UNA GIUSTIZIA DIVERSA E POSSIBILE

Di Francesco Colombrita

Se a un gruppo disomogeneo di dieci persone chiedessimo che idea hanno della giustizia, che cosa sia insomma, sarebbe facile imbattersi in dieci risposte diverse. E probabilmente anche in un acceso dibattito. Il che dovrebbe impressionare, considerato che il potere giudiziario – e cioè l’esercizio della giustizia -, corre parallelo a quello legislativo ed esecutivo in ogni stato di diritto. Per cui si potrebbe osare dicendo che non esiste una narrazione condivisa di uno dei tre poteri cardine dell’ordinamento di uno stato moderno. Una cosa non da poco. 

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LUNGA VITA A METRO-POLIS!

di Mattia Macchiavelli

Care e cari,

la nostra Metro-Polis è un cuore pulsante, vivo e pieno di bellezza. Cuore che è andato in una sorta di letargo pandemico negli ultimi due anni ma che ha continuato a battere, con lentezza e costanza, nel petto e nelle idee di ciascuna di noi. 

Questa parentesi ci ha dato l’opportunità di guardarci dentro, a fondo, di elaborare un nuovo ordito e di portare a compimento tutti quei processi rimandati o rimasti in sospeso. Tra i fili recuperati e messi in ordine, anche quello del passaggio di presidenza da me a Federica Stagni, congelato perché non era possibile farlo nel silenzio delle attività. 

Ora Metro-Polis è pronta a tornare con iniziative ed eventi e può farlo forte di una bella energia: una carica certamente impegnata a custodire le preziose conquiste che abbiamo raggranellato nel corso di questi nove anni ma, contemporaneamente, tutta tesa a disegnare un nuovo futuro per la nostra meravigliosa creatura.

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UN LIBRO PER TE – ACQUARIO: LA GIOIA DI SCRIVERE – TUTTE LE POESIE DI WISŁAWA SZYMBORSKA

di Rosalba Granata

La cipolla – cebula
La cipolla è un’altra cosa.
Interiora non ne ha.
Completamente cipolla
fino alla cipollità.
Cipolluta di fuori,
cipollosa fino al cuore,
potrebbe guardarsi dentro
senza provare timore.
In noi ignoto e selve
di pelle appena coperti,
interni d’inferno,
violenta anatomia,
ma nella cipolla – cipolla,
non visceri ritorti.
Lei più e più volte nuda,
fin nel fondo e così via.
Coerente è la cipolla,
riuscita è la cipolla.
Nell’una ecco sta l’altra,
nella maggiore la minore,
nella seguente la successiva,
cioè la terza e la quarta.
Una centripeta fuga.
Un’eco in coro composta.
La cipolla, d’accordo:
il più bel ventre del mondo.
A propria lode di aureole
da sé si avvolge in tondo.
In noi – grasso, nervi, vene,
muchi e secrezioni.
E a noi resta negata
l’idiozia della perfezione.

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UN LIBRO PER TE – CAPRICORNO: LA PASSIONE DI ARTEMISIA DI SUSAN VREELAND

di Rosalba Granata

«Mio padre mi camminava accanto per darmi coraggio e con la mano sfiorava lieve i pizzi che ornavano le spalle del mio corpetto. La luce abbagliante, quasi allo zenit, infuocava già le pietre che pavimentavano la piazza. Sopra Tor di Nona, l’ombra immobile del nodo scorsoio dell’Inquisizione, il tribunale papale, si proiettava sinistro sul muro e il suo profilo pareva l’immagine di una lacrima.
Un disagio di breve durata, Artemisia” disse mio padre, guardando diritto davanti a sé. “Non più di una piccola strizzatina. Stava parlando della sibilla».
(Incipit La passione di Artemisia)

Nell’incipit del romanzo, Artemisia cammina con accanto il padre che la incoraggia ad affrontare la prova della tortura della sibilla decisa dal Tribunale dell’Inquisizione romana per stabilire la veridicità della sua testimonianza. È lei che deve sottoporsi a tortura, lei che ha subito lo stupro, lei che è la vittima di violenza. Alle dita della diciassettenne viene stretta una cordicella che, a ogni domanda dei giudici, le viene serrata in maniera sempre più dolorosa fino a lacerare la pelle.

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UN LIBRO PER TE – SAGITTARIO: LEGGERE LOLITA A TEHERAN DI AZAR NAFISI

di Rosalba Granata

«Nell’autunno del 1995, dopo aver dato le dimissioni dal mio ultimo incarico accademico, decisi di farmi un regalo e realizzare un sogno. Chiesi alle sette migliori studentesse che avevo di venire a casa mia il giovedì mattina per parlare di letteratura. Erano tutte ragazze, dato che, per quanto si trattasse di innocui romanzi, insegnare a una classe mista in casa propria sarebbe stato troppo rischioso»

Leggere Lolita a Teheran è un romanzo autobiografico. Nell’incipit la professoressa Nafisi racconta come, in seguito alle continue pressioni delle autorità della Repubblica islamica dell’Iran sui contenuti delle sue lezioni e in generale sui suoi comportamenti di donna, abbia deciso di interrompere il suo insegnamento all’Università di Teheran e abbia organizzato un seminario di letteratura clandestino con le sue migliori sette studentesse.

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TRE DICEMBRE: GIORNATA INTERNAZIONALE DELLE PERSONE CON DISABILITÀ

di Angelo Errani

L’Organizzazione delle Nazioni Unite ha indicato il 3 dicembre come giornata internazionale delle persone con disabilità. C’è nelle giornate che l’ONU dedica agli aspetti maggiormente significativi per le nostre vite un richiamo alla riflessione, cioè all’esercizio di ciò che ci rende umani.

La disabilità ha accompagnato tutta la storia dell’umanità, una storia segnata da esclusioni feroci e dalla ricerca di percorsi inclusivi, comportamenti sociali spesso compresenti.

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25 NOVEMBRE, IL GIORNO DELLE FARFALLE

di Roberta Merighi

Fu dietro una delle tante curve di quella impervia strada di montagna che la jeep su cui viaggiavano Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal, trovò la carreggiata bloccata da un’auto.

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UN LIBRO PER TE – SCORPIONE: L’ALTRA GRACE DI MARGARET ATWOOD

di Rosalba Granata

«Sulla ghiaia crescono le peonie. Spuntano in mezzo ai sassolini grigi, i boccioli esplorano l’aria come antenne di lumaca, poi si gonfiano e si aprono, grossi fiori rosso scuro lucidi e brillanti come seta. Infine scoppiano e cadono a terra.
Nell’esatto momento prima di disfarsi sono come le peonie nel giardino del signor Kinnear, il primo giorno, solo che quelle erano bianche. Nancy stava tagliando le ultime. Portava un vestitino chiaro a roselline rosa e una gonna con tre balze, e un cappello di paglia che le nascondeva la faccia. Aveva un cestino per dentro i fiori, si chinava piegando il bacino, come una vera signora, senza incurvare il busto. Quando ci sentì arrivare e si voltò a guardarci, si portò le mani alla gola, trasalendo».

Nell’incipit di L’altra Grace, di Margharet Atwood, la delicata fragilità delle peonie è accostata al momento dell’omicidio della giovane Nancy. Il punto di vista è quello di Grace Marks, ragazza di sedici anni, accusata di averla uccisa. Il romanzo prende spunto da un drammatico fatto di cronaca nera avvenuto in Canada alla metà dell’Ottocento, un omicidio efferato e in gran parte inspiegabile.

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«FARE QUEL CHE C’È DA FARE» – PER NON DIMENTICARE L’ AFGHANISTAN E GINO STRADA

di Angelo Errani

La popolazione dell’Afghanistan e quella dei tanti paesi costretti a conoscere la violenza delle guerre sono il principale impagno di Emergency, l’associazione creata da Gino Strada. Le vittime delle guerre moderne sono in grande maggioranza civili, uomini, donne e soprattutto bambini, spesso lacerati dalle più vili delle armi: le mine antiuomo. Ci sono mine che hanno forma di giocattolo, come i pappagalli verdi, lanciate dall’esercito russo in Afghanistan, e i bambini le trovano e ci giocano. Sono sparse a milioni in Kurdistan, in Somalia, in Bosnia, in Siria e nei tanti teatri di guerra che si succedono negli anni. Uno dei principali paesi produttori è stata l’Italia, prima che il governo Prodi nel 1997 ne vietasse la produzione e il commercio.

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UN LIBRO PER TE – BILANCIA: LA TERRAZZA PROIBITA – VITA NELL’HAREM, DI FATEMA MERNISSI

di Rosalba Granata 

«Venni al mondo nel 1940 in un harem di Fez, città marocchina del nono secolo, cinquemila chilometri circa a ovest della Mecca e solo mille chilometri a sud di Madrid, una delle temibili capitali cristiane. Mio padre era solito dire che con i cristiani, e con le donne i guai nascono quando non vengono rispettati i hudùd, ovvero i sacri confini».
Incipit di
La terrazza proibita

Quello di Mernissi è un racconto autobiografico. Fatema, la voce narrante, già dall’incipit ci proietta nel tempo e nello spazio. Il Marocco dall’epoca della dominazione francese alla indipendenza. Un harem della città di Fez.

Non è però l’harem dell’immaginario occidentale con sensuali odalische, eunuchi e sultani, ma è la casa alto borghese dove vivono una cinquantina di persone, la famiglia allargata dei fratelli Mernissi che comprende padre e zio della protagonista con le loro mogli e figli, la nonna paterna e le donne sole, vedove o ripudiate. È una casa lussuosa ricca di cortili, fontane, stanze con tendaggi e tappeti. Ed è una vera fortezza. Tutte le finestre danno sul cortile. E le donne ci vivono recluse. Magari molto amate, come nel caso della madre di Fatema, ma recluse.

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