandali. I protagonisti delle sue opere sono emarginati, falliti, nevrotici, arrampicatori sociali, alcolizzati, “peccatori sessuali” (omosessuali, prostituti, adultere…) che non riescono a emanciparsi dalle loro situazioni di degrado, ma che anzi spesso sembrano puniti dal destino per il solo fatto di aver provato a cambiare ciò che evidentemente era già scritto. Williams scava negli abissi più cupi delle città e delle province americane, in particolare quelle ipocritamente conservatrici del Sud, e negli abissi più sordidi dell’animo umano.

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