di Francesco Colombrita
Vedo dalla finestra il giallo, l’ocra
il bianco panna il rosso del mattone
e dei palazzi pure l’arancione
oltre al blu là in alto, veste sacra,
di Francesco Colombrita
Vedo dalla finestra il giallo, l’ocra
il bianco panna il rosso del mattone
e dei palazzi pure l’arancione
oltre al blu là in alto, veste sacra,
di Mattia Macchiavelli
BOLOGNA, 25/04/2020
DIARIO DI BORDO N°14
La prima cosa che ho visto, aprendo gli occhi questa mattina, è stato il video degli Oblivion dal titolo Quando c’era lui, impregnato dell’ironia potente che contraddistingue la proposta artistica di uno dei gruppi più geniali di sempre. E, subito dopo, un messaggio di Patrizia, che conteneva le parole potenti di Elvio Fassone: «“Oh bella, ciao!” Noi diciamo “ciao” a tutti quelli che credono e hanno creduto in qualche cosa di grande, e per questa cosa sono stati disposti al sacrificio. Diciamo “ciao” ai pochi che sono ancora fra noi, e ai tanti che ci hanno lasciati. Continue reading
di Patrizia Arcesilai e Milena Boldini
Anche quest’anno volevamo incontrarci a Metro-Polis per ricordare il 25 aprile e festeggiare insieme la Resistenza. Ma nella nostra vita ha fatto irruzione il virus: un evento dirompente e improvviso, e le nostre esistenze ne sono state travolte.
Siamo entrati in un tempo sconosciuto, inaspettato, nuovo, in cui si alternano, da un’ora all’altra, molteplici emozioni: paura, spaesamento, incertezza… Ci siamo trovati immersi e avvolti da un silenzio pieno: pieno di domande, a fare i conti con la nostra precarietà, con la vita, con la morte.
di Rosalba Granata
Goya: Il sonno della ragione genera mostri.
«Quando alcuni di questi penitenti vennero a Liegi, tutti corsero con grande meraviglia a vederli compiere le loro flagellazioni […] così in tanti vi presero esempio, che chiunque voleva imitarli in segno di devozione; ma alla fine, tanto si diffuse questo comportamento che tutte le città erano piene di questi penitenti, che si facevano chiamare flagellanti […].
Quando si vide che questa mortalità e pestilenza non cessava per quanta penitenza si facesse, sorse una voce che diceva che questa mortalità veniva dagli ebrei e che gli ebrei avevano gettato veleni nei pozzi e nelle fontane in tutto il mondo» Continue reading
Nasce una nuova rubrica sul blog di Metro-Polis, uno spazio per tutte le lettrici e per tutti i lettori che desiderano condividere con noi alcuni pensieri: Cara Metro-Polis, ti scrivo. Un modo per sentirci ed essere più vicini e una cornice all’interno della quale pubblicheremo messaggi o email che arriveranno in redazione. Se desiderate scriverci, potete farlo all’indirizzo redazioneblog@metropolisbologna.it!
Email di Angelo Errani del 08/04/2020
Chiudendo le scuole, si spegne anche l’educazione? Stimolato da una richiesta di Rosalba, è questa la domanda che mi sono trovato nei pensieri. Ho cercato una prima risposta nel dedicarmi alla scrittura di una fiaba che potesse provare a incontrare le immagini che in questi giorni transitano nei pensieri dei bambini: La strega cattiva e la fata Mnemosina.
Ma, come sempre succede, l’instabilità che proviamo facendo un primo passo, inevitabilmente ci suggerisce di effettuarne un secondo e, così, nascono alcune, anche se confuse, riflessioni su fiabe ed educazione. Continue reading
di Francesco Colombrita
Uscire adesso fuori è un po’ anormale,
lo spazio nelle vie sembra lunare
la gravità sospira criminale,
per ogni passo cauto, liminare.
di Mattia Macchiavelli
BOLOGNA, 19/04/2020
DIARIO DI BORDO N°13
No. Non siamo in guerra. Non siamo soldatini che fanno il loro dovere in difesa di una patria la cui costruzione e la cui identità non si sa bene dove stiano o a che punto siano. Non dovremmo sentire la necessità del reggimento e non dovremmo volerci opliti. Non abbiamo bisogno di eroi belligeranti, né di martiri, né di monumenti in onore dei caduti, né di inni. Tuttavia, il discorso pubblico, politico e mediatico, è impregnato di questa metafora folle e vive di una retorica che ci mobilità – fuori e dentro – , che ci predispone a una guerra perenne, totale e quotidiana. In questo mondo ridisegnato da un virus e dalla nostra incapacità di gestirlo, diveniamo tutte sentinelle del potere: attente, alla finestra, pronte a gridare alla trasgressione, con un livore interiore sopito da un po’, ma riscoperto in questa cattività. Sentinelle in attesa di ordini, del cui contenuto poco ci importa, l’importante è che siano direttive emanate da un’autorità forte o percepita come forte. Continue reading
William Turner, la visione di Medea
BOLOGNA, 09/04/2020
DIARIO DI BORDO N°11
Oggi è un mese esatto che non esco di casa. Completamente. Non ho messo il naso fuori nemmeno per andare a vuotare il rusco. Forse perché le cose o le faccio per bene o non le faccio. Forse sono pazzo. Rosalba direbbe che sono della Vergine. Oppure è perché, se mettessi un piede fuori dal portone e facessi quei due scalini che portano al marciapiede, saprei che riportarlo dentro mi costerebbe il doppio della fatica. O è perché sono un animale da poltrona e quindi non mi costa così tanta fatica. È anche cambiata il giusto la mia routine: il 9 marzo avrei dovuto avere 3 riunioni, domani ne avrò 2; il mese scorso ero pieno di scadenze, questo mese sono pieno di scadenze; ieri ero inquieto, oggi sono inquieto.
Sto ascoltando quasi ogni giorno Gabbiano, di Giuni Russo. Mi ero messo ad ascoltare tutta la sua discografia durante i miei viaggi in macchina, per inserire le canzoni che preferisco nella mia playlist su Spotify. È stato Leonardo, una sera, dopo il mio ennesimo consiglio musicale non richiesto, a dirmi «No ma devi fare la playlist di Core», forse per sfinimento. Così ho fatto, seguendo il mio disturbo ossessivo complessivo di natura hegeliana, che mi spinge a cominciare le cose dall’inizio per poi arrivare alla fine, passo dopo passo. Allora ho cominciato a battezzare artisti e ascoltarne interamente la discografia, o opere, o musical e ascoltarne tutti i brani. Per ora, nell’ordine, ci sono finiti dentro: qualche canzone da Coco, Milva, un paio di brani da Wiked, Alice, gli ABBA, Mahmood, Gene Pitney, Ambra Angiolini, MYSS KETA, Tosca, Lady Gaga e ho cominciato Giuni Russo, per l’appunto. Il fatto che sia praticamente un mese che non ascolto Dolly Parton mi fa sentire in colpa, soprattutto dopo la morte di Kenny Rogers; penso rimedierò. Mi manca molto il canto, credo sarà una di quelle cose che riprenderò una volta finita la clausura: mi manca il rigore di note che non prendo, la costanza di un esercizio che è fisico e che è mentale in egual misura. Mi manca anche Ginevra. Spero che questo stop che ci scombina tutti, fuori e dentro, sia talmente potente da spronarmi a riprendere sul serio, non come tutte le altre volte, perché alla fine me lo riprometto da anni. Continue reading
di Franco Mioni
Il Riso del Delta del Po Igp è un prodotto di altissima qualità, con una storia lunga secoli che merita di essere raccontata. Infatti nelle limitate terre emerse di queste zone le prime testimonianze di superfici investite a risaia risalgono addirittura al 1495, e costituiscono il primo stadio di valorizzazione agraria dei terreni. La zona destinata a questa coltivazione andò via via allargandosi, grazie anche alle opere di bonifica avviate da importanti famiglie veneziane nell’800 e conclusesi ai primi del ‘900. Continue reading
Nasce una nuova rubrica sul blog di Metro-Polis, uno spazio per tutte le lettrici e per tutti i lettori che desiderano condividere con noi alcuni pensieri: Cara Metro-Polis, ti scrivo. Un modo per sentirci ed essere più vicini e una cornice all’interno della quale pubblicheremo messaggi o email che arriveranno in redazione. Se desiderate scriverci, potete farlo all’indirizzo redazioneblog@metropolisbologna.it!
Email di Alessandro Licciardello del 9/04/2020
Riflessioni di un quindicenne
È difficile, per un ragazzo definire questa situazione, questo virus, questa paura. Nella mia testa ciò che mi tocca del corona virus è solo l’astinenza dalla scuola e dalle amicizie, nemmeno per un secondo sono mai stato intimorito dalla minaccia della pandemia che, seppur cosi vicina, si presenta ai miei occhi come la narrazione di una guerra, qualcosa di antico e trasparente, della quale conosciamo gli orrori e che ci viene raccontata con grande sentimento ma che in realtà, non toccandoci direttamente, ci scorre addosso come acqua. Continue reading